CARNEVALE
L’etimologia
della parola Carnevale è tuttora molto discussa : potrebbe derivare da
“Carnem Levare” (tradizione medievale di consumare un banchetto di
"addio alla carne" la sera precedente il mercoledì delle Ceneri,
saziandosi fino alla nausea prima dei digiuni quaresimali) o da
“Carnalia” (feste romane in onore di Saturno), o da “Carna-aval” (un
invito a non mangiare carne) o ancora c'è chi la farebbe risalire al
“Carrus Navalis” (carri a forma di nave usati a Roma nelle processioni
di purificazione). La festa di Carnevale ha un’origine molto lontana,
risale al periodo greco-romano, è strettamente legata alle cerimonie
religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare
gli spiriti maligni. Le maschere sono state utilizzate dall’uomo fin dal
Paleolitico dagli stregoni per riti magici e propiziatori, e ancora oggi
alcune tribù dell’Africa e dell’Oceania le utilizzano per lo stesso
scopo. Le origini del nostro Carnevale vanno cercate nell’antica Roma
dove si svolgevano diverse feste in onore degli dei, lungo le strade
della città e che prevedevano l’uso di maschere.
Vi erano i Baccanali (in onore di Bacco) tra fiumi di vino e
manifestazioni danzanti; la festa di Cerere e Prosperina che si svolgeva
di notte e che univa nei festeggiamenti giovani e vecchi, nobili e
plebei.
I Saturnali (in onore di Saturno per propiziare un raccolto copioso)
dove vi era uno scambio di ruoli tra schiavi e padroni (si annullavano
le barriere servili e sociali) e dove il “re della festa” eletto dal
popolo organizzava giochi nelle piazze.
La Opalia (in onore di Opa moglie di Saturno); La Sigillaria (in onore
di Giano e Strenia).
I Lupercali, feste della fecondità, in ricordo della lupa che allattò
Romolo e Remo.
Con il Cristianesimo questi riti persero il carattere magico-rituale e
rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare.
Nel quattrocento il moralizzatore cristiano Savonarola, la Controriforma
e le Chiese cercarono di sopprimere i festeggiamenti giudicati troppo
“pagani”, ma il Carnevale ha continuato a dar vita a nuove forme
celebrative : lotte rituali tra rioni e quartieri di una stessa città o
di città diverse, combattimenti tra classi diverse di cittadini o
circoscrizioni (da cui l’uso oggi di manganelli o martelletti in
plastica).
Nel Medioevo si diffuse in tutta l’Europa l’uso di fare grandi e festosi
cortei mascherati, che percorrevano le vie della città. L’uso del
travestimento permetteva lo scambio dei ruoli, il burlarsi di figure
gerarchiche, l’esaltare i vizi e le debolezze umane.
Verso la fine del XVI secolo, in Italia si diffuse la "Commedia
dell'arte", che utilizzava le maschere italiane, cioè personaggi che
ricomparivano in ogni commedia con lo stesso nome, lo stesso costume, lo
stesso trucco o maschera, lo stesso linguaggio e soprattutto lo stesso
carattere.
Questi personaggi, come Arlecchino, Pantalone, Colombina, Brighella, il
Dottor Balanzone, Pulcinella divennero famosi in tutta Europa.
PASQUA
Nella
religione cristiana grande importanza ha la festività di Pasqua : la
Resurrezione di Cristo che con il suo sacrificio cancella le ataviche
colpe umane. Tra le pieghe di questa festa religiosa, però, sono ben
nascosti molti simboli e tradizioni di origine pagana, ricordi di altre
e ben più antiche festività poi cancellate dal Cristianesimo con una
vera e propria opera di sincretismo. Per effettuare un esame etimologico
della "Pasqua" dobbiamo rifarci al termine inglese "Easter" che ci
riporterebbe ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e
in particolare ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre.
Interessante tradizione tipica della Pasqua è lo scambio delle uova di
cioccolato. In Germania ad esempio vi è l'usanza che i bambini, la
mattina della domenica di Pasqua, chiamata Ostern, vadano alla ricerca
nei giardini delle case delle uova nascoste dal "coniglio pasquale".
In Inghilterra si fan rotolare sulla strada uova sode colorate fino a
quando il guscio non sia completamente rotto.
Questa tradizione è fortemente legata al culto della Dea precedentemente
descritta, infatti nelle tradizioni pagane si celebrava il ritorno della
Dea andando a scambiarsi uova "sacre" sotto l'albero ritenuto "magico"
del villaggio, usanza che dunque collega Eostre alle divinità arboree
della fertilità.
Simbolo della Dea è la lepre o il coniglio che in realtà rappresenta la
stessa divinità che si rende immanente e concepisce se stessa come
divinità dei boschi. Questo carattere sembrerebbe far ritornare l'idea
di Eostre come Dea della vegetazione le cui caratteristiche sono simili
ad altre divinità come Tammuz o Adone che, sono collegate anch'esse a
tale festività.
NATALE
Il Natale,
inteso come festa della nascita del Messia, e celebrazione di un nuovo
periodo di prosperità, trae le sue origini dalla religione ebraica, ma
già dall'antichità Romana si ritrovano festeggiamenti il 25 dicembre.
Nell'antica Roma infatti, si celebravano diversi culti, proprio nel
periodo che precedeva il 25 dicembre. Queste feste, dette i Saturnalia,
perché dedicate al dio Saturno, duravano dal 17 dicembre al 24, e si
dedicavano all'agricoltura.
Questi giorni erano estremamente speciali, poiché era l'unico momento
dell'anno in cui l'ordine della società si invertiva, i poveri facevano
i ricchi, gli schiavi i signori, e tutti avevano diritto di scherzare
sulla religione. In alcune parti del mondo, ancora oggi in un giorno
prima di Natale si assiste a questo rito di inversione delle parti
all'interno della società.
Ma la festa che più si avvicina al Natale è senz'altro quella che si
teneva il 25 dicembre stesso, in onore del dio Mitra, celebrato come il
sole invincibile, "sol invictus", attraverso una serie di riti molto
simili a quelli cristiani (battesimo, comunione, e riposo domenicale).
Questo appellativo, rivolto anche a Gesù Cristo, dai primi cristiani,
era legato al passaggio del sole. Infatti, il 25 dicembre il sole si
trova in una posizione speciale (solstizio), che lo fa sembrare fermo
per qualche giorno. Per questo motivo, in tutte le popolazioni del
globo, fin dall'antichità, si sono tenuti riti dedicati al sole e alla
sua potenza, per incitare l'astro a riprendere il suo cammino
sull'orizzonte e portare la bella stagione con sé.
Così, mentre i Romani celebravano la festa del dio Mitra, da loro
considerato come il sole, i Cristiani celebrano la nascita del loro
Salvatore, considerato come la Luce dei credenti.
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