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Alba, interpellanza dell'opposizione sulla casa di riposo. l'Assessore: "Cambiera' l'impresa". Cantiere di un nuovo fabbricato sospeso dal 2002

Altri ritardi per l'"Ottolenghi"


ALBA - Sono trascorsi dieci anni da quando, nel ‘93, fu affidata la progettazione dell'ampliamento della casa di riposo "Ottolenghi" per la costruzione di un nuovo fabbricato adiacente a quello esistente. Nel '97 i lavori furono appaltati, ma non sono mai stati conclusi, anzi sono sospesi dal 2002, dopo essere proseguiti per 4 anni a rilento, con numerose interruzioni. La lunga vicenda dell'"Ottolenghi" è stata rievocata in Consiglio su interpellanza dei consiglieri di opposizione Giovanni Arbocco, Piera Costa (Ds), Enzo Demaria, Mariangela Roggero, Maurizio Marello e Massimo Marengo (Margherita), che hanno chiesto informazioni sulla ripresa. L'assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Pelisseri, ha spiegato che dopo la rescissione del contratto con l'impresa Rosso Fratelli di Torino, con la quale è in corso un contenzioso, l'Amministrazione ha dato l'incarico all'architetto Guido Canali di progettare il completamento. Si dovrà procedere con una nuova gara d'appalto e cercare un'altra impresa. "Non mi sento di esprimere un termine per la conclusione dell'opera - ha detto Pelisseri -. Occorrerà un ulteriore finanziamento per realizzare una manica che colleghi la struttura vecchia a quella nuova". Saranno necessari altri fondi, dopo che la Fondazione Crc ha concesso un nuovo contributo di 1.500.000 euro. L'"Ottolenghi" è un istituto di diritto privato (Onlus), ma collegato al Comune. I ritardi sono motivo di malcontento e disagio. I consiglieri di opposizione hanno anche presentato un'altra interrogazione sui problemi sanitari: nuovo ospedale, scuola infermieri che non decolla, l'Asl 18 che ha ottenuto dalla Regione la quota pro capite più bassa del Piemonte. Il sindaco promuoverà un incontro con la direzione dell'Asl e prenderà iniziative come presidente della rappresentanza dei sindaci.
Il Consiglio ha approvato all'unanimità la delibera secondo la quale d'ora in poi sarà autorizzata solo l'apertura di ristoranti tipici, che dovranno sottoscrivere diversi impegni tra i quali esclusivamente l'uso del tartufo bianco di stagione e dovranno esporre menu e prezzi all'esterno del locale.

(da LA STAMPA del 7 maggio 2003)



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