SINOSSI ERA L'UNICO MODO |
SINOSSI ROMANZO
— Ettore, sono Attilio. Hanno trovato un cadavere. La capitana ti vuole qui… subito.
La telefonata dell’appuntato Scolaborsa interrompe l’atto finale della vicenda precedente e il maresciallo Ettore Spada si trova di nuovo tra i piedi un omicidio. Un uomo è stato giustiziato con un colpo di pistola alla nuca e sfregiato con dei tagli che formano una svastica; a chi è indirizzato il macabro messaggio?
Non è un’inchiesta facile, l’uomo ucciso sembra non avere scheletri negli armadi. E Spada dovrà partire da questo “niente”, pur sapendo molto bene che di situazioni estreme, dissimulate dall’apparenza, ce ne sono tantissime.
Cinque giorni dopo un gioielliere viene ucciso durante una rapina. Collegamenti comuni tra i due uomini uccisi fanno convergere le indagini. Dalla vita segreta delle vittime inizia lentamente a emergere un girone infernale di perversione e prevaricazione. Un intrigo così amaro da causare a Spada una disputa interiore per assecondare delle scelte difficili da fare.
Di nuovo, l’ignobile dominio sulle donne, da troppi uomini ritenuto un retaggio naturale, lo fa vergognare. Alla fine dell’indagine, con rammarico, dovrà ammettere che quanto è avvenuto, “era l’unico modo” possibile per scardinare la consuetudine. E comunque, la rincorsa alla verità lo lascerà col respiro pesante e ancora una volta con l’amaro in bocca.
Buona lettura
|
INCIPIT ERA L'UNICO MODO |
INCIPIT ROMANZO
PRIMO CAPITOLO
Nota del maresciallo
Mi chiamo Ettore Spada e sono il comandante della stazione dei Carabinieri di Fittoneta. “Da oggi Spada sarà tutto sulle sue spalle” disse il colonnello due anni fa, dopo avermi appuntato le mostrine di maresciallo maggiore. E a quarant’anni appena compiuti, mi affidò la caserma della cittadina.
Fittoneta si trova nel bel mezzo della costa degli Etruschi, a metà strada tra il promontorio Labronico e la Maremma. Negli anni Sessanta era tra le “perle” del Tirreno: nuovi stabilimenti balneari e le prime discoteche. Finché, alla fine del secolo, la decadenza delle amministrazioni, il degrado urbanistico, l’erosione della costa e il conseguente abbandono dei turisti, l’hanno trasformata in un ricordo di prosperità. E il malaffare ha trovato terreno fertile da coltivare.
E allora, eccoci qui, pronti a fare del nostro meglio per combatterlo.
Perché fare il Carabiniere significa firmare un contratto con la coscienza. Per onorarlo bisogna avere l’animo di un cervo e la tenacia di un’aquila. È un mestiere ingrato e certe volte infame. Trovare l’equilibrio tra la pietà e la rabbia è complicato. Quando qualcuno oltrepassa il confine tra il bene e il male, ha sempre un motivo. E capirlo fa la differenza; aiuta a non stare in bilico con la coscienza e permette di decidere da quale parte stare.
Ma ora, penso sia arrivato il momento d’introdurre il romanzo che avete appena aperto. Non è il primo che parla di me e del mio lavoro, “Era l’unico modo” continua a raccontare, iniziando esattamente dall’ultima pagina del romanzo precedente: “Nati per morire”. Avrete il tempo di conoscere Yari: il ragazzo rumeno protagonista dell’altra storia. Dunque, inizierete dalla visita in ospedale all’altro ragazzino: Marco. Ovviamente non posso raccontarvi qui, tutto quello che è accaduto. Dovrete dare spago all’immaginazione, oppure togliervi la curiosità leggendo il libro. Ma vi garantisco che non sarà necessario. La telefonata descritta nell’ultima pagina del romanzo precedente farà cambiare lo scenario e il lavoro riprenderà senza concedere nessuna tregua; esattamente come fa la vita.
Voglio avvertirvi che i personaggi e le vicende narrati in queste pagine sono frutto della fantasia dell’autore. Se anche casualmente trovaste delle somiglianze con luoghi, fatti o persone di vostra conoscenza sono del tutto involontarie e casuali.
Allora, cimentiamoci.
Buona lettura.
|