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Ex canonica e oratorio del Duomo. La minoranza contesta sopraelevazione. Maggioranza e opposizione divise dal recupero

Alba litiga su un fabbricato


ALBA - Il grande immobile nel cuore del centro storico (ex canonica e oratorio del Duomo), ora di proprietà privata, che si estende su un isolato tra le vie Vida e General Govone fino a piazza Vittorio Veneto, è al centro di vivaci polemiche legate al suo recupero. Il problema è stato affrontato l'altra sera in Consiglio comunale con aspre critiche da parte dei consiglieri di opposizione di centrosinistra (Margherita e Ds), che hanno abbandonato l'aula al momento del voto della delibera di variante al piano regolatore per consentire gli interventi, delibera che è stata poi approvata dalla maggioranza. Si tratta di vecchi fabbricati, comprendenti un edificio nobile, palazzo Govone-Caratti di architettura tardomedievale-rinascimentale, nonché di costruzioni più recenti tra via Govone e piazza Vittorio Veneto e all'interno del cortile, di nessun valore artistico, ma che fanno parte del "tessuto storico della città". E' stato presentato un piano di recupero da parte dei proprietari e il Comune ha deciso la variante urbanistica per consentirne l'attuazione. Il contenzioso non riguarda la ristrutturazione del palazzo nobile, ma la prevista sopraelevazione a tre piani fuori terra del fabbricato su piazza Vittorio Veneto (di fronte al teatro Sociale), al posto dell'attuale unico piano, utilizzando la volumetria di costruzioni esistenti all'interno del cortile che verrebbero abbattuti. Molto critico l'ex sindaco Enzo Demaria: "Siamo contrari alla sopraelevazione perché stravolgerebbe la veduta in un angolo storico e suggestivo, uno degli ultimi scorci sul centro storico con lo sfondo della Cattedrale. Quella veduta è come un quadro d'autore che deve rimanere come testimonianza del passato. Oltre a ciò, riteniamo discriminatorio nei confronti degli altri cittadini autorizzare la sopraelevazione con una variante al piano regolatore che non la permetterebbe". Replica il sindaco Giuseppe Rossetto: "Sono stati disposti studi approfonditi, affidati a professionisti come l'architetto Giuseppe Carità, e c'è il nulla osta della Soprintendenza con precise prescrizioni. I volumi non verranno aumentati e non si ostacolerà la vista del campanile e delle guglie del Duomo, sarà ridefinita piazza Vittorio Veneto. Una trasformazione che porrà fine allo stato di abbandono".

(da LA STAMPA del 1°ottobre 2003)



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