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SAN VALENTINO
(14 febbraio)
Nel IV secolo a.C. i
Romani celebravano i Lupercali, ovvero i festeggiamenti in onore del dio
Lupercus, protettore delle greggi. I Lupercali si celebravano in febbraio, mese
in cui ci si preparava all’arrivo della primavera, la stagione della rinascita.
E all’interno dei Lupercali aveva luogo un evento molto atteso dalla gioventù
romana, una vera e propria lotteria dell’amore, i primi club privé documentati
dalla storia. I nomi delle donne e degli uomini devoti a Lupercus venivano
mescolati in un’urna. Quindi un bambino estraeva i nomi, formando così delle
coppie casuali, che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità per
consolidare il rito della fertilità.
Anche quando il Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero, i
Lupercali rimasero una ricorrenza importante per i Romani, fino al V secolo dopo
Cristo. Papa Gelasio, per sopprimere la connotazione pagana della festa dei
Lupercali, dirottò l’attenzione su San Valentino, vescovo di Interamna,
l’odierna Terni. Due secoli addietro, il 14 febbraio del 270 d.C., Valentino era
stato lapidato e decapitato su ordine dell’imperatore Marco Aurelio Claudio
Quintillo in quanto univa nel matrimonio cristiano giovani coppie contravvenendo
al rito di Lupercus.
Ecco quindi che il Santo degli Innamorati ben si prestava a far convergere sul
14 febbraio le connotazioni sentimentali dei Lupercali.
Col tempo anche il dio greco dell’Amore, Eros (Cupido per i latini) si unì ai
festeggiamenti amorosi. La Festa degli Innamorati trova sempre nella leggenda di
Valentino l’usanza dei biglietti d’amore. Pare che Valentino, in attesa
dell’esecuzione, si innamorò della figlia del guardiano e che prima di morire le
lasciò il biglietto con scritto : “Dal tuo Valentino”.
Il “biglietto di San Valentino” è sopravvissuto al suo autore e ai secoli : nel
1780 vennero stampati i primi biglietti di San Valentino e ancora oggi quelli
che per i tedeschi sono i “biglietti dell’amicizia”, per gli americani sono
semplicemente i “Valentine”.
FESTA DELLA
DONNA (8 marzo)
Le origini della
festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di
questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono
per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr.
Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di
uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere
all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne
proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa
Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
Questo triste avvenimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi
ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati
Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle
operaie morte nel rogo della fabbrica.
Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che
vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e
alla condizione sociale, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale,
diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che
la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza
per il proprio riscatto.
Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni di donne
organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, cercando di sensibilizzare
l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della
donna,
E’ molto attesa anche dai fiorai che in quel giorno vendono una grande quantità
di mimose, divenute il simbolo di questa giornata.
È molto attesa dai ristoratori che vedono i loro locali affollati,senza sapere
magari cosa è realmente accaduto l'8 marzo del 1908,
E’ anche attesa da molte donne che approfittano di questa giornata per uscire da
sole con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della
"trasgressione…."
Quindi, sebbene non si manchi di festeggiare queste data, è andato in massima
parte perduto il vero significato di questa festa celebrativa.
FESTA DEL PAPA’
(19 marzo)
Il 19 marzo ricorre,
in concomitanza con la festa di San Giuseppe, la festa del Papà. Questa
coincidenza non è un caso; da un lato perché incarna la figura del padre e del
marito atavico, (essendo il marito di Maria e padre di Gesù Cristo), e dall'atro
perché nella tradizione popolare protegge oltre che i poveri anche gli orfani,
le ragazze nubili, e, in virtù della sua professione, anche i falegnami (non a
caso questi ultimi sono i principali promotori della sua festa).
Le origini della festa pare vengano dai lontani Usa. E’ qui che una giovane
donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre. Da allora sono passati
ben due secoli. Quando la festa fu esportata in Italia si decise di
differenziarla dalla gemella statunitense la quale l’associava al compleanno del
Signor Smart che ricorreva a giugno. Si decise infatti di festeggiarla il giorno
di san Giuseppe e di proclamarla come festa nazionale. (che ricorre appunto il
19 marzo) La festa di San Giuseppe è caratterizzata da diverse manifestazioni ,
alcune sono ancora in vigore , altre pare siano cadute in disuso. Poiché in
questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese
straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata la richiesta di
un riparo per il parto e poiché questo atto viola due sacri sentimenti:
l'ospitalità e l'amore familiare, esso viene ricordato in molte regioni con
l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il
19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe.
In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti
dal padrone di casa. In altre città ,poiché la festa di San Giuseppe coincide
con la fine dell’inverno si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria,
effettuati nel passato pagano , in questa occasione si bruciano i residui del
raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle
piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi
salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi
riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle,
che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di
questa festa.
FESTA DELLA
MAMMA (8 maggio)
La festa della mamma
ha origini antichissime, poiché già gli antichi Greci dedicavano alle loro
genitrici un giorno dell'anno, festeggiando la dea Rea, madre degli dei. Feste
in onore della nascita e della maternità venivano celebrate anche tra gli
antichi Romani, che salutavano l'arrivo di maggio e della primavera con
un'intera settimana di festività, dedicate alle rose e alle donne. Come i
romani, anche gli antichi Umbri, a maggio, ricordavano la dea dei fiori e
regalavano rose alle loro amate. Una 'festa della mamma', veniva celebrata anche
nell'Inghilterra del 1600. Nel XVII secolo infatti, in Gran Bretagna, la quarta
domenica della Quaresima, veniva celebrato il 'Mothering Sunday', il giorno in
cui chi lavorava lontano da casa poteva tornare dai genitori e onorare la
propria madre, offrendole il dolce 'Mothering cake'.
Questa festa pagana, con il diffondersi del cristianesimo, venne acquisita dalla
Chiesa, divenendo il giorno in cui si celebrava la 'Madre della Chiesa : forza
spirituale della vita e protezione dal male, ma anche la propria madre terrena.
Ma la 'madre' dell'evento che oggi viene festeggiato in quasi tutto il mondo, fu
una donna americana. La festa della mamma, festeggiata la seconda domenica di
maggio ha infatti origine negli Stati Uniti. Inizialmente proposta dalla signora
Julia Ward Howe, nel 1872, come giorno dedicato alla pace, divenne una festa
nazionale nel 1914, grazie alle petizioni di Ana Jarvis di Philadelphia. Ana
Jarvis, infatti, nel 1907, desiderosa di ricordare l'anniversario della morte di
sua madre, persuase la sua parrocchia a Grafton, nel West Virginia, a celebrare
l'evento la seconda domenica di maggio.
L'anno successivo tutta Philadelphia festeggiò la festa della mamma. I
sostenitori della Jarvis iniziarono quindi a scrivere a ministri e uomini
d'affari per proporre la festa come giorno nazionale, e già dal 1911 l'usanza si
era diffusa in quasi tutti gli Stati americani. Sul finire del 1914, il
Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson ufficializzò la festa come festività
nazionale, da tenersi ogni anno nella seconda domenica di maggio.
Oggi le mamme di quasi tutto il mondo ricevono piccoli pensieri e fiori dai loro
figli, a testimonianza dell'affetto e della riconoscenza di questi. Anche se non
tutti i paesi festeggiano la seconda domenica di maggio, l'usanza di regalare
rose rosa alle mamme e di portare rose bianche sulle tombe delle mamme morte è
quasi mondialmente diffusa. La festa della mamma è una delle feste "laiche" più
apprezzate in tutto il mondo.
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