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Da REPUBBLICA del 22 settembre 2003

Nuovo colpo alla credibilità del racconto di Marini sulla maxi tangente che sarebbe stata pagata ai leader dellŽUlivo. Il "fondo virtuale" alla Paribas è sotto inchiesta già dal 2001 Individuato lŽautore dellŽ"intrusione" nei circuiti telematici della banca monegasca

Telekom, spunta la truffa riciclata

di Alberto Custodero

ROMA - È Marco Russo, lŽex amministratore delegato del Foggia Calcio, lŽanello mancante che collega Igor Marini ai fondi virtuali della banca Paribas di Monaco. È, questa lŽultima novità emersa dallŽinchiesta del procuratore torinese Marcello Maddalena e del suo aggiunto Bruno Tinti, che da alcuni mesi indagano sulle dichiarazioni del faccendiere Igor Marini che ha accusato Dini, Fassino e Prodi (nomi in codice Ranocchio, Cicogna e Mortadella), di aver incassato una maxi tangente proveniente dallŽaffaire Telekom Serbia. LŽultimo tassello spuntato nel fascicolo della procura torinese arriva dopo la rogatoria che i due investigatori hanno compiuto a Monaco, negli uffici Paribas. Marco Russo era stato arrestato dalla procura di Roma nel 2001 nellŽambito dellŽindagine della guardia di finanza denominata euroclear che coinvolse persone famose come lŽex calciatore Giorgio Chinaglia (interrogato come testimone), e altri 8 personaggi - tutti finiti in carcere - legati, secondo la guardia di finanza, a camorra e 'ndrangheta. Gli inquirenti romani avevano definito Marco Russo "il colletto bianco" dellŽorganizzazione, un abilissimo broker finanziario che predisponeva via Internet la documentazione dalla quale risultavano fittizie disponibilità allŽestero. La banda, secondo le accuse di allora, si occupava di truffe internazionali attraverso lŽuso di sofisticati strumenti bancari chiamati "evidenze fondi" negoziati sul sistema telematico europeo euroclear. LŽinchiesta era partita allŽinizio del 2001 in seguito alle segnalazioni di alcune banche estere (fra queste, pare, anche la Paribas). Gli istituti stranieri lamentavano in alcuni casi di avere concesso prestiti a fronte di documentazione telematica fittizia predisposta dal broker Marco Russo. Punto dŽincontro fra lŽinchiesta del procuratore Maddalena in corso a Torino sorta sulle dichiarazioni di Marini e quella romana del 2001 è Thomas Persen, il consulente italo-cinese titolare del conto Zara di Innsbruck sul quale - a detta di Marini - sarebbe transitata una parte della presunta tangente Telekom-Serbia. Mares, infatti, che comparve nellŽinchiesta romana come testimone, ha ammesso ai magistrati Maddalena e Tinti di aver incontrato una sola volta, in un albergo di Roma, nellŽestate del Duemila, proprio Marco Russo, per parlare di come far fruttare titoli virtuali tipo quello da 120 milioni di dollari inserito sui terminali della Paribas. A presentare Mares a Russo, in quellŽhotel romano, erano stati Formica e Perrotta, i due operatori finanziari che hanno avuto contatti con lŽavvocato Fabrizio Paoletti e la sua "banda": il notaio svizzero Gianluca Boscaro (morto in un incidente aereo), Zoran Persen, Rados Tomic e lo stesso "Conte Igor". Ecco così svelato il mistero dei soldi "fantasma" alla Paribas: non esisteva una tangente da riciclare, cŽera solo un fondo inventato di sana pianta da un gruppo di specialisti in truffe telematiche. Marini non ha dunque che partecipato al tentativo di ottenere linee di credito (cioè soldi), garantiti da titoli falsi inseriti nei circuiti euroclear da Marco Russo e soci. Se qualche banca avesse abboccato, cioè se avesse concesso finanziamenti sulla garanzia fantasma di euroclear, i truffatori sarebbero diventati tutti ricchi. I magistrati torinesi, dopo aver chiarito che dietro allŽevidenza fondi da 120 milioni di dollari della Paribas non cŽera una tangente serba, ma solo un gruppo di specialisti in truffe telematiche bancarie, sta ora per aprire un nuovo capitolo dellŽindagine Telekom-Serbia: chi cŽè dietro Marini?




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