“Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi non serve a niente
tanto all’inferno ci sarò già.”
Così recitava una vecchia canzone di
Fabrizio De Andrè che io ascoltai in un giorno di primavera inoltrata di tanti
anni fa, mi ricordo come fosse ieri.
Avevo appena finito di studiare la lezione per il giorno seguente, e con la
stanchezza di chi studia un intero anno decisi di accendere la radio che, come
ho anticipato precedentemente, suonava la canzone dal medesimo titolo del mio
racconto breve.
E’ così che è nato il mio grande amore per Fabrizio De Andrè scomparso troppo
presto, un uomo e un artista che aveva ancora tanto da dire, tanti concetti da
trasmettere.
Pensando alla canzone anche a me viene voglia di scrivere qualche cosa inerente
all’argomento. Quando anche a me la morte mi chiamerà immagino di essere messo
in una bara con copertura parziale (modello coupè) in modo tale che il mio viso
resti libero da ostacoli. Sono curioso di vedere le persone che prenderanno
parte al mio funerale. Come si comporteranno ? Saranno state veramente amiche o
hanno sempre finto ?
Questa sarà l’occasione giusta per avere una risposta ai miei interrogativi.
Ho anche un altro desiderio che vorrei venisse esaudito : sempre per agevolare
la visuale sulla folla, durante la cerimonia funebre vorrei che i portatori
della bara sulla parte anteriore (i piedi) fossero il più basso possibile,
mentre dalla parte della testa il contrario.
In questo modo la bara avanzerebbe leggermente inclinata in avanti con il
risultato finale che vi ho precedentemente anticipato.
Non voglio scrivere niente per quanto riguarda il discorso che dovrà essere
pronunciato quel fatidico giorno, solo dovrà essere il più breve possibile.
Con i tempi che corrono il tempo per tutti noi è diventato tiranno, per cui non
voglio che mi vengano attribuite in morte più colpe di quelle che già ho
accumulato in vita.
Adesso passiamo all’ultimo atto : il sotterramento del mio corpo.
Il foro deve essere praticato in senso verticale in modo che la bara possa
essere calata in piedi. In questo modo non ci sarà bisogno di fornire al
becchino la solita foto formato tessera che sistematicamente esce anche male.
(non sono fotogenico)
Per questo motivo mi sforzerò di morire con il sorriso in viso per avere al
cimitero un aspetto simpatico, amichevole.
Ad un certo punto la canzone che stiamo analizzando continua così :
“Per quella candida e vecchia
contessa
che non si muove più dal mio letto
per estirparmi l’insana promessa
di riservarle i miei numeri al lotto
non vedo l’ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati …”
Quando morirò io invece, la mia
anima vagherà si durante le notti tormentate di chi ha più di qualche cosa da
farsi perdonare, ma a nessuno rivelerò mai i numeri vincenti del lotto. Se mai
dovessi conoscerli me li terrei per me. E poi nessuna parzialità perché non
voglio che qualcuno possa dire :
“Perché a lui si e a me no ?” Per cui è meglio non dire niente a nessuno.
Come dicevo prima avrò sicuramente voglia di presentarmi nella stanza di chi
ogni notte va a dormire con il rimorso appiccicato fra la testa ed il cuscino.
Ma per continuare a non essere parziale vorrei essere anche nella stanza di chi
ne combina di tutti i colori senza avere rimorsi di coscienza.
Sapete quanti tirerei per i piedi ? Il numero è veramente indefinito. Così farò
un favore a chi ha dovuto subire ingiustizie da parte di queste “brave persone.”
Dico così perché quando uno muore ha la strana facoltà di diventare un buono
anche se in vita ha compiuto le stragi più efferate di questo mondo. Noi esseri
viventi siamo proprio gente strana. Quando era vivo probabilmente l’abbiamo
criticato, disprezzato e distrutto in tutti i modi possibili e immaginabili, ma
adesso è morto e il nostro punto di vista stranamente si modifica.
Non ho intenzione di continuare a stressarvi con le mie assurde teorie perché
non vorrei mai che qualcuno me la tiri veramente e poi mi tocca morire sul
serio. Non sia mai. E poi non voglio diventare una “brava persona”, voglio
essere me stesso con i miei pochi pregi e i tanti difetti che mi
hanno sempre caratterizzato.
Vorrei, alla fine di tutto, poter dire anche io le successive parole di questa
canzone :
“Quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà”
Spero che le lacrime che si
spenderanno sulla mia tomba, che i sorrisi che germoglieranno dal mio ricordo
possano essere leggermente superiori ad uno. Non voglio fare i conti oggi di chi
penso mi sia veramente amico, anzi vi dirò di più voglio credere che di amici
veri ne abbia talmente tanti da non riuscire in quest’ardua impresa.
“Se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto il tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la offro alla donna che mi diede il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d’amore.”
Spero che dove il mio cuore ha
battuto il tempo possano nascere almeno due rose. Faccio l’ottimista. Una la
offrirò alla mia compagna di una vita intera, l’altra alla mia bellissima
bambina. Qualcuno maligno potrà pensare : “Tanta sopportazione per poi avere un
così misero regalo …” Comunque quello che conta si sa non è il valore
dell’oggetto in sé ma il gesto, il pensiero.
Finiamo la disamina di questa canzone particolare che oramai è giunta al termine
:
“Quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà.”
Troppo belle queste parole per
commentarle, modificarle. Ho paura che possano perdere la magia che “Il maestro”
(così mi sono permesso di chiamare Fabrizio De Andrè) è riuscito a conferirle.
Allora che dire ancora ? Come concludere questo mio breve racconto ?
Provate anche voi ad avvicinarvi alla musica del “maestro” sperando e
augurandovi che anche a voi come a me i suoi testi, le sue parole possano
toccarvi il cuore possano farvi amare un uomo prima di tutto ed un grande
artista dopo scomparso troppo presto.
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