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dr. Roberto Montaño
 

n. 07 06 1946   m. 11 11 2003

Concedimi di dedicare questo spazio del mio sito, a questa grande persona che è stata mio padre.
Avevo pensato di farlo già quando era ancora fra noi, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo, forse perché la ritenevo una cosa eccessiva e fuori luogo... però se lo sarebbe meritato!
Lo faccio ora, e non è troppo tardi come forse ti verrà da commentare... non lo è perché lui vive ancora, vede e osserva, forse compiaciuto, o forse commenterà per l'ennesima volta "sei sempre stato matto"

Mi ci vorrebbe un sito intero, per farla "breve" (ma mica tanto) riporto ciò che è stato scritto e detto da altri, dopo la sua "partenza!".

Vuole essere soprattutto un "messaggio" di Fede e di Speranza.

Inizio da ciò che è stato detto in chiesa, il giorno di quella che per me è stata una festa d'arrivederci, non un semplice funerale. C'era tanta, tantissima gente a salutarlo, li avrei abbracciati tutti!!

Ecco il "Commiato" scritto e letto da un suo collega:

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COMMIATO AL DOTT. ROBERTO MONTANO

Caro Roberto, ho accettato volentieri l'invito a darti l'estremo commiato e ringraziarti a nome anche dei colleghi medici, oltre che al mio personale. 

La nostra amicizia risale al tuo arrivo all'Ospedale di Pederobba come assistente medico, e penso sia stata dono reciproco. Lo fù certamente per me! 

Sento di doverti ringraziare oltre che per l'esempio della professione medica esercitata con passione ed impegno, sia pure con tutti i limiti e le fragilità della nostra natura umana (che però in te ha dovuto sopportare il peso di prove familiari non comuni ... ), anche per la tua fede profonda ed incrollabile, che scaturiva dall'intimo del tuo essere, e che le prove e sofferenze familiari, e tue, da te cristianamente accolte, hanno valso certamente a irrobustire. 

Sono venuto a trovarti ultimamente in ospedale dove tu, consapevole della gravità del tuo male (avevi infatti detto a qualcuno che la tua esperienza professionale ti accertava che nessun tuo paziente affetto da cancro del polmone aveva superato l'anno di sopravivenza ... ), mi parlavi anche dell'appuntamento, desiderato e atteso, della tarda sera, con Clelia, tua moglie, per la recita del Rosario prima di affrontare la lunghezza e la pesantezza della notte! 

Era questa finestra aperta sull'al di là che ti dava la forza di portare la tua croce!

 Era questa presenza invocata e sentita di Dio amoroso e provvidente, al quale tu avevi consegnato, e consegnavi totalmente la tua vita e quella dei tuoi cari, realizzando così la domanda del Padre Nostro: sia fatta la tua volontà!, che ti sosteneva nella tribolazione della malattia.

 Ed è questo Dio, da te invocato anche nell'oscurità delle ultime ore e che tuo fratello ti confermava vicino al tuo letto di sofferente, che ti avrà accolto nel suo abbraccio amoroso di Padre 

Grazie, Roberto, per questa tua fede di cui hai fatto dono, certamente a me, ma soprattutto ai tuoi cari e, penso anche a quanti ti hanno avvicinato durante la degenza ospedaliera.

Grazie ancora! 

Aiutaci a camminare come te con questa fede! Addio

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Riporto ora l'articolo pubblicato sul "giornalino" di dicembre 2003, della locale Società Sportiva di nuoto:

A ROBERTO


 
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............      il "dottore" se ne è andato! Sono passati circa
 
quattro mesi dal 30 agosto 2003, giorno di inaugurazio­
ne delle nuove vasche delle Piscine comunali di
Montebelluna e di intitolazione a Chiara Giavi di tutto
l'impianto natatorio.
Era partito da casa per essere lì, insieme, ancora una
volta e come sempre, nei momenti importanti della vita
della piscina e di tutta la squadra. Ma il suo viaggio si è
fermato all'ospedale di Montebelluna e l' 11 novembre se
ne è andato per sempre portando via con sé un pezzo
della nostra storia.
Roberto Montaño, per tutti "il dottore", ha fatto parte del
gruppo storico che ha creato e tracciato il percorso della società, restando sempre fedele ad un ideale di
sport visto come mezzo di crescita della persona.
Il suo ruolo di medico sociale, prezioso per atleti e genitori, si fondeva con la figura di dirigente attento
e sensibile e di genitore sempre disponibile e affettuosamente presente in ogni situazione.
Ha visto crescere “i suoi ragazzi", come chiamava gli atleti della squadra, trasformarsi da bambini in
uomini seguendone, con sollecitudine il cammino.
Li ha fotografati mille e mille volte, sempre girando con la sua macchina fotografica a tracolla, per fissa­
re momenti felici, momenti tristi, momenti sereni di quel mondo che ha fatto parte integrante della sua vita
e al quale ha dato tanto.
La sua "frazione" è finita! Andandosene ci ha passato il testimone di questa ideale staffetta.
A noi il compito di proseguire. Lui sarà ancora lì, con la sua macchina a tracolla, a bordo vasca o sulle
tribune fuori o lungo i corridoi, nei momenti felici, tristi o sereni del nostro cammino.
 
Liliana Incerti


 
...con la sua macchina fotografica a tracolla...

 

 

 

 

 

 

 


 



  
Eravamo in tanti, tantissime persone ad accompagnare “Il dottore” nel suo ultimo viaggio, tutti per testimoniare tanto dolore e tanto affetto, tesi con il cuore stretto dall'angoscia e a tutti è giunto il messaggio di forza e serenità contenuto nelle parole che il figlio Andrea ha indirizzato a suo padre. lo, come penso tutti i presenti, mi sono sentita aiutata ed arricchita da quella forza e da quella serenità e mi sembra giusto trasmettere anche ad altri questo messaggio.

Pochi giorni fa un ragazzo, extracomunitario ... mi sembra fosse immigrato dalla Tunisia, probabilmente notando la somiglianza con mio padre, mi ferma ... e un po' incerto mi confida una cosa: "il tuo papà è mio amico". ... nei suoi occhi e nelle sue parole c'era il rispetto per un uomo venuto dal niente ‑ come lui... rispetto, ammirazione e speranza ... tanta speranza ... quegli occhi parlavano senza emettere un suono. Sembrava proprio volessero dire: "vorrei tanto diventare come tuo padre...".
 
Mio padre ... mio padre è un uomo meraviglioso. Un po' fuori dal comune ... è arrivato in Italia su una nave, quasi quarant'anni fa. Senza un soldo. Perfetto sconosciuto. Straniero. Alle spalle la miseria ... e l'aiuto di qualche persona caritevole. La miseria ... ma una mente enorme.
 
Straniero in terra straniera. Difficoltà ... diffidenza. Era nato in un'isola di pescatori ... in sud America. Praticamente è uscito dal nulla.
 
lo l'ho vista quest'isola... ho vissuto con lui... per quasi trent'anni... ed ero con lui mentre moriva, ... e mentre esalava l'ultimo respiro, stringendolo tra le braccia ho capito. Pensavo al ragazzo Tunisino. E ho capito. Ora vedo voi ... e sono sicuro. Ora ne ho la certezza: ho capito.
 
Quella di mio padre è stata veramente una grande vita. Ha dato speranza ... ha fatto del bene a molti.
 
L'ho guardato morire... per ore... Tenendolo per mano ... senza perdere un istante di quello spettacolo terribile. Immenso. Volevo capire ... e nella sua terribile agonia, mentre implorava Dio di lasciarlo andare... ho intravisto la Gloria. La Gloria di una vita compiuta.
 
Dio gli ha donato un talento...mio padre non ha avuto paura e lo ha fatto fruttare ... restituendolo con gli interessi. Dio sa se è vero... basta solo guardarvi ... voi sapete se è vero. lo lo so: è cosi.
 
Non dovete disperarvi per questo. C'è soltanto motivo di gioire. Regalategli una lacrima se volete, due, poi basta (io tre, sono suo figlio). Cosa sono queste facce tristi? Vi assicuro che se potesse non ve lo permetterebbe.
 
Mio padre ... mio padre era un uomo triste. E' vero. Ma non ha mai sopportato la tristezza ... e per gli ospiti serbava sempre il vino migliore ... a fiumi, ve lo assicuro ... perciò non siate tristi. Se veramente gli avete voluto bene: non siate tristi. Ma una volta tornati a casa, se volete, prendete il vostro vino migliore e brindate. Brindate a quest'uomo meraviglioso ... e vi accorgerete che in quel momento lui sarà li con voi.
Perché quando una persona cara muore ... beh, è solo un' assenza fisica. Ma quando una persona vi entra nel cuore non è più possibile farla uscire... ed anche se se ne va, in realtà rimane con voi per sempre.
 
Mio padre... mio padre era un gran goliardico ... a volte burlone ... e gli piaceva tantissimo fare il buffone ... figuratevi che neanche dieci minuti dopo essere spirato ... dopo una sofferenza enorme... il suo corpo era li... pazzesco! ... sorridente. Va bene ... gli uomini di scienza vi parleranno di Rigor mortis", vi spiegheranno tutto cosi ... scientifico ... contenti loro. Sarà quello che volete voi, ma intanto a noi, questo grandissimo e straordinario buffone, è riuscito a farci ridere ancora una volta ...
 
Vedendovi così ora, mi sa tanto che se potesse tornare indietro, come minimo vi negherebbe le ricette a tutti per un mese...
 
A me piace pensare a Dio come ad un bambino. Forse voi ve lo immaginate come un vecchio dalla barba bianca ed il cipiglio severo...può darsi ... ma per me è un bambino. Anzi, io sono veramente convinto che Dio sia proprio un bambino. Una volta passati ad altra vita ... crediamo, pieni di paura, di trovarci di fronte ad un essere giudicante ... ci guardiamo intorno tutti tremanti, ma non c'è nessuno. Guardiamo in basso e voilà! Ti ritrovi Dio ... un bambino ... un bambino che ti tira per le gambe e sorridente ti chiede:
 
"Ouh! Ti va di giocare con me a nascondino ?"
 
"E me lo chiedi?! certo che mi va!" ... nascondino ... il gioco preferito di Dio... già lo vedo mio padre bambino. Mio padre bambino deve essere stato proprio un grandissimo casinista, una peste ... come minimo a quest'ora avrà fatto tana a Dio almeno tre volte.
 
Cosa volete, io desideravo farvi per lo meno sorridere. Non dico ridere ... ma almeno sorridere.
 
Ma non sono io. E' mio padre che ve lo chiede.
 
Non vi basta? Beh, allora vi confido una cosa: mio padre poco prima di morire ha visto lassu in alto, in lontananza, una piccola porta bianca ... bianca e stretta ... alla fine l'ha raggiunta ... e vi è entrato. E' entrato attraverso la porta stretta ... nella gioia del suo Signore.
 
Perciò adesso fatelo ulteriormente felice, per favore sorridete! ... altrimenti guardate che qui va a finire che io incomincio a raccontare barzellette!!!

... mio padre era un gran goliardico ...

 
 


 

Eccolo!! eccolo quella sera, in campeggio al mare,
vestito di bianco, bastone (paletto della tenda...) e occhiali scuri...
fingeva di essere cieco.. ci avevano creduto tutti!


Un compaesano ci ha scritto...

Molta gente ci ha scritto telegrammi e messaggi di condoglianze, sono stati tutti molto graditi. Riporto qui uno di quelli che mi è piaciuto di più:

 

Gentile Signora Clelia, anche se non ci sono parole adatte ad esprimere il dolore per la scomparsa di una persona cara, desidero porgere a Lei e Famiglia le più sincere condoglianze, ricordando nella preghiera il caro dott. Roberto che ci ha lasciato per "tornare alla casa del Padre".

Il Signore lo accolga nelle Sue dimore eterne e lo ricompensi per tutto il bene che ha compiuto su questa terra. Ricordo in particolare con gratitudine la gentilezza e la professionalità con cui trattava i malati, compresi i miei genitori che ha avuto in cura per diverso tempo; ricordo la cortesia e disponibilità verso tutti quelli che si rivolgevano a lui per un consiglio. 

Partecipano a questi sentimenti anche i miei familiari, che lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato la grande umanità.

 Gradisca distinti saluti

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"... ricordo la cortesia e disponibilità verso tutti quelli che si rivolgevano a lui..."

 

E in Ecuador.....

 

 

COLEGIO PARTICULAR SAN RAFAEL
A LA MEMORIA DEL DR

ROBERTO MONTAÑO LUQUE

EN RECUERDO A SU AYUDA INCONDICIONADA A LA EDUCACION
DE NUESTRA JUVENTUD DE YAGUACHI Y COMO EJEMPLO DE
BENEFACTOR A LAS GENERACIONES VENIDERAS

ESTA SALA DE CLASE LLEVARA' SU NOMBRE COMO SIGNO DE GRATITUD
A SU GENEROSIDAD

LA DIRECCION     LOS PROFESORES     LOS ALUMNOS     LOS PADRES DE FAMILIA

YAGUACHI, 11 DE ENERO DEL 2006

 

Traduzione:

Istituto san Rafael
alla memoria del dr
Roberto Montaño Luque

In ricordo del suo aiuto incondizionato all'educazione
della nostra gioventù di Yaguachi e come esempio di
benefattore alle generazioni future
Questa aula prenderà il suo nome come segno di gratitudine
alla sua generosità

La Direzione     Gli insegnanti     Gli alunni     I genitori

Yaguachi, 11 gennaio 2006

 

L'Istituto San Rafael (scuola professionale) - Yaguachi, Guayaquil, Ecuador

In genere, quanndo una persona viene a mancare, le manifestazioni di stima si sprecano. Ma in questo caso è diverso, non è stato romanzato né inventato nulla. Lui non era perfetto, e chiaramente i suoi difetti non sono stati espressi, ma... chi di noi è perfetto???
Non  voglio aggiungere altro, se non che vorrei tanto assomigliargli almeno un po'.

(gennaio 2004).

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