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DIBATTITO SULLA
GUERRA IN AFGHANISTAN

Da LA STAMPA 11 ottobre 2001

Lettera ai pacifisti da un ragazzo di sinistra

di Lorenzo Ninci

Vorrei portare alcuni argomenti per far riflettere i pacifisti, più o meno sinceri, che in questi giorni si attiveranno ancor più per criticare l'azione americana. Farò una breve premessa: niente ho da dire a coloro che, per presa di posizione puramente di tipo morale (sia o no fondata su principi di fede) rifiutano ogni tipo di intervento militare. Non condivido queste posizioni, però rispetto l'onestà intelletuale di chi rifiuta sempre e comunque l'uso della forza, e non credo che qualunque tipo di argomento politico, per quanto valido, possa essere usato come elemento di convincimento nei confronti di queste persone.

Per tutti gli altri invece: 1) Vi prego di non utilizzare più l'argomento (falso) che l'unico intervento legittimo sarebbe quello dell'Onu. L'Onu si è già espressa (molte volte) in questo mese per legittimare l'intervento americano. Di più non può fare, l'Onu non dispone di un esercito proprio né di un vero e proprio organo esecutivo che possa agire indipendentemente. Non confondetevi con i caschi blu, che sono solo forze (di singoli paesi) prestate per operazioni di mantenimento dell'ordine in aree a rischio. L'Onu può solo legittimare o meno l'operato degli Stati membri, ed è quello che ha fatto adesso con gli Stati Uniti, ma non condurre direttamente o indirettamente operazioni di guerra o di polizia.

2) È vero che nessuna guerra ha mai risolto i problemi politici. Tutte le persone di buon senso sanno che le cause prime del terrorismo (mancanza di democrazia, di cultura, di un benessere minimo...) non si sradicheranno con questa guerra.Di più, da persona di sinistra capisco la legittimità di (alcune) critiche alla politica che gli Stati occidentali hanno perseguito negli ultimi anni nei confronti del mondo arabo, soprattutto lo scarso impegno verso la questione palestinese (quando non la partigianeria irresponsabile a favore di Israele). Detto questo, una cosa è il terrorismo in genere, altra cosa è questa organizzazione, Al'Qaida, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli di pericolosità e potenza inimmaginabili. Non credete che la neutralizzazione di questa organizzazione risponda non solo a un'esigenza di giustizia per quello che è successo negli States, ma anche di sicurezza?

3) Si contrappone alla scelta della guerra quella di un'operazione di polizia (...condotta dall'Onu, vedi punto 1).Mi sembra l'ennesima distinzione strumentale. Sotto certi aspetti questa è già un'operazione di polizia, il nemico non si identifica né con lo Stato dell'Afghanistan né tantomeno con gli afghani, bensì con i terroristi e l'oligarchia dei Talebani che li sostiene, oltre a tenere in schiavitù l'intero paese. Sotto altri aspetti non si può prescindere, visto la realtà delle cose, da un uso della forza piuttosto massiccio (da qui la definizione di guerra).Signori, i Talebani non sono quattro fratelli latitanti di Corleone, sono un’oligarchia numerosa e potente, che controlla un esercito e un intero paese, ma cosa vuol dire un'operazione di polizia? Pensateci bene, un esercito intero, il territorio di un intero paese, come vorreste fare? Mandiamo due volanti al confine? Caselli con un mandato di cattura? Ma via, siamo seri, l’altro giorno in televisione Bertinotti proponeva una soluzione sul modello della lotta al terrorismo basco ("...gli spagnoli mica bombardano i Paesi baschi...", parole sue, giuro). È vero, non ci aveva pensato nessuno, bastava fare il 112 e denunciare Bin Laden... Non c'è proprio limite al senso del ridicolo.

4) So che l'intervento provocherà vittime civili, e questa è una tragedia. Siamo convinti che gli americani faranno di tutto per evitarlo eppure non ci riusciranno completamente, perché è impossibile.Lo ripeto, anche la morte di un solo civile è una tragedia (per me in realtà lo è anche la morte di un soldato, di un terrorista, perfino di Bin Laden, perché sono contrario alla pena di morte). Però credo che di fronte a un pericolo così grande per l'umanità il massimo delitto sarebbe l'incapacità di reagire. Ci sono valori che vanno difesi a ogni costo. Credo che chi non condivide questa opinione o rientra nella categoria dei pacifisti assoluti (la forza mai in nessun caso), oppure dovrebbe ancora una volta spiegare chiaramente a tutti come ottenere il fine preposto.

5) Un consiglio accorato. Non sprecate le tante buone ragioni che ha la cultura di sinistra per far sentire la sua voce. Ve lo chiedo con il cuore in mano. Non annacquate i grandi temi della giustizia e della solidarietà (e del pacifismo), svilendoli e rendendoli quasi odiosi, in un mare di propaganda ideologica e preconcetta. Non è così che si convincono gli altri e che si cambia il mondo. Smettete di vedere l'Occidente e il mercato come il toro la bandiera rossa del torero. Lasciamo a casa gli slogan, proviamo a ragionare, sempre.




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