Da LA REPUBBLICA del 28 gennaio 2004
Dai magistrati contabili attacco alla discrezionalità del ministero dell'Economia:
"Decisioni che prevaricano il Parlamento". "Un caso unico in Occidente"
Abuso di una tantum e di consulenze, poca trasparanza, gravi sprechi di risorse
Corte dei Conti contro Tremonti
ROMA - Troppa ''discrezionalità" sui conti pubblici è lasciata
al ministro dell'Economia, una discrezionalità che non ha pari negli altri paesi
dell'Occidente". Dopo l'attacco ieri del governatore di Bankitalia Antonio
Fazio, è oggi la Corte dei Conti a dare addosso al ministro Giulio Tremonti.
Nella relazione sullo stato della giurisdizione e dei controlli, la magistratura
contabile accusa il dicastero di Tremonti di prevaricare il Parlamemento con
decreti legge e interventi una tantum, di ricorrere a troppe consulenze esterne
e di gestire i conti pubblici con poca trasparenza e con gravi sprechi di
risorse. I magistrati della Corte dei Conti, elencando una per una le falle
dell'amministrazione pubblica, auspicano il restauro di "una generale cultura
del controllo e della responsabilità". Vediamo, punto per punto, le accuse della
Corte dei Conti.
Troppa discrezionalità a Tremonti: il caso del
decreto 'taglia-spese' del 2002 "Alla fine del 2002 il decreto legge
taglia-spese ha spostato l'asse decisionale dal Parlamento al governo e alla
Ragioneria, indebolendo la resistenza della decisione parlamentare del bilancio
e delle leggi di spesa e di entrata, con l'attribuzione di una discrezionalità
al ministro dell'Economia che non ha riscontro nel panorama comparatistico delle
democrazie dell'Occidente".
Il caso della Finanziaria 2004 La
sessione di bilancio 2004 "ha travolto la procedura parlamentare condivisa,
seguita dall'inizio degli Anni 90, affidando la manovra fuori dalla disciplina
della sessione di bilancio, ad un decreto legge".
Troppe misure una
tantum, poca trasparenza "Poca trasparenza nel bilancio delle pubbliche
amministrazioni, coperture finanziarie 'inconsistenti' per la riforma del fisco
e per quelle del settore del Welfare, troppe operazioni una tantum, che hanno
avuto la funzione di tamponare momentaneamente la situazione del disavanzo
rinviando però gli oneri agli anni successivi". La magistratura contabile mette
in rilievo ''seri problemi di trasparenza'' dei conti pubblici, anche a causa
degli interventi in materia di patrimonio e di privatizzazioni immobiliari e a
causa del ''crescente ricorso ad operazioni poste al di fuori del bilancio e dei
conti della P.A.''. Tutto questo ''ha reso ancora piu' opaca la conoscibilita'
ex ante e la trasparenza del rendere conto ex post''.
Abusi
consulenze private, sprechi risorse Una nuova forma di spreco di denaro
sta prendendo sempre più piede nella pubblica amministrazione: l'abuso delle
consulenze chieste ai privati, che nel 2003 sono cresciute di oltre il 50%.
Nella mappa degli sprechi, i magistrati contabili ribadiscono anche quest'anno
che continua a essere "forte" l'evasione fiscale, così anche le gestioni fuori
bilancio, l'amministrazione del demanio e del patrimonio, quella del personale,
il recupero dei crediti, la gestione della sanità. Ma il maggiore aumento
quantitativo e percentuale delle ipotesi di danno è quella connessa non all'uso,
ma all'abuso delle consulenze chieste dalle Amministrazioni a privati e degli
incarichi ad essi attribuiti. Tutto ciò "contribuisce di conseguenza d aggravare
i costi di gestione, a mortificare la professionalità di pubblici dipendenti e a
far sorgere il sospetto di favoritismi". Nel 2003 il costo delle consulenze "ha
raggiunto, specie negli enti pubblici economici e nelle Spa a partecipazione
pubblica, punte di incremento annuale di oltre il 50%, in termini numerici e di
costi".
Condoni Le entrate straordinarie da condoni fiscali
sembrerebbero avere "un ruolo solo in parte aggiuntivo rispetto alle entrate
ordinarie". La magistratura contabile sottolinea anche che l'importo
complessivamente atteso per l'esercizio finanziario 2003 da condoni e sanatorie
è di 12,6 miliardi di euro. Il fatto che i condoni avrebbero un ruolo "solo
in parte aggiuntivo" sul complesso delle entrate è collegabile, secondo la
Corte, "alla fisiologica contrazione dei versamenti a titolo di accertamento e
controllo".
Insuccesso del governo nel sommerso I programmi
del governo per sconfiggere il sommerso "non sembrano aver avuto molto
successo". Se il programma messo in campo dalla precedente legislatura "è
rimasto sostanzialmente inattuato", gli strumenti messi in campo dal nuovo
governo hanno ottenuto risultati modesti". Secondo la magistratura contabile,
"il fenomeno del sommerso continua ad avere in Italia dimensioni molto maggiori
di quelle riscontrate negli altri Paesi dell' Ue" e "secondo studi comparativi
svolti in sede internazionale, la quota sul Pil dell' economia sommersa sarebbe
in Italia del 26,2%".
Restaurare cultura controllo "Qualunque
sia il settore, pubblico o privato, in cui una gestione di pubbliche risorse si
trovi ad operare ciò non significa affatto che il concetto di discrezionalità
amministrativa possa tramutarsi in autonomia privata e in irresponsabilità di
fatto: il rispetto del cittadino contribuente, sostanziale azionista delle
aziende pubbliche, moralmente e giuridicamente lo vieta".
|