"Succede sempre così. I desideri più a lungo e intensa
mente accarezzati si avverano nelle circostanze meno attese. Ho infatti seguito
per quattro anni le notizie sui dischi volanti e ho sempre desiderato di vederne
uno. Poi, quando ormai avevo perso le speranze, mi è capitato di vederli
addirittura due volte. E' strano, non le pare? " Così dicendo, Gaspare De'
Lama, un giovane pittore milanese, fermò la macchina in fondo a via Capecelatro,
a circa cinquecento metri dallo stadio di San Siro. Un amico mi aveva informato
di quel singolare avvistamento e sulla scorta delle sue informazioni riuscii a
rintracciarne il protagonista. Lo incontrai mentre stava uscendo di casa.
Conosciuto lo scopo della mia visita, il pittore mi invitò sul luogo
dell'avvistamento, dicendo che in questo modo la spiegazione sarebbe stata molto
più facile e più completa. "Quel giorno, il 1° dicembre 1961, ero venuto
da queste parti con mia moglie e mia madre per godermi un po' di sole - riprese
a dire il pittore mentre attraversavamo la strada. - Lo scopo della nostra
passeggiata non era però solo questo. Stavo infatti studiando alcuni quadri
ispirati al progresso moderno e un quartiere in espansione come questo poteva
senz'altro offrirmi qualche spunto adatto. Questi edifici in costruzione, queste
strutture in cemento armato, queste gru che cigolano sui tralicci facevano
proprio al caso mio. Le confesso però che non mi sentivo di riprodurle sulla
tela col solo aiuto della memoria. D'altra parte la rigida temperatura
decembrina non mi consentiva certo di portare il cavalletto all'aperto. Così
l'idea di fotografare alcuni scorci da elaborare poi nel mio studio mi parve la
soluzione migliore ".
Gaspare De' Lama mi raccontava con calma tutti
questi particolari con la cura meticolosa di chi non vuole assolutamente
rovinare un'importante premessa. "Erano circa le 14. Passeggiavamo
tranquillamente quando mia moglie, che osservava la parte esterna di San Siro.
si accorse che uno strano velivolo di forma circolare stava sorvolando la zona.
Mi voltai e rimasi sbalordito. Un disco volante oscilla va sulla verticale dello
stadio ed era ben visibile ad occhio nudo. Guardammo tutti e tre quella macchina
singolare che si muoveva senza fare alcun rumore e restammo in silenzio per
qualche istante, senza trovare parole per commentare ciò che stava succedendo.
A giudicare dalle prime apparenze il disco doveva avere un diametro di una
decina di metri e il suo colore era cupo come quello del piombo. Notai subito
che la superficie non rifletteva la luce del sole, né emetteva luminosità
propria ". Il mio interlocutore mi indicò il punto preciso in cui il disco
era apparso e la sua voce tradiva una certa emozione come se stesse rivivendo
quei momenti con la stessa intensità emotiva. "L'apparizione mi stupii
cosi profondamente da farmi rimanere immobile. "Presto, scatta qualche
fotografia! mi gridò mia madre tutta eccitata. - Cosa aspetti? ".
Ero rimasto talmente scosso da non ricordarmi neppure più di avere la macchina
fotografica. Scattai qualche fotografia alla meglio, senza badare né al tempo
di posa né all'apertura del diaframma. Ero proprio qui, quando scattai le prime
foto.
Poi, siccome i lampioni mi davano fastidio in quanto il disco passava spesso
dietro di loro, saltai nel prato e scattai altre pose".
Mentre scendevamo nel prato per osservare più da vicino il
luogo preciso da cui erano state scattate le fotografie pregai il pittore di
descrivermi il volo del disco. "Il disco si muoveva in modo piuttosto
strano. A volte restava immobile per qualche secondo e poi si spostava di scatto
per andare a fermarsi qualche centinaio di metri più in là. Nello stesso tempo
saliva e scendeva repentinamente variando la quota. Ha mai visto quegli insetti
che si trovano in vicinanza degli stagni? Il disco volava nello stesso
modo".
" A che altezza oscillava sullo stadio? domandai.
"La quota variava fra i 50 e i 90 metri. Questo, almeno,
è quanto mi è sembrato. Per essere più sicuri bisognerebbe però valutarIa in
rapporto to alle dimensioni del disco, ma anche queste sono difficili da
valutare con la precisione necessaria".
In completo silenzio
"Si distinguevano i particolari?. Non era facile, dati i
bruschi movimenti del disco. In secondo luogo ho notato che in alcuni momenti i
suoi contorni apparivano ben netti e precisi e poi, subito dopo, diventavano
sfocati, come se il disco fosse da una avvolto nebbiolina semitrasparente.
Nonostante questo sono però riuscito a Il disco era distinguere gli elementi
d'insieme. Il disco era perfettamente rotondo e quando appariva di profilo
rivelava una sezione a forma di lente. La parte superiore era sormontata da una
specie di cupola rialzata posta al centro, dello stesso colore della struttura
del disco".
"Faceva molto rumore quando si spostava? ".
"Non ne faceva affatto. Il disco era perfettamente
silenzioso. Credo anzi di non esagerare dicendo che il fatto che mi ha
maggiormente impressionato è stato proprio l'assoluta silenziosità del suo
funzionamento A volte mi dava l'impressione di trovarmi dinanzi ad un fantasma o
perlomeno di fronte ad una macchina proveniente da un altro mondo".
"Quanto è durata l'apparizione?.
"In complesso, da quando l'abbiamo avvistato noi, il
disco ha oscillato su San Siro per un paio di minuti o forse anche di meno. Poi
il disco "Si è innalzato quasi verticalmente e si è allontanato ad una
velocità paragonabile solo a quella dei razzi".
Si esclude il trucco
Mentre ritornavamo in macchina verso casa domandai ancora:
"Ci sono no stati altri testimoni?. De' Lama mi rispose con fermezza:
"Non siamo stati solo noi tre a vedere il disco. Anche altre persone, che
in quel momento transitavano lungo via Capecelatro, si sono fermate ad
osservare. lo non ho pensato di farmi dare i loro nomi. Se fossi un giornalista
avrei potuto farlo, ma sa... ad un pittore certe idee non passano nemmeno per la
testa.
Porgendomi le fotografie, De' Lama mi fece vedere anche le
negative. Le osservai attentamente e mi sembrò che il trucco dovesse escludersi
nel modo più assoluto. Qualche giorno. più tardi questa stessa opinione mi
sarebbe stata poi espressa anche da numerosi fotografi professionisti a cui
avevo fatto esaminare le negative. " Queste fotografie sono autentiche- è
stata la risposta generale - e non è neppure il caso di parlare di foto
montaggi. In queste immagini ci sono anzi alcuni particolari che ci autorizzano
ad escludere il trucco nel modo più assoluto" .
"E adesso guardi queste - mi disse De' Lama porgendomi
un'altra cartellina di fotografie. - Queste le ho scattate sul mio terrazzo il
12 febbraio. Anche questa volta ero salito con la macchina fotografica per
ritrarre alcune inquadrature di comignoli. Erano circa le 16,30 quando mi è
parso di vedere un punto nero delinearsi nella foschia. Lo seguii per qualche
secondo con attenzione e poi, per mia fortuna, il punto si ingrandì fino ad
assumere proporzioni e forma che non ammettevano dubbi. Si trattava di un altro
disco volante. Scattai numerose fotografie e in questo fui facilitato dal disco,
che si spostava lentamente e senza scosse. Questa volta non mi lasciai prendere
troppo dall'emozione e riuscii a scattare tutte le fotografie che avevo in
macchina. E feci appena in tempo perché il disco, dopo essersi avvicinato, si
allontano e scomparve nella foschia dalla stessa parte da cui era venuto ".
"Era molto basso?" - domandai.
"Può averne già un'idea guardando do le fotografie.
Penso comunque che la sua quota variasse fra i 200 e i 300 metri. Il disco però
non mi è sembrato molto grande. Penso anzi che il suo diametro non fosse
superiore ai sette metri. La cupola centrale superiore era molto prominente e il
colore, anche questa volta, era quello del piombo. Non ho sentito alcun rumore,
anche se devo ammettere che il sordo frastuono della cIttà poteva confondere le
Impressioni".
"Ha riscontrato qualche elemento in comune con il disco
avvistato a San Siro? domandai".
"Non ho molti elementi per rispondere ad una domanda
così impegnativa. Mi è sembrato però che anche questo disco in alcuni momenti
fosse circondato da un alone di leggera nebbiolina che ne velava i contorni.
Quando poi ho avuto fra le mani le copie fotografiche mi sono accorto che la mia
impressione non era stata errata. In alcune di esse l'alone attorno al disco era
chiaramente mente visibile".
"Allora lei non ha più dubbi sull'esistenza dei dischi
volanti? ".
"Avere ancora dei dubbi oggi, dopo che i dischi
sorvolano ormaI da quindici anni i cieli di tutto il mondo, sarebbe un assurdo,
nello stesso modo in cui lo sarebbe il pensare che i dischi siano semplicemente
palloni soda o meteoriti. Vorrei proprio vederlI i palloni sonda o i meteoriti a
comportarsi come il disco che io e la mia famiglia abbiamo visto a San Siro o
come quello che ho fotografato dal terrazzo. E poi ci sono migliaia di prove che
dicono che i dischi sono macchine reali e non il frutto di una allucInazIone
collettIva. Senza contare che autorità di ogni genere, dai piloti agli
astronauti, dagli scienziati aglI operatori radar, hanno espresso il loro parere
in tal senso. Affermare che i dischi non esistono significa innanzi tutto non
essere informati di quanto avviene sotto il sole".
"Crede allora che i dischi siano macchine costruite
dall'uomo? ".
"Dall'uomo senz'altro, ma non dall'uomo della Terra. La
nostra scienza non ci permette ancora di costruire macchine cosi straordinarie
nè c'è da pensare che i dischi siano armi segrete di qualche potenza. Se
qualche nazione possedesse i dischi volanti le esperienze spaziali non avrebbero
più alcun significato. Perchè infatti si dovrebbero spendere capitali enormi
per realizzare missili, capsule spaziali o bombardieri superveloci, quando i
dischi permetterebbero ai piloti di volare a velocità. dell'ordine dei 30 mila
chilometri all'ora, come hanno affermato parecchi osservatori radar, di rimanere
immobili nel cielo e di volare senza far rumore? Si potrebbe pensare che si
tratti di qualche arma segreta ma anche in questo caso l'ipotesi non
regge".
"I dischi si vedono ormai da quindici anni e nessun'arma
segreta ha mai resistito tanto nel mistero. A giudicare anzi da quello che si
vede tutti i giorni si deve invece dire che le nazioni vantano le proprie armi
segrete prima ancora di averle costruite e
sperimentate. Non rimane quindi che una conclusione: i dischi
provengono da altri pianeti. In fondo non dovrebbe essere difficile ammetterlo,
tanto più che i nostri scienziati riconoscono che la vita pulsa nell'universo
che ci circonda e il buon senso non ci vieta di pensare che su altri pianeti
possano esistere degli esseri più evoluti di noi e quindi in grado di costruire
astronavi per i viaggi interplanetari. Sessant'anni fa l'uomo non era ancora
riuscito a volare eppure ora si parla già. di viaggi sulla Luna".
" Pensa che le possa ancora capitare l'occasione di
vedere un altro disco volante? ". "Chissà! Prima mi lamentavo di non
vederli ma era anche vero che non guardavo mai per aria. Poi mi sono capitate
queste due esperienze positive, dopo le quali tutti gli altri miei tentativi
sono rimasti senza esito. Ma non è detto che la partita sia chiusa. In fondo
anche un proverbio, vecchissimo ma sempre valido, dice: non c'è il due senza il
tre".
Bruno Ghibaudi