MARCELLO MURTAS

LA CREAZIONE SECONDO ME

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C’era una volta un magnifico giardino, pieno di ogni cosa desiderabile che appagava non solo la vista ma anche il palato : era il Paradiso.
Il nudo terreno fu abbellito da uno splendido tappeto verde che oggi conosciamo con il nome di erba.
Per dare vita a questo meraviglioso giardino, Dio decise che un solo colore non sarebbe bastato. Pensò allora di creare il mare, i fiumi e i laghi.
Non contento creò i fiori colorati, le più svariate specie di piante e per finire in bellezza creò gli alberi da frutta : il pero, il melo, il ciliegio, il mandarino, l’arancio e tutto quello che di più squisito ognuno di noi può immaginare.
Dall’alto cercò di osservare attentamente la sua creazione per stabilire se il suo duro lavoro stava procedendo per il meglio.
In effetti osservando con attenzione il suo operato, si accorse di aver dimenticato qualcosa. Mentre la terra era un’abbondanza di colori, una delizia, il cielo ne era privo, triste, spento.
A questo punto pensò subito di correre ai ripari : diede al cielo il meraviglioso color celeste che noi tutti possiamo ammirare ogni volta ci viene voglia di rivolgere il nostro sguardo verso l’alto.
La sua infinita saggezza lo portò anche ad alternare sulla terra dei periodi di luce con periodi di buio. Ci volle così un nuovo disegno che potesse rendere la terra visibile anche nei periodi di buio. Fu così che inventò le stelle e la luna.
Questi luminari oggi fanno compagnia agli innamorati, ispirano canzoni e poesie.
Adesso anche a Dio le cose sembravano perfette : la luce del mattino dava vita ad un magnifico gioco di colori, la notte non era completamente buia, luna e stelle contribuivano a rischiararla.
Per diverso tempo Dio si deliziò della sua opera, fu contento del risultato della sua creazione.
Un giorno però si stancò di non vedere nessun essere vivente nel suo delizioso giardino, decise quindi di creare i leoni.
Finchè nel giardino rimase una sola specie di esseri viventi le cose andarono veramente bene. Gli animali pensavano solo a mangiare, dormire e riprodursi.
Potete capire anche voi che un simile scenario a Dio non sarebbe potuto bastare in eterno.
Si convinse allora che sulla terra c’era bisogno di varietà, fu così che decise di creare nuovi animali.
Creò la giraffa, non come siamo abituati a vederla oggi, bensì con il collo decisamente più corto.
Creò l’elefante, ma si dimenticò di dargli quel lungo nasone che noi tutti oggi possiamo ammirare quando siamo al circo.
Creò il coccodrillo, ma la sua bocca era decisamente più corta e con meno denti rispetto a quella attuale.
Anche l’ippopotamo non era come lo conosciamo oggi : era decisamente più magro.
Canguri, antilopi, cavalli, pecorelle, uccellini e simili, tutti quanti avevano caratteristiche diverse da quelle che noi tutti conosciamo.
Appena Dio concluse questa maestosa impresa cercò di osservare come gli animali si comportavano fra di loro vivendo tutti insieme.
Capì che fra tutti gli animali c’era bisogno di eleggere un Re del Paradiso. Non volendo fare nessuna discriminazione la sua scelta cadde sull’animale con più esperienza, quello che Lui creò per primo : il leone.
Questa situazione andò avanti per secoli, gli animali erano felici, e tutti cooperavano insieme per la buona riuscita di qualunque nuovo progetto.
Un giorno però due problemi minarono la tranquillità di quel bellissimo Paradiso : l’invidia e l’egoismo.
Infatti l’elefante cominciò a pensare che il Re del Paradiso sarebbe dovuto essere lui vista la maestosità del suo corpo.
L’ippopotamo era completamente d’accordo con l’elefante.
Giraffa, coccodrillo e altri esemplari erano anche loro convinti che la scelta di Dio sarebbe dovuta ricadere su uno di loro e non sul leone. Per quale strano ragionamento non saprei dirvi.
All’inizio della convivenza ogni animale aveva il suo cibo preferito e a nessuno veniva in mente di mangiare il pasto di un altro animale.
Purtroppo il tempo cambiò anche questo equilibrio, chi prima arrivava non pensava a niente e a nessuno, faceva piazza pulita di tutta la frutta e la vegetazione che incontrava sul suo cammino.
Fu così che gli animali per sopravvivere dovettero modificare le loro abitudini alimentari, e con esse cambiò anche il loro aspetto fisico.
La giraffa per esempio, non riuscì più a procurarsi il cibo come faceva una volta, dovette sforzarsi di cercarlo più in alto. Questa è la ragione per cui oggi quest’animale si ritrova ad avere quel lungo e splendido collo.
Avendo la giraffa deciso di mangiare attingendo dai frutti che crescevano nelle piante alte, all’elefante non gli rimase che una sola soluzione : mangiare il cibo che cresceva nelle vicinanze del suolo.
L’unico inconveniente era la sua mole : troppo grosso per chinarsi a terra.
A furia di tentativi falliti un bel giorno si svegliò con un lungo naso che noi tutti oggi chiamiamo proboscide.
Anche il coccodrillo per sopravvivere dovette apportare dei cambiamenti nelle sue abitudini alimentari. Dove avrebbe potuto attingere il suo cibo visto che giraffa ed elefante si erano gia sistemati ?
Gli venne in mente una soluzione geniale : mangiare tutto quel cibo presente negli spazi stretti, tutto quel cibo che giraffa ed elefante non avrebbero mai potuto mangiare.
Fu così che piano piano il suo muso si trasformò, si allungò a tal punto che non ebbe più problemi.
Per non avere più incomprensioni tutti gli animali concordarono nel darsi un codice di leggi scritte da seguire scrupolosamente.
Le cose per un lungo periodo di tempo imprecisato andarono bene nel meraviglioso Paradiso.
Un giorno però gli animali si accorsero che sulla terra non erano soli, che c’era un essere vivente veramente strano : non camminava su quattro zampe, ma su due.
Il suo modo di esprimersi era bizzarro, riusciva a comunicare con i suoi simili emettendo dei suoni incomprensibili.
Aveva anche qualche cosa che gli permetteva di pensare, fare i piani per il futuro, fare i piani per far del male al proprio fratello. (quest’ultimo aspetto però passò del tutto inosservato ai nostri amici animali)
Gli animali allora decisero di convocare un’assemblea straordinaria per decidere se chiedere a Dio gli stessi privilegi degli uomini.
Non è difficile capire quale fu il risultato di quell’immensa assemblea : il leone si prese la responsabilità di andare davanti al cospetto di Dio per chiedere a nome di tutti gli animali di avere le stesse caratteristiche degli uomini.
In un primo momento il Creatore cercò di dissuadere il leone, di abbandonare questa bizzarra richiesta, ma alla fine dovette cedere.
Arrivati a questo punto della loro metamorfosi, sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto.
Il tutto non durò a lungo, all’ennesima ispezione da parte di Dio sulla terra ci si rese conto che la situazione fra gli animali stava degenerando.
La terra incominciò a riempirsi di violenza, egoismo, invidia….
Insomma, tutti i mali degli uomini avevano ormai preso piede anche nel mondo animale.
C’era comunque ancora qualcosa che non convinceva Dio, qualcosa che in un primo momento passò inosservata anche a Lui.
Guardò meglio e si rese subito conto che gli animali non potevano più definirsi tali, si erano trasformati assumendo le sembianze degli esseri umani.
Non camminavano più su quattro zampe, al loro posto c’erano due gambe e due braccia.
Avevano il tanto desiderato dono della parola che usano per ferirsi a vicenda, per criticarsi, raramente usavano parole gentili l’un l’altro.
Adesso potevano anche pensare, pensare alla stesso modo degli esseri umani: anche a come farsi del male, uccidersi….
Naturalmente questa nuova e inaspettata situazione non poteva essere lasciata al caso, c’era bisogno di un energico intervento da parte di Dio.
Dopo una breve ma intensa riflessione Lui decise di intervenire senza indugiare oltre :
trasformò tutti gli esseri umani nelle più svariate specie di animali.
Fu così che da quel giorno in poi la terra si trasformò per sempre in un meraviglioso Paradiso, senza più violenza, invidia ed egoismo.

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Ultimo aggiornamento: 14-01-08.