Da LA REPUBBLICA del 5 luglio 2002
Lavoro, fisco, spesa sociale: ecco cosa prevede l'accordo firmato da governo e parti sociali
Lavoro, cosa prevede il "patto per l'Italia"
ROMA - La bozza del "Patto per l'Italia - contratto per il
lavoro", che di fatto sintetizza i lavori dei quattro tavoli tecnici su lavoro,
fisco, sommerso e mezzogiorno, è stata approvata dalle parti sociali, esclusa la
Cgil. Ecco i punti portanti dell'accordo.
5,5 miliardi di euro per
diminuire le tasse. Il Governo si impegna a stanziare almeno 5,5 miliardi di
euro per la riduzione della pressione fiscale sui redditi fino a 25.000 euro
l'anno ma anche a una riduzione di almeno due punti dell'Irpeg e a reperire 500
milioni di euro per avviare dal 2003 la riforma dell'Irap. Il Governo si è
impegnato anche a considerare la condizione familiare del contribuente
attraverso un aumento delle deduzioni. Dovrebbero essere esenti i redditi da
pensione al minimo. In pratica un operaio con un reddito di 8.893 euro l'anno,
risparmierà circa 576 euro mentre per un pensionato ai minimi (516 euro al mese)
l'impatto positivo sarà di 287 euro.
Licenziamenti più facili. La
sospensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per tre anni
riguarderà le imprese che facendo nuove assunzioni a tempo indeterminato (anche
part time) supereranno il limite dei 15 dipendenti. L'articolo 18 invece
continuerà ad applicarsi nel caso di una nuova azienda che nasce con un numero
di lavoratori superiore ai 15. I tre anni inizieranno dall'entrata in vigore dei
decreti legislativi. La norma non potrà essere applicata ai datori di lavoro che
occupavano più di 15 dipendenti nei 12 mesi precedenti all'entrata in vigore dei
decreti.
Indennità disoccupazione. L'indennità di disoccupazione
sarà aumentata al 60% della retribuzione nei primi sei mesi dopo la perdita del
posto di lavoro. Calerà nei tre mesi successivi al 40% e negli ultimi tre mesi
al 30%. Per questo obiettivo il Governo si è impegnato a stanziare 700 milioni
di euro l'anno. La durata massima del sussidio comunque non potrà essere
superiore ai 24 mesi (30 nel Mezzogiorno) nell'arco del quinquennio. E' previsto
un controllo periodico sullo stato di disoccupazione di chi percepisce
l'indennità.
Chi rifiuta un posto perde il sussidio. Si perde il
diritto al sussidio nel caso di rifiuto della formazione, di altra misura o
occasione di lavoro, o di prestazione di lavoro
irregolare.
Ammortizzatori. L'aumento dell'indennità di
disoccupazione è solo la prima misura di una riforma più ampia degli
ammortizzatori sociali che punta a una protezione "generalizzata e omogenea dei
disoccupati involontari". Protezioni integrative potranno essere liberamente
concordate tra le parti sociali con prestazioni autofinanziate e gestite da
organismi bilaterali.
Conferma della validità della politica dei
redditti. Governo e parti sociali convengono che "una efficace politica dei
redditi è lo strumento principale per dare stabilità e forza alla crescita
economica" per perseguire l'equilibrio della finanza pubblica e per
salvaguardare il potere d'acquisto delle retribuzioni.
Welfare to
work. Il patto punta a aumentare l'occupazione per raggiungere il 70% di
tasso di attività nel 2010. Per questo dovranno essere potenziati i servizi per
l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Entro un anno i servizi pubblici e
privati dovranno essere collegati tra loro con il sistema informativo Sil. Il
Governo si impegna anche a sviluppare iniziative di educazione permanente per
700.000 persone l'anno.
Mezzogiorno. Il Governo punta a un tasso
di crescita del Mezzogiorno "significativamente e stabilmente superiore a quello
medio dell'Unione europea e del resto del Paese". . L'obiettivo è di
raggiungere un tasso di attività del 60% entro il 2008. Le risorse aggiuntive
rivolte al Sud dovrebbero essere mantenute nella prossima Finanziaria in una
percentuale di Pil "almeno pari a quella media degli ultimi anni". Le risorse
ordinarie destinata agli investimenti nel Sud dovrebbe essere non inferiore al
30% del totale della spesa del settore pubblico allargato. La quota del 30% deve
essere applicata sia alle assegnazioni sia all'effettiva erogazione di
risorse. Nell'ambito degli strumenti di incentivazione il Governo conferma
l'ipotesi di rendere cumulabile per il Sud la Tremonti bis con lo strumento del
credito di imposta.
Cessione ramo d'azienda. La modifica delle
regole sulla cessione del ramo di azienda sarà completamente conforme alla
normativa comunitaria. Ci sono quindi garanzie per il mantenimento dei diritti
dei lavoratori in caso di trasferimento di imprese, di stabilimenti o di parte
di stabilimenti. E' comunque previsto il requisito dell'autonomia funzionale del
ramo di azienda nel momento del trasferimento.
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