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Lettera del Circolo albese della Margherita
al direttore di Gazzetta d'Alba

Governo Berlusconi:
"I nodi vengono al pettine"


Nel 1993 l’Italia inaugurò un fecondissimo periodo di collaborazione tra le forze sociali che ci portò in Europa.

Se oggi usiamo la stessa moneta di tedeschi, francesi, olandesi, belgi, … se la nostra economia marcia al passo con le grandi potenze europee, se i soldi che abbiamo in tasca e i nostri beni conservano il loro valore, se le nostre aziende possono operare in un mercato più grande, se i nostri giovani possono sperare in un futuro più sicuro: ebbene tutto ciò è dovuto alla grande intuizioni di De Gasperi, Adenauer e Schumann ma anche al coraggio con cui Amato, Ciampi, Dini e Prodi inaugurarono quell’originale metodo di collaborazione definito concertazione.

Concertazione significò l’apertura di un tavolo di trattativa tra tutte le forze sociali (governo, associazioni di imprenditori, sindacati, forze politiche) in cui ognuno accettava di rinunciare a qualcosa per il bene di tutti. Il governo è governo di tutti, non di qualcuno!

2001: il premier Berlusconi ed il suo ministro del Lavoro Maroni, decretano la fine della concertazione. Sarà sostituita dal dialogo sociale. Quale sia la differenza nessuno sa, o meglio si capisce dalle dichiarazioni del premier Berlusconi a Barcellona nei giorni scorsi: il governo decide, poi ne dà paternamente l’annuncio ai teleutenti. Se qualcuno non è proprio d’accordo (ad esempio tutti i sindacati, compreso quello di Alleanza Nazionale) non ha importanza, "la piazza non ci fa paura!"

Persino Angeletti e Pezzotta che avevano con coraggio tentato un dialogo con il governo, per evitare qualsiasi tentazione di sfruttamento politico dello sciopero, affermano che questo è il governo della Confindustria.

Ma nemmeno all’interno della stessa Confindustria c’è accordo sulla linea del governo. Molti imprenditori stanno manifestando la loro preoccupazione: il deficit pubblico aumenta, i capitali parcheggiati all’estero non rientrano, le privatizzazioni non procedono, l’occupazione al Sud diminuisce. La stessa famiglia Agnelli sta mettendo in guardia dai rischi del forte scontro sociale che si sta prospettando!

Perlomeno abbiamo fatto un passo avanti: Berlusconi ha mostrato la vera faccia del centrodestra!

Faccia che non è quella moderata di Casini che aveva messo in guardia da un attacco pericoloso (e inutile ai fini della ripresa economica) ai diritti dei lavoratori sull’articolo 18; che non è quella folk di Bossi (quello delle ampolle a Crissolo, o del tricolore usato per fini igienici), ma quella arrogante e esasperata di Berlusconi che vuole solo l’interesse di una parte degli italiani, i più ricchi! E non perde tempo a farsi le leggi per risolvere i suoi problemi personali! Il governo non ha paura di decidere, se la gente non è d’accordo non importa: sicuramente qualcuno tra gli elettori di Berlusconi comincerà ad avere qualche dubbio vedendo in pericolo i diritti acquisiti.

Non più concertazione tra le parti sociali quindi, ma addirittura esclusione del Parlamento dalla formulazione delle leggi: in nome del decisionismo si stanno assegnando deleghe rischiosissime al governo. Cosa ne farà la Signora Moratti della Scuola pubblica italiana? Cosa ne sarà delle pensioni? Cosa ne sarà del sistema sanitario? E delle tasse?

Chi ha votato Berlusconi si prepari a cocenti delusioni, anche sulla propria pelle: non bastano due telenovele o qualche ridicolo pettegolezzo televisivo a riempirci la pancia, ad assicurarci l’ospedale e le medicine, a garantire ai nostri giovani la formazione necessaria per poter lavorare! I nodi vengono al pettine prima del previsto!

La Margherita opera nell’Ulivo per un governo di tutti che ha portato il risanamento economico in Italia, che ha portato la pace sociale, che ha difeso i servizi sociali; ma attenzione le cose stanno cambiando a vantaggio di pochi: è bene che gli elettori se ne ricordino, anche in cabina elettorale!

Il Circolo albese della Margherita

(pubblicata su Gazzetta d'Alba del 3 aprile 2002 - pag.6)



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