Il loro nuovo nome era "Sycurmolnarnir", cioe’ "Zollette di zucchero". Sugarcubes 1986/1992 Nella meta’ degli anni ‘80 gli Sugarcubes furono definiti la miglior band dai tempi degli Smiths. E col loro singolo di debutto, "Ein mol a mann" (One cube per head), che conteneva "Ammaeli" (Birthday) e "Kottur" (cat) Bjork dimostra che con l’eta’ la voce e’ arrivata. Con deliziosi urletti e grossolani borbottii, col suo caratteristico gemere con selvaggio abbandono in toni che sembrano provenire da un altro mondo, sembra esplodere con indiavolato piacere. Con il contributo degli straordinari brontolii di Einar , Siggi e della combriccola, con "birthday" gli Sugarcubes creano uno dei sound piu’ genuini della decade. Parafrasando spiritosamente i "Kinks Ray Davies", Bjork annuncia "Non siamo come chiunque altro" e lo prova con l’album super-acclamato dalla critica "Life’s too good". Con questi riconoscimenti, ora le grandi majors iniziano a corteggiarli con ingenti somme di denaro (750.000 sterline, per esempio) per averli sotto contratto, ma loro rifiutano!


Il secondo album "Here today, tomorrow, next week!", non se la passa cosi’ bene e lascia impalata la band sul suo esagerato motto di "dominazione del mondo o morte!". Il terzo album, "Stick around for joy" fu considerato un ritorno alla forma, pero’ piu’ pop e meno sperimentale dei precedenti. Einar prosegue nel suo ruolo di rapper della band, cosa che fa perdere effetto alla maesta’ vocale di Bjork rendendolo superfluo ed irritante fino a spingere la band a licenziarlo. Dopo sei anni di alterne fortune, la band che era stata formata quasi per gioco era divenuta un affare serio. "Ho realizzato che si trattava di "Ora O Mai Piu’ " ha detto Bjork recentemente. "O registravo subito tutte quelle canzoni che mi giravano per la testa da anni, o non l’avrei mai fatto". Nel 1992 lascia gli Sugarcubes ed intraprende la carriera solistica. Solista: 1990/1993 La storia dello scioglimento degli Sugarcubes e’ probabilmente inaccurata, ma e’ certo che i vari componenti del gruppo tornarono piu’ meno tutti ad una vita normale in Islanda, con Bjork che , da parte sua, ando’ a lavorare in un chiosco di mercato, o se preferite, in una bottega di antichita’, per aiutare ad estinguere parte dei debiti accumulati dalla band attraverso gli anni ‘80.


 

 

 

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