Secondo Turno




Albione 2010


L'ESPLORAZIONE

Eran trascorsi un paio di giorni. Gli esploratori si erano spinti nell'entroterra per alcune miglia senza incontrare nessun segno di vita.
Trovarono però una vecchia strada, molto simile a quella che avevano seguito tra i monti sino a qualche giorno prima.
Si accamparono per precauzione appena fuori dal circolo, non volevano avere altre sorprese.
C'era poca selvaggina, ma Fèvrandièl rimediò con la pesca,chissà come riusciva a convincerli ad arenarsi sulla spiaggia. La sua affinità con la natura continuava a sorprendere Angran. Un paio di ruscelli non lontani rifornivano il campo d'acqua che magicamente filtrata dalle impurità risultava gradevole e fresca.
Halion si dedicò anima e corpo alla soluzione del mistero della notte al circolo di pietre. Angran ottenne alcune delle risposte attese, Il circolo era del tutto simile a quello in cui si erano accampati due sereprima, ma non era lo stesso.
Il mago sosteneva che un qualche incantesimo dormiente avesse attivato il circolo, che fungeva come una specie di portale, una sorta di teletrasporto di massa.
Tutto ciò che c'era al suo interno era stato trasportato in questo luogo, ma il suo funzionamento era ancora un mistero, così come la sua attivazione.
Studiando piante ed animali, anche se la magior parte gli eran sconosciuti, Fèvrandiel ipotizzò di trovarsi a nord di Ulthuan, tesi confermata anche da Halion osservando le costellazioni nella volta celeste.
"Più precisamente a nord-ovest di Ulthuan, forse anche a nord dei territori che gli umani chiamano Bretonnia tuttavia non dovremmo essere a Norsca ne tantomeno nel freddo Nagarroth" sentenziò. "Questo dando per scontato che non ci siamo spostati anche nel tempo,oltre che nello spazio.." Angran a tale affermazione sbiancò visibilmente.

L'ISOLA DEGLI SPIRITI

Passarono un paio di giorni, intanto gli studi di Halion e l'esplorazione della zona proseguivano.
La zona tra il circolo e la spiaggia era costellata di antichi ruderi che Halion identificò con le sue arti in un'antica cittadina costiera costruita molti secoli fa.
Ad ovest trovarono i resti di un'antica via, un'arteria importante data la sua ampiezza, molto simile nello stile e nella fattura a quella che avevano seguito tra le montagne nelle settimane recedenti. Angran per precauzione ordinò che venisse sorvegliata.
Fèvrandièl era entusiasta di poter studiare ed osservare nuove forme di vita, al contrario degli altri non sembrava minimamente toccato da quanto successo, si perdeva beandosi di ciò che lo circondava per ore camminando tra prati e spiaggia richiamando animali ed accarezzando e parlando a piante e cespugli. Più nessuno ormai faceva caso alle sue stranezze.
Halion continuò a formulare congetture sul funzionamento dei due circoli, "Probabilmente lo abbiamo attivato noi stessi, in qualche modo. E' bene che nessuno entri più nel circolo finchè non avremo scoperto maggiori informazioni." consigliò il mago al comandante.
Il maggiore problema riscontrato dal visionario elfico stava proprio nell'antichità di queste rovine, erano così antiche e abbandonate da così tanto tempo che non riusciva a ricevere visioni distinte sul loro passato. Egli riusciva, tramite la magìa a richiamare, toccando gli oggetti, visioni e suoni dal passato che riguardavano o comunque avvenivano in prossimità di tali oggetti, tuttavia la lontananza temporale delle visioni che cercava di evocare era tale che non ne scaturivano che vaghe ombre, suoni confusi, insufficienti persino per fargli stabilire la razza o la lingua di chi aveva creato quelle strutture. L'indomani Angran decise di muoversi, ma non sentendosi di abbandonare in forze la costa e dal circolo optò per costruire delle chiatte e seguire la costa.
Si misero all'opera ed in pochi giorni sei ampie chiatte dal pescaggio basso, buono per la navigazione costiera, furono pronte.
Vennero muinite di remi e di un'albero centrale mentre le vele furono ricavate da alcune tende.
Angran decise di guidare egli stesso la spedizione, si sarebbe portato Halion ed un nutrito seguito compreso un contingente di cavalleria.
La partenza fu stabilta per il giorno seguente al varo delle imbarcazioni, ma a causa del mare grosso e di una violenta burrasca dovette rivedere i suoi piani e far slittare di un giorno la partenza.
L'alba successiva rivelò un mare calmo, tuttavia all'imbarco dovette lasciare a terra parte dei suoi uomini perchè una delle chiatte era già stata occupata dalla Guardia della Fenice. Per lui non era certo un buon presagio.
Al momento di salpare lasciò le ultime disposizioni a Fearnoth: "fortificate il campo e mantenete sentinelle nei punti prestabiliti. Voglio massimo controllo sull'area!"
Guadagnando il mare a forza di remi poichè il vento che riusciva ad evocare Halion era insufficiente per muovere le chiatte. Il cielo quel giorno non voleva cooperare, sembrava aver esaurito la sua furia il giorno prima.
Navigavano da poche ore, quando notarono che un'isola si staccava all'orizzonte dal profilo della costa, da lontano sembrava niente più che un grande isolotto roccioso coperto da scarsa vegetazione, niente degno di nota.
Decisero di ignorarlo e di continuare seguendo la costa, tuttavia avvicinandosi Halion, divenne taciturno, si estraniò dal gruppo. D'un tratto si portò a prua, iniziò a recitare litanie, con lo sguardo fisso sull'isola. Angran gli si avvicinò e restò per un'attimo in silenzio, timoroso di interrompere l'evidnte stato di concentrazione di Halion. Fù quest'ultimo però ad interrompere il silenzio: "Magìa"esordì puntando un dito verso l'isola, "la stessa che..." interloquì Angran, ma Halion lo interruppe "No, non quella che ci ha portato quì, questa è diversa, è malvagia! Credo necromanzia o comunque qualcosa di oscuro...guarda!" ed indicò una chiatta che si staccava dal gruppo in direzione dell'isola, "E' la fenice! vanno sull'isola!".
Angran scosse la testa "Mi faranno impazzire!seguiamoli". "Sei sicuro?" chiese Halion senza staccare gli occhi dall'isola "Potrebbe...credo sia pericoloso!" "ci lasciano scelta?" ribadì Angran poi si staccò dal parapetto, dirigendosi verso poppa ed iniziando a impartire gli ordini all'equipaggio.
Avvicinandosi all'isola scoprirono che quelle che si ergevano sulla cima dell'isola non erano rocce, sembrava piuttosto una torre, decadente, ma decisamente molto meglio conservata dei ruderi che avevan trovato sulla costa. Aveva un'aspetto inquietante, un'aura invisbile, ma percepibilmente innaturale, sbagliata. Tutta l'isola l'aveva, ma sembrava catalizzarsi nella torre.
Approdarono sulla spiaggia e sbarcarono, Angran iniziò ad urlare gli ordini, "Formate i ranghi e apritevi in formazione".
La Guardia della Fenice sbarcò per prima, tuttavia non attese che si formasse la linea di battaglia, nè che Angran mandasse gli esploratori.
Iniziarono invece ad inerpicarsi sul pendio che partiva dalla stretta spiaggia sassosa era un pendio relativamente dolce, ma fitto di buche e rocce di svariate dimensioni, una vegetazione stenta ed essenziale ricopriva le zone dove le rocce non emergevano dal terreno.
Angran nel vedrli ordinò al resto della spedizione di avanzare e risalire il pendio.


SANGUE ASUR !

In cima al pendio il terreno tornava ad esser in qualche modo pianeggiante, dinnanzi a loro stava la torre che avevano indivuato durante la navigazione, ma che avevan perso di vista una volta sbarcati.
Scoprirono esser più alta del previsto, fungeva anche da accesso ad una rocca più bassa, ma piuttosto ampia.
Da un punto di vista militare la struttura, per quanto rozza, era ben concepita e strutturata, facilmente difendibile.
La guardia della Fenice stava puntando decisa e silenziosa proprio verso l'ampio cancello alla base del Mastio, non si scorgeva nessuno, tuttavia l'aria era ammorbata, quasi fastidiosa.
Angran si chiese come poteva essere visto che si trovavano in cima ad una collina in mezzo al mare, diede la colpa ad uno stagno che si trovava tra loro e la rocca, leggermente defilato alla loro destra.
A sud invece un boschetto di alberi contorti ed atrofizzati nascondeva la fine del promontorio, rendendone ignota l'estensione.
Ordinò allota agli arcieri di posizionarsi dietro lo stagno e ai picchieri di aggirare la torre sul alto sud, lui invece alla testa della cavalleria avrebbe aggirato lo stagno per poi esplorare il lato nord della costruzione che da quel punto non presentava altre vie d'accesso se non quella principale del mastio, nemmeno una ridotta.
La Fenice era ormai prossima al cancello quando l'aria divenne elettrica, strane sensazioni lo presero,una folata improvvisa di vento portò all'olfatto una zaffata di aria marcescente. Nella sua mente si formulò l'immagine di una tomba che viene scoperchiata, rivelando il suo putrido e corrotto ospite, guardandosi intorno notò che anche gli altri la percepirono e ne furono altrettanto disgustati.
Il suo fedele cavallo scalpitò e sbuffò, cercò di tranquillizzarlo accarezzandogli il collo., poi il rumore sferragliante dell'antica grata arrugginita che si alzava riportò la sua attenzione verso la rocca, le guardie di Asuryan erano ormai all'ingresso, ma non avevano alzato loro la grata!
Creature semi decomposte ed informi sbarravano l'accesso, in un attimo fu battaglia, i sibili delle alabarde benedette che calavano precise ed il rumore degli arti consunti che venivano recisi erano l'unico suono che si udiva a parte il lontano sciabordio della risacca, assistette ad una scena decisamente innaturale.
Si volse dove pensava fosse Halion rompendo il silenzio "Halion cosa...", ma si interruppe, non c'era!
Lo individuò che si dirigeva verso la torre, ma prima di poter intervenire sentì parole sconosciute,oscene!Non le udì con le orecchie,fù più come sentirle direttamente nella testa!Una lingua sconosciuta,incomprensibile,ma sembrava una bestemmia,un'eresia contro tutto ciò di più alto e puro esistesse,un'insulto alla vita stessa!il furore montò in lui,cercò di dominarlo.ne individuò la provenienza:sugli spalti della rocca una creatura umanoide con le braccia levate al cielo si ergeva dominando la scena.Capì!Quell'essere,stava richiamando i suoi servi,strappando quei corpi al riposo naturale che spettava ai defunti! Notò altre creature caracollanti uscire dalla foresta,ed altre ancora spuntare lontano a nord-ovest! Era chiaro,i prescelti di Asuryan sapevano ed avevano cercato di giungere al cuore del problema prima che questo si manifestasse in tutta la sua interezza,prima che tutti gli osceni servi di quell'immonda e profana creatura fossero chiamati a raccolta! Non erano riusciti nell'intento,eran stati bloccati sull'ingresso da un'orda di mostri,che pur colpiti e fatti a pezzi continuavano a rialzarsi e tornavano a combattere. Le prime guardi iniziarono a cadere. Non c'era spazio per unirsi al combattimento,e vide Halion che si era fermato poco distante dagli ultimi ranghi della formazione.capì che stava facendo ciò che gli competeva.Ora percepiva anche le energie positive che scatenva il mago,e decise che non poteva star lì a guardare,e se non poteva contribuire a prendere il mastio avrebbe quantomeno rallentato i rinforzi avversari che si stavano concentrando verso lo scontro principale! Ordinò ai lancieri di difendere il fianco a sud,lui e la cavalleria avrebbero aggirato coperti dagli arceri lo stagno,cercando di intercettare quelli provenienti da nord. D'improvviso una vampata di fuoco purificatore partì da Halion!Si stupì:-Qindì Halion ad Hoet non ti hanno insegnato solo a legger ruderì-pensò compiaciuto!diede di sprone,ma raggiunto il limite nord dello stagno avvertì una conflagrazione,si girò giusto in tempo per vedere Halion esser sbalzato in aria in fiamme!Una fitta gli strinse lo stomaco!come poteva morire così! All'ingesso lo scontro sembrava non trovare una fine,ma sapeva che + tempo passava più le sorti della battaglia sarebbero volse a favore del nemico.Più il crepuscolo cedeva alla notte,più infami creature si radunavano nella piana Poi lo vide,la fonte del male,l'essere che manipolava queste oscure energie era uscito allo scoperto,era sceso,chissà come, dalle mura. L'istinto gli suggerì che era la sua occasione per ribaltare le sorti della battaglia.Non ci pensò oltre sguainò la spada e tuonò la carica! All'unisono i suoi nobili seguaci spianarono le lance e la marcia divenne trotto,poi galoppo,poi corsa a rotta di collo verso quel misterioso nemico così sciocco da sottovalutare la gloria delli Asur lanciati all'attaco! Ne abbattè due,ma poi trafitto da più lance,colpito da spade e zoccoli,l'empio iniziò a sgretolarsi,come una statua di sabbia asciugata al sole ed esposta la vento. Ma i suoi servi contiuavano ad avanzare,anche se ora quando cadevano non si rialzavano. il pensiero tornò ad Halion,nè cercò il corpo con lo sguardo,vide invece la guardia che ripiegava. Capì che era il momento di ritirarsi. Ordinò di ripiegare alla spiaggia,e nel farlo cercò di passare nel punto dove gli sembrava esser caduto Halion. Lo trovò,scomposto,ustionato,inerte.Trovò il coraggio per perdere qualche attimo,smontare da cavallo e cercare di ridare una parvenza di dignità al corpo del compagno,ricomponendolo in una posa più consona.ma nel toccarlo questì fece un debole sussulto:era ancora vivo -presto!aiuto!guardie a me!-



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