MARCELLO MURTAS

ORIGINE DELLE PRINCIPALI FESTE

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CARNEVALE

L’etimologia della parola Carnevale è tuttora molto discussa : potrebbe derivare da “Carnem Levare” (tradizione medievale di consumare un banchetto di "addio alla carne" la sera precedente il mercoledì delle Ceneri, saziandosi fino alla nausea prima dei digiuni quaresimali) o da “Carnalia” (feste romane in onore di Saturno), o da “Carna-aval” (un invito a non mangiare carne) o ancora c'è chi la farebbe risalire al “Carrus Navalis” (carri a forma di nave usati a Roma nelle processioni di purificazione). La festa di Carnevale ha un’origine molto lontana, risale al periodo greco-romano, è strettamente legata alle cerimonie religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni. Le maschere sono state utilizzate dall’uomo fin dal Paleolitico dagli stregoni per riti magici e propiziatori, e ancora oggi alcune tribù dell’Africa e dell’Oceania le utilizzano per lo stesso scopo. Le origini del nostro Carnevale vanno cercate nell’antica Roma dove si svolgevano diverse feste in onore degli dei, lungo le strade della città e che prevedevano l’uso di maschere.
Vi erano i Baccanali (in onore di Bacco) tra fiumi di vino e manifestazioni danzanti; la festa di Cerere e Prosperina che si svolgeva di notte e che univa nei festeggiamenti giovani e vecchi, nobili e plebei.
I Saturnali (in onore di Saturno per propiziare un raccolto copioso) dove vi era uno scambio di ruoli tra schiavi e padroni (si annullavano le barriere servili e sociali) e dove il “re della festa” eletto dal popolo organizzava giochi nelle piazze.
La Opalia (in onore di Opa moglie di Saturno); La Sigillaria (in onore di Giano e Strenia).
I Lupercali, feste della fecondità, in ricordo della lupa che allattò Romolo e Remo.
Con il Cristianesimo questi riti persero il carattere magico-rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare.
Nel quattrocento il moralizzatore cristiano Savonarola, la Controriforma e le Chiese cercarono di sopprimere i festeggiamenti giudicati troppo “pagani”, ma il Carnevale ha continuato a dar vita a nuove forme celebrative : lotte rituali tra rioni e quartieri di una stessa città o di città diverse, combattimenti tra classi diverse di cittadini o circoscrizioni (da cui l’uso oggi di manganelli o martelletti in plastica).
Nel Medioevo si diffuse in tutta l’Europa l’uso di fare grandi e festosi cortei mascherati, che percorrevano le vie della città. L’uso del travestimento permetteva lo scambio dei ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, l’esaltare i vizi e le debolezze umane.
Verso la fine del XVI secolo, in Italia si diffuse la "Commedia dell'arte", che utilizzava le maschere italiane, cioè personaggi che ricomparivano in ogni commedia con lo stesso nome, lo stesso costume, lo stesso trucco o maschera, lo stesso linguaggio e soprattutto lo stesso carattere.
Questi personaggi, come Arlecchino, Pantalone, Colombina, Brighella, il Dottor Balanzone, Pulcinella divennero famosi in tutta Europa.
 

PASQUA

Nella religione cristiana grande importanza ha la festività di Pasqua : la Resurrezione di Cristo che con il suo sacrificio cancella le ataviche colpe umane. Tra le pieghe di questa festa religiosa, però, sono ben nascosti molti simboli e tradizioni di origine pagana, ricordi di altre e ben più antiche festività poi cancellate dal Cristianesimo con una vera e propria opera di sincretismo. Per effettuare un esame etimologico della "Pasqua" dobbiamo rifarci al termine inglese "Easter" che ci riporterebbe ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e in particolare ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre. Interessante tradizione tipica della Pasqua è lo scambio delle uova di cioccolato. In Germania ad esempio vi è l'usanza che i bambini, la mattina della domenica di Pasqua, chiamata Ostern, vadano alla ricerca nei giardini delle case delle uova nascoste dal "coniglio pasquale".
In Inghilterra si fan rotolare sulla strada uova sode colorate fino a quando il guscio non sia completamente rotto. 
Questa tradizione è fortemente legata al culto della Dea precedentemente descritta, infatti nelle tradizioni pagane si celebrava il ritorno della Dea andando a scambiarsi uova "sacre" sotto l'albero ritenuto "magico" del villaggio, usanza che dunque collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.
Simbolo della Dea è la lepre o il coniglio che in realtà rappresenta la stessa divinità che si rende immanente e concepisce se stessa come divinità dei boschi. Questo carattere sembrerebbe far ritornare l'idea di Eostre come Dea della vegetazione le cui caratteristiche sono simili ad altre divinità come Tammuz o Adone che, sono collegate anch'esse a tale festività.
 

NATALE

Il Natale, inteso come festa della nascita del Messia, e celebrazione di un nuovo periodo di prosperità, trae le sue origini dalla religione ebraica, ma già dall'antichità Romana si ritrovano festeggiamenti il 25 dicembre. Nell'antica Roma infatti, si celebravano diversi culti, proprio nel periodo che precedeva il 25 dicembre. Queste feste, dette i Saturnalia, perché dedicate al dio Saturno, duravano dal 17 dicembre al 24, e si dedicavano all'agricoltura.
Questi giorni erano estremamente speciali, poiché era l'unico momento dell'anno in cui l'ordine della società si invertiva, i poveri facevano i ricchi, gli schiavi i signori, e tutti avevano diritto di scherzare sulla religione. In alcune parti del mondo, ancora oggi in un giorno prima di Natale si assiste a questo rito di inversione delle parti all'interno della società.
Ma la festa che più si avvicina al Natale è senz'altro quella che si teneva il 25 dicembre stesso, in onore del dio Mitra, celebrato come il sole invincibile, "sol invictus", attraverso una serie di riti molto simili a quelli cristiani (battesimo, comunione, e riposo domenicale). Questo appellativo, rivolto anche a Gesù Cristo, dai primi cristiani, era legato al passaggio del sole. Infatti, il 25 dicembre il sole si trova in una posizione speciale (solstizio), che lo fa sembrare fermo per qualche giorno. Per questo motivo, in tutte le popolazioni del globo, fin dall'antichità, si sono tenuti riti dedicati al sole e alla sua potenza, per incitare l'astro a riprendere il suo cammino sull'orizzonte e portare la bella stagione con sé.
Così, mentre i Romani celebravano la festa del dio Mitra, da loro considerato come il sole, i Cristiani celebrano la nascita del loro Salvatore, considerato come la Luce dei credenti.

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Ultimo aggiornamento: 23-04-10.