LA STAMPA Venerdì 2 Novembre 2001
Stop alla guerra dell’acqua
Entra in funzione la nuova Autorità d'Ambito che servirà tutta la provincia. Commissariati otto
piccoli Comuni
CUNEO - Si è ulteriormente assottigliato il fronte dei
Comuni della Granda contrari all'Autorità d'Ambito, la struttura che, in base
alla Legge Galli, dovrà provvedere alla gestione unitaria a livello provinciale
dell'intero ciclo dell'acqua (captazione delle sorgenti, distribuzione e
depurazione). Un giro d'affari, secondo le prime stime, in grado di garantire un
gettito annuo di 70 miliardi. Per otto Comuni che fino all’ultimo si sono
opposti ad entrare nella nuova struttura (Castelnuovo Ceva, Frabosa Soprana,
Marene, Piasco, Roccaforte Mondovì, Rossana, Torre Bormida, Venasca) è scattato
il commissariamento: saranno cioè iscritti d'ufficio all'Autorità d'Ambito, al
fianco degli altri 242 Comuni che hanno invece aderito spontaneamente tramite
delibere di Consiglio. Tra le motivazioni che nei mesi scorsi hanno spinto
molte amministrazioni a guardare con sospetto all'Autorità d'Ambito, la paura di
essere espropriati dal controllo degli acquedotti locali e in futuro dover
pagare l'acqua che sgorga dai rubinetti ad un gestore estraneo al territorio.
Alcuni Comuni come Brossasco, Pontechianale e Celle Macra avevano minacciato il
ricorso al Tar. La decisione è però rientrata, tanto che la scorsa settimana
anche questi tre centri hanno aderito all'Ambito evitando in estremis il
commissariamento. A Brossasco hanno votato per l'adesione 12 consiglieri, mentre
il sindaco Domenico Amorisco si è astenuto. A Pontechianale i "sì" sono stati
sette, mentre i tre consiglieri di minoranza si sono detti contrari. A Celle
Macra, in Valle Maira, la decisione di aderire è stata presa a maggioranza:
quattro favorevoli e tre contrari (tra i contrari anche il sindaco Michelangelo
Ghio). Tra i motivi che hanno spinto i Comuni montani ad abbandonare il fronte
del "no" la decisione di destinare l'8 per cento dell'incasso annuo (5/6
miliardi di lire) alle aree alpine per la realizzazione di opere di difesa
idrogeologica. Una volta concluse le procedure di commissariamento, affidate a
Fiorenza Veglia, responsabile del Coreco di Cuneo, si procederà alla
composizione del Consiglio dell'Autorità d'Ambito, che sarà composto da 20
membri: undici rappresentanti delle Comunità montane, otto delegati delle aree
di pianura (Cuneese, Saluzzese, Saviglianese, Fossanese, Albese, Braidese e
Roeri) e dal presidente della Provincia. Al Consiglio spetterà il compito di
stabilire le tariffe, affidare la gestione del ciclo dell'acqua e coordinare gli
investimenti sul territorio. "Superate le polemiche - spiega Mario Riu,
assessore provinciale che ha coordinato le fasi di costituzione dell'Autorità
d'Ambito - stiamo ora spingendo i Comuni affinché costituiscano o aderiscano a
società di gestione dell'acqua. Si tratta di società come l'Acda di Cuneo, Calso
di Dogliani, Tanaro Acque di Alba, Alpi Acque di Fossano, Mondo Acque di
Mondovì. In provincia operano anche soggetti privati come l'Italgas o la Camuzzi
di Bra. L'obiettivo è avere un solo gestore a livello provinciale, in modo tale
da evitare una gara d'appalto internazionale. Questa ultima soluzione
significherebbe infatti farsi colonizzare da stranieri. Per quanto riguarda le
tariffe si stabilirà una differenziazione tra montagna e pianura. A proposito
dei piccoli consorzi irrigui esistenti a livello locale viene garantita
l’autonomia, ma non potranno accedere ai fondi di investimento previsti
dall'Autorità". "La Granda - conclude Giovanni Quaglia, presidente della
Provincia - ha importanti risorse come l'acqua. Una maggiore organizzazione sul
territorio ci permetterà di garantire servizi sempre più efficienti, senza dover
ricorrere necessariamente a gestori stranieri".
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