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C’era una volta un grande pensatore che aveva la fortuna di
avere sempre delle idee brillanti e furbe. Ma la sorte volle togliergli questa
sua fortuna.
Un giorno incontrò una nefasta creatura che voleva avere su di lui la meglio.
Il grande pensatore capì che con la forza non avrebbe ottenuto niente per cui
cercò di sconfiggere il suo acerrimo nemico in quello che era il suo terreno
ideale, usando il pensiero e il dialogo.
Decise allora di guadagnare tempo parlando ….
PENSATORE : Chi sei tu creatura indefinita che vuoi impossessarti di me ?
FOLLIA : Non intendo per il momento presentarmi, voglio solo che tu mi conceda
il tuo libero pensiero, voglio la tua anima.
PENSATORE : Capisci che quello che mi chiedi è troppo. E’ troppo soprattutto
perché non hai intenzione di presentarti e perché vuoi avermi a tutti i costi.
FOLLIA : Ma in fin dei conti a te il pensiero a cosa serve ? E poi io non voglio
privartene, voglio solo esserne la padrona.
PENSATORE : Ti rendi conto di cosa mi stai proponendo ? Io il più grande
pensatore di tutti i tempi, privarmi del mio pensiero a tuo beneficio. Non sono
ancora diventato folle.
FOLLIA : In questo momento mi stai chiamando per nome senza rendertene conto.
Eppure è solo grazie a me che molta gente riesce a vivere.
E’ solo grazie a me che due innamorati non si lasciano, che vedono i difetti del
coniuge come pregi. E’ solo grazie a me che chi ha un male
incurabile trova la forza di continuare a vivere. E’ solo grazie a me che le
persone riescono ancora a sorridere. Ed infine è solo grazie a
me che i liberi pensatori possono definirsi tali.
PENSATORE : Mi stai dicendo che se io do a te l’esclusiva del mio pensiero posso
continuare a pensare e nello stesso tempo gioire ?
FOLLIA : Quello che stai dicendo è corretto, ma vorrei che tu stesso ne fossi
convinto. Io comunque ti faccio una proposta che non puoi rifiutare :
prova per una giornata intera a concedermi l’esclusiva sul tuo pensiero, se poi
ti rendi conto che le cose non stanno come io ti ho detto ….
Beh … puoi di nuovo riprendertelo.
PENSATORE : Se le cose stanno come dici tu, direi che l’affare si può fare.
FOLLIA : Sciocco pensatore, non c’è bisogno che io entri nella tua mente, perché
ben sai che se io e te ora stiamo conversando è perché io sono gia
dentro di te. Ci sono sempre stata.
Il pensatore si allontanò dallo specchio e sorrise. - Grazie di cuore – pensò.
Si diresse verso il terrazzino, volse lo sguardo al cielo, chiuse gli occhi,
aprì le braccia e si gettò nel vuoto.
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