2. Profilo del Tecnico e Tecnologo dell’Informazione
e della Comunicazione
Un profilo professionale è sempre costituito da che cosa una persona
conosce in un certo ambito e da che cosa sa fare a fronte
di ciò che conosce. Se c’è sconnessione fra i due
aspetti, non c’è vera professionalità.
Che cosa conosce un Tecnico e Tecnologo dell’Informazione e della
Comunicazione (TTIC):
– conosce la problematica dell’informazione e la relativa
teoria
– conosce la problematica della comunicazione e la relativa teoria
Prima di procedere, a questo proposito è utile sottolineare qual
è la differenza fra le due disci-pline, perché spesso sono
state confuse fin dalle origini del loro studio sistematico. Chiarire
la differenza non è puramente accademico, ma serve a impostare
correttamente la programma-zione del percorso di istruzione e formazione.
Informazione è generazione ed elaborazione di dati, quale
che ne sia il contenuto. Dei sistemi possono scambiarsi informazione,
codici, simboli, indipendentemente dal fatto che abbiano un senso per
qualcuno o una qualche efficacia operativa. Non è in alcun modo
in gioco l’interpretazione (umana o automatica). L’efficienza
di tali operazioni formali di elaborazione e la loro organizzazione in
vista della minimizzazione dell’errore sono lo scopo della scienza
dell’informazione. Si potrebbe dire che la scienza dell’informazione
è in sostanza una branca della matematica in senso lato, intesa
cioè come formale elaborazione logica di simboli su base numerica:
per questa ragione si parla di unità di informazione, che è
il bit o binary digit o cifra binaria indipendentemente da ogni significato
o uso, e ogni tipo di elaborazione – di testi, di immagini, di suoni
e di ogni altra tipologia di dati – è attualmente puro calcolo
numerico.
L’informazione si misura.
Comunicazione riguarda i contenuti. Presume che qualche ente
invii dati a qualche altro ente con uno scopo, che non è puramente
l’invio di simboli (i quali fanno solo da supporto), ma mette l’ente
ricevente in condizione di adottare decisioni di qualche natura. La comunicazione
ha quindi una visuale più ampia,1
e può influenzare le scelte circa la tipologia dell’infor-mazione,
vale a dire il formato dei dati, il quale determina la loro fruibilità,
la loro inequivocità logica al livello degli enti in comunicazione
tra di loro, la loro sinteticità.
In questo caso si potrebbe dire che la scienza della comunicazione è
una branca delle scienze del linguaggio in senso lato (sempre tuttavia
in termini formali).
Anche per la comunicazione, in quanto appunto scienza, i concetti a contenuto
“psicologico” sono esclusi. Non è in questione il pensiero
dell’ente che invia un messaggio o di quello che lo riceve, che
possono essere sistemi automatici: in questione è l’adeguatezza
del messaggio rispetto al suo contenuto al fine di una corretta interpretazione
formale da parte dell’ente che lo riceve. Pertanto, oltre alla comunicazione
umana, è da considerarsi la comunicazione fra sistemi in grado,
per esempio, di eseguire misure da un lato e di eseguire correttamente
dei compiti automatici in funzione di tali misure dall’altro.2
La comunicazione non si misura ma si valuta in funzione del raggiungimento
di un obiettivo nel rapporto fra ente trasmittente e ente ricevente.
In entrambi i casi, tuttavia, domina un concetto chiave, quello di organizzazione.
Nel primo caso l’organizzazione del sistema informatico (hardware
e software), e quindi del dato in quanto struttura di numeri, nel secondo
caso l’organizzazione del messaggio in quanto signi-ficante (utile,
gestibile) per gli enti che comunicano tra loro. Pertanto è sulla
base del concetto di ‘organizzazione’ che verrà proposta
qui una struttura dei contenuti e dei metodi del percorso IFTS.
Che altro conosce un TTIC:
– |
conosce le tecnologie attuali di elaborazione e trasmissione dell’informazione,
ma anche quelle che le hanno precedute, dal momento che per molti
anni si rispetta la compatibilità alfine di rendere disponibile
nell’attuale del materiale generato in passato mediante tecnologie
non radicalmente diverse
|
– |
conosce le tecnologie d’interfaccia del mondo della comunicazione
(testo, audio, video ecc., in generale le tecnologie multimediali)
|
– |
conosce la sistemistica hardware dei computer e delle periferiche
essenziali |
– |
conosce le proprietà dei materiali in relazione al loro uso
specifico nel campo dell’informa-zione
|
– |
conosce la sistemistica software dei sistemi operativi
|
– |
conosce le tipologie delle reti di computer, locali e geografiche
|
– |
conosce la logica della programmazione strutturata
|
– |
conosce alcuni linguaggi di programmazione essenziali
|
– |
conosce la normativa del settore informatico
|
– |
conosce la legislazione del settore delle comunicazioni
|
– |
conosce la problematica della sicurezza informatica e le relative
tecniche essenziali
|
– |
conosce la normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro
|
– |
conosce la problematica della qualità e della garanzia di
qualità
|
– |
conosce i principi dell’organizzazione aziendale e delle relazioni
interne ed esterne
|
– |
conosce il linguaggio tecnico (italiano e inglese)
|
Che cosa sa fare un TTIC a fronte di ciò che conosce:
– |
sa progettare l’informazione in funzione della sua propria
efficienza, a partire dall’indagi-ne sistemica del problema
informativo posto
|
– |
sa progettare l’informazione in funzione dell’efficacia
della comunicazione
|
– |
sa muoversi con sicurezza fra i vari sistemi operativi, non solo
attuali, e sa sfruttarne le potenzialità
|
– |
sa servirsi di software specialistico per il trattamento dell’informazione;
ne conosce le principali varianti disponibili sul mercato
|
– |
sa progettare, gestire e assistere una rete locale di computer con le
relative periferiche, e sa interfacciarsi efficacemente e in modo
sicuro con una rete geografica
|
– |
sa progettare interfacce multimediali (software) e scegliere le periferiche
di input e di output più adatte (hardware)
|
– |
sa progettare a livello sistemico – e scegliere sul mercato
la componentistica adatta – un computer con prestazioni specificate
|
– |
sa intervenire su problemi hardware e software di un computer (assistenza)
|
– |
sa progettare software applicativo mediante linguaggi ad alto e basso
livello
|
– |
sa tenere conto della normativa e delle leggi vigenti nel suo settore
in ogni compito che svolge
|
– |
sa analizzare e risolvere i problemi di sicurezza del software
|
– |
sa analizzare e risolvere i problemi di sicurezza sul luogo di lavoro
e i problemi di sicurez-za degli utenti del suo lavoro (hardware e
software)
|
– |
sa valutare il costo del proprio progetto (materiali, manodopera,
investimenti, costo di vita del prodotto in relazione all’affidabilità)
|
– |
sa analizzare il proprio lavoro dal punto di vista della (garanzia
di) qualità in relazione ai costi
|
– |
sa relazionarsi e comunicare correttamente sia nell’ambito
di una organizzazione azien-dale sia nei rapporti esterni all’organizzazione
|
– |
sa organizzare il proprio lavoro in vista dell’efficienza,
dell’efficacia, del rispetto dei tempi prestabiliti e delle
specifiche di prodotto
|
– |
sa distribuire i compiti (valutare capacità e affidabilità
dei collaboratori); sa valutare l’adeguatezza dei risultati
e controllare lo stato di avanzamento dei lavori
|
– |
sa documentare adeguatamente – con chiarezza, sintesi e correttezza
formale - il proprio lavoro; sa scrivere manuali d’impiego
e manutenzione (di hardware e software), procedure di collaudo e
relazioni tecniche; sa scrivere tali testi in forma multimediale,
in particolare come pagine Web, e in lingua inglese
|
– |
sa interpretare correttamente la documentazione tecnica e ausiliaria
(es. normativa) sia in lingua italiana sia in lingua inglese; sa
reperire le informazioni necessarie per il suo lavoro sia in rete
sia nel materiale cartaceo (testi, manuali, data-sheet)
|
1. |
O comincia dove finisce l’informazione. Si può dire
che per poter cominciare a comunicare occorre prima saper informare.
Alla rete telefonica, per esempio, non importa che cosa si comunica
o chi o cosa comunica (due esseri umani o due fax), ma deve saper
elaborare e trasmettere dei segnali, analogici o digitali che siano,
in modo che in quanto segnali arrivino come sono partiti. Ai fini
dell’informazione, che cosa si comunichi è irrilevante.
Significativo, a questo proposito, è il fatto che le tariffe
telefoniche, e delle reti in genere, riguardano l’ informazione
(tempo ed elaborazione) e niente altro. |
2. |
Esemplificando: l’elaborazione di un messaggio di posta da
parte del PC che lo invia, da parte della rete e da parte del PC che
lo riceve può essere perfetta, ma il messaggio può essere
scritto in una modalità (formale) che non rende inequivoca
la sua interpretazione (per esempio si è adottata una tabella
di caratteri inadatti a una certa lingua). In tal caso l’informazione
è ineccepibile, ma la comunicazione o è carente o non
c’è stata. Un altro esempio che è sotto gli occhi
di tutti è la qualità comunicativa dei siti Web: a parità
di risorse informative o informatiche, si passa dalla chiarezza associata
all’essenzialità a una totale inutilità per via
di pessima organizzazione o leggibilità della pagina che può
portare persino a evitarne la lettura, con ciò non raccogliendo
da essa alcuna comunicazione.
|
|