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La spa pubblico-privata non convince l'Ulivo (e in Consiglio Arbocco sconfessa Riu), ma tenta il Polo

Amos. Per fare salute o soldi?


Amos - l'azienda pubblico-privata che sta facendo discutere ad ampio raggio di sanità - è approdata al dibattito del Consiglio comunale albese. Un tema trasversale, che ha visto l'Ulivo - pur unito ad Alba - sconfessare per bocca del consigliere e segretario provinciale dei Democratici di sinistra Gianni Arbocco le posizioni tenute a livello provinciale dall'assessore del suo partito, Mario Riu. Ma anche la maggioranza di centro-destra ha messo in scena giudizi differenti. Per il sindaco Giuseppe Rossetto vi è stata una presa di posizione chiara da parte dei sindaci e dell'Asl 18. "A noi, oggi, non interessa conferire servizi ad Amos. Per il futuro si vedrà. Crediamo nell'ospedale unico. La programmazione e il controllo della sanità devono essere pubblici, pur considerando legittimo pensare a taluni servizi gestiti da privati". Rossetto ha avvertito: "Avremo pressioni e richieste. Che cosa risponderemo? Amos ha carattere pubblico. Se solo l'Asl 18 non entrerà, potrà restare isolata. Come affronteremo le carenze di personale?". "I Democratici di sinistra si rivedono in Lido Riba (il vice-presidente diessino del Consiglio regionale)", ha esordito il consigliere Gianni Arbocco. "Riu non riassume la nostra posizione e il Sindaco ulivista di Fossano, che si è dichiarato favorevole ad Amos, esprime il proprio pensiero, così come lo fanno i sindacati. Dal punto di vista formale, però, va detto che la posizione di Alba non è quella ora citata da Rossetto. Emilio Cravanzola ha acconsentito al progetto nella seduta del 19 novembre. La ragione per la quale Fulvio Moirano (il direttore dell'Asl di Cuneo, ndr) ha pensato Amos è lo sfacelo della sanità pubblica piemontese. Qui è in discussione l'assistenza sanitaria. Il centrosinistra chiede che l'Asl 18 non entri. Vogliamo un'unica Azienda provinciale o puntiamo a un degno presidio ospedaliero per Alba e Bra? Si convochi la Commissione competente e si approvi un ordine del giorno". Per il senatore Tomaso Zanoletti, consigliere dell'Unione dei democratici di centro (Udc), "la scelta convinta del servizio sanitario pubblico è stata fatta a livello nazionale, regionale e locale". Su Amos "bisogna avere grande attenzione e cautela, ma non dire "no" a priori al privato. Non c'è ragione rispetto alla legge, alle positive esperienze di altre regioni e alle nostre in altri settori. Il confronto va ripreso, ampliato e approfondito. Siamo ad una congiuntura che non offre altre opportunità. Occorrono nuove strade. Al momento la scelta non pregiudiziale pare giusta". Più deciso il capogruppo di Forza Italia Fausto Perletto. "Non mi fa paura la costituzione della società. In realtà, se ben gestita, è un modello valido. Amos conterà su una maggioranza pubblica. Manteniamouna posizione di attesa fino a che si siano valutati bene gli interessi del territorio, ma pensiamo a costruire qualcosa". Se Maurizio Marello (Margherita) ha evidenziato l'impegno delegato da tempo al sindaco Rossetto - "la sanità resti pubblica e Amos non lo è del tutto" -, Bruno Cravanzola (Alba 2000) ha pungolato il centrosinistra allarmista, che ha risposto per le rime. "Si vuole cambiar tono? Si dica che Amos andrà a Marene, il paese del forzista Guido Crosetto...".

COS’È
Amos spa (Azienda multiservizi sanitari e ospedalieri) è una sperimentazione gestionale voluta dall’ospedale "Santa Croce" di Cuneo per garantire flessibilità e minori costi, grazie a una società per azioni a capitale misto

COSA FA
L’attività di Amos è "limitata" a: laboratorio analisi, dialisi per cronici, riabilitazione, anestesiologia; servizi generali (lavanderia, cucina, mensa). La struttura sorgerà su un’area di 51.700 metri quadrati nel Comune di Marene

PRO: PERLETTO
"Amos non mi fa paura. Se ben gestita, è un modello valido. La società avrà una maggioranza pubblica. Manteniamo una posizione di attesa, fino a che non siano ben valutati gli interessi del territorio, ma costruiamo il nostro futuro"

CONTRO: ARBOCCO
"La ragione per la quale il Direttore dell’Asl di Cuneo ha pensato Amos è lo sfacelo della sanità pubblica piemontese. Qui è in discussione il futuro dell’assistenza sanitaria. L’Ulivo chiede che l’Asl 18 ne stia fuori"

(di Maria Grazia Olivero da Gazzetta d'Alba del 9 dicembre 2003)



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