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Nuova provincia Alba-Bra-Carmagnola: tra circondari mai istituiti, città metropolitana e provocazioni...

Alba capitale. Al posto di Cuneo


La nuova provincia torna alla ribalta attraverso un convegno che si terrà ad Alba il 15 marzo. Questa volta lo rilancia, con spiccato accento pragmatico, la Margherita provinciale. Nella sala Beppe Fenoglio, alle 21, si parlerà di: Quelli che... i circondari amministrativi, una risposta concreta e immediata al problema dell’autogoverno di Alba, Bra, Langhe e Roero. «Pensiamo a una provincia leggera, realizzata nei fatti e nei servizi», spiega il referente albese del partito di Rutelli e organizzatore dell’incontro, Mariano Rabino. «Evidenzieremo l’organizzazione – mancata – dei circondari quale possibile modalità di autogoverno dell’area e, perché no, ipotetico primo mattone, già deliberato nel 1998, della provincia con Bra e Carmagnola».
Saranno presenti in qualità di relatori il presidente della Provincia di Cuneo Giovanni Quaglia, l’assessore provinciale Antonio Degiacomi, il candidato della Margherita alla presidenza della Granda Elio Rostagno, numerosi sindaci, tra i quali quelli di Alba, Bra e Carmagnola, il direttore e il presidente dell’Associazione commercianti Giancarlo Drocco e Gian Giacomo Toppino, il Presidente della Comunità collinare del Roero, il Presidente dell’Unione dei Comuni del Barolo, il Presidente di Sei in Langa. Ci sarà pure Gianluca Costa, montatese, consigliere di Forza Italia al Comune di Torino. La sua è, in ordine di tempo, l’ultima idea emersa. In questo caso si punta dritti all’inclusione di Carmagnola. «Una proposta di legge, ora in discussione al Senato e alla Camera, mira a dare attuazione a un nuovo soggetto istituzionale, la città metropolitana, inserita con la legge costituzionale n. 3 del 2001, quale soggetto della Repubblica. La proposta deve attendere l’approvazione nazionale e la normativa regionale di riordino delle circoscrizioni, ma fa discutere», spiega Gianluca Costa.
Come potrebbe influire sulla nuova provincia? «Torino, quale città metropolitana, potrebbe accorpare a sé centri come Venaria, Settimo, Moncalieri, Grugliasco, Rivalta e Rivoli. In questo modo verrebbe meno la funzione stessa della provincia di Torino, che potrebbe essere "ricomposta" anche nel canavese e nel pinerolese. La zona di Chieri potrebbe entrare nell’astigiano e Carmagnola unirsi ad Alba e Bra». Più scettico, sebbene possibilista, appare il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Toselli, il quale aveva garantito, con le forze d’opposizione, il via libera regionale alla richiesta d’istituzione per Alba-Bra, alla fine degli anni Novanta. «Preferisco agire con i fatti, piuttosto che con le parole», riflette il sindaco di Alba, Giuseppe Rossetto, il quale tenta la provocazione: «L’esigenza di rappresentatività e di servizi è reale, ma si può concretizzare in tanti modi. Non è detto che piccolo sia sempre bello. Per contare di più potremmo lanciare l’idea di spostare la capitale da Cuneo ad Alba...». «L’idea della nuova provincia Alba-Bra-Carmagnola è stata rilanciata», commenta il direttore dei commercianti albesi Giancarlo Drocco. «Siamo d’accordo, anche se qualche dubbio emerge in merito all’omogeneità territoriale. D’altro canto le concretezze di carattere amministrativo e le esigenze del territorio superano le dialettiche di parte. L’idea della città metropolitana rende la provincia Alba-Bra-Carmagnola – che vogliamo leggerissima, con i soli servizi indispensabili – più vicina. Per Alba si tratta di una grande opportunità per siglare un forte stretto legame con Torino dal punto di vista viario, ferroviario, ma anche culturale ed economico. La capitale del Piemonte è più vicina di Cuneo e, tutto sommato, Carmagnola, con cui abbiamo in comune il Tribunale, può rappresentare un bacino di addetti per il nostro turismo, un filone che la città del torinese insegue».

(di Maria Grazia Olivero da Gazzetta d'Alba del 2 marzo 2004)



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