Ludwig Feuerbach

Feuerbach, Ludwig (Landshut, Baviera 1804 - Rechenberg, Norimberga 1872), filosofo tedesco. Fu allievo di Hegel, del quale in seguito ripudiò l'idealismo filosofico. Fu esponente della sinistra hegeliana, la quale cercava di “distruggere” il sistema di Hegel pur prendendolo come punto di partenza per la riflessione. Per gli esponenti di questo movimento bisognava porre come principio necessario di tutto ciò che è reale (natura, materia, uomo) e non ciò che è ideale.

Antropologia e teologia

Feuerbach, partendo dal presupposto che la teologia (che si divide in una parte vera, poiché esistono i sentimenti nel cuore dell’uomo che cercano un’entità superiore, e una falsa, poiché non c’è un Dio) non può essere spiegata se non attraverso l’antropologia . Nella sua opera più importante, Essenza del cristianesimo (1841), affermò che l'esistenza della religione è giustificabile unicamente poiché essa soddisfa una necessità psicologica di idealizzazione del proprio io; l'adorazione di Dio altro non sarebbe che l'adorazione di un io idealizzato. Dio è l’alienazione dell’essenza dell’uomo, perciò Dio va spiegato con il cuore dell’uomo e non deve succedere il contrario poiché la verità sta nel cuore dell’uomo.

Ipostatizzazione

Secondo Feuerbach è l’uomo che pone un Dio metafisico, ma poi vive come se lui fosse stato posto da un Dio. Questo processo viene definito ipostatizzazione e altro non è che l’inversione fra soggetto e predicato. Feuerbach allora cerca di salvare le qualità del Dio ipostatizzato, che non sono altro che le qualità dell’uomo poste dall’uomo stesso in un essere metafisico, e per questo sarà attaccato da Nietzsche.

Fede e amore

Secondo Feuerbach la fede è l’antitesi dell’amore poiché la fede crea un rapporto di inferiorità dell’uomo nei confronti di Dio e di conseguenza nei confronti degli altri uomini portando l’uomo a vivere in visione di una beatitudine futura e creando così la soggettività egoistica; l’ amore invece identifica l’uomo con Dio e Dio con l’uomo, unendo di conseguenza anche gli uomini tra loro, non creando quella soggettività egoistica così devastante nei confronti dei legami o vincoli interpersonali.

L’uomo

Con Feuerbach comincia la fuoriuscita dalla prigionia della coscienza affermando che “l’uomo è quello che mangia” è natura e materia e non spirito, idea, anima. Homo homini deus est è il nuovo principio che dovrà regolare la nuova vita dell’uomo che non viene desacralizzata, ma riscoperta in tutto il suo valore intrinseco, prima negato in nome della trascendenza. Viene anche delineata una nuova filosofia dei sensi che va contro tutte le concezioni filosofiche da Cartesio a Hegel rivendicando la necessità che la filosofia prenda le mosse dal finito, dal particolare, dal concreto. L’uomo inoltre viene esaminato in relazione con gli altri uomini (critica all’IO di Cartesio)