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Da LA STAMPA 1° settembre 2002

L'Italia torna ad essere più "corrotta"

Mani sporche

di Antonio Di Pietro

È passato quasi inosservato il grido di dolore lanciato nei giorni scorsi da Jeremy Pope presentando una ricerca di Transparency International (una importantissima ed indipendente organizzazione non governativa dell’Onu) sullo stato della corruzione nel nostro paese e sulle conseguenze di essa per l’economia e per lo sviluppo dei rapporti commerciali con gli operatori internazionali. Egli ha segnalato che, sulla base della ricerca effettuata, l’Italia risulta per l’anno 2002 al 31° posto della speciale "classifica" redatta da T.I.

Per intenderci, dopo la Namibia e la Slovenia, dopo l’Uruguay e persino dopo il Botswana. Purtroppo anche dopo tutti gli altri paesi della Comunità europea (ad eccezione della Grecia). L’anno scorso eravamo al 29° posto, prima del 1992 (e quindi prima della primavera di Mani Pulite) eravamo all’incirca al 40° posto. Poi le inchieste giudiziarie ed il risveglio morale hanno fatto spaventare per un po’ i corrotti ed i corruttori ed infatti dal ‘92 al 2000 vi è stato un progressivo recupero.

Ora invece, a partire dall’anno scorso, vi è una inversione di tendenza ed un "ritorno all’antico". Una tendenza che ha già avuto dei contraccolpi negativi per il nostro paese giacché - come ha ammonito Pope - "...la situazione in cui devono operare i businessmen di tutto il mondo in Italia è sempre più difficile ed inaffidabile...". Da qui la "fuga" in atto di capitali e di investimenti stranieri dovuta alla "caduta di credibilità" internazionale delle nostre istituzioni pubbliche e finanziarie.

La ragione di questo crollo è - sempre secondo il predetto istituto di ricerca - dovuta al fatto che "...l’Italia vive un indebolimento del potere giudiziario e dello stesso "rule of law", del valore della legge...". Traduzione: gli attacchi e la delegittimazione alla magistratura portati avanti con virulenza (aggiungo io - ma sappiamo tutti - soprattutto dagli "uomini di Berlusconi"), senza alcun rispetto per il ruolo di garanzia, controllo e tutela della legalità che i giudici esercitano per il buon funzionamento di uno Stato democratico, ha minato la credibilità del nostro paese nel panorama politico istituzionale e finanziario internazionale.

Ora Transparency International certamente non può essere accusata di essere di "sinistra" o "filogiustizialista", come non possono essere accusati di simili sciocchezze tanti altri osservatori internazionali (uno per tutti, il Financial Times). Allora, bisogna chiedersi quali sono le ragioni per cui gli operatori internazionali vedono indebolito il ruolo della magistratura. Al riguardo specifica Pope: "...una serie di recenti provvedimenti presi in Italia hanno reso più difficili indagini e processi internazionali...".

Già, ma chi ha voluto prendere questi provvedimenti e perché? Lo sappiamo tutti: Silvio Berlusconi ed i suoi amici. Lo hanno fatto per "uso personale" (sfuggire ai processi milanesi) ma hanno prodotto un "danno pubblico" enorme. Se questo è il problema è inutile far finta che non esiste. Quando c’è una malattia bisogna intervenire se si vuol salvare il paziente (indipendentemente dal fatto che uno è di destra o di sinistra).




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