GLI UFO E LA SCIENZA

Una lunga storia di preconcetti, pregiudizi e ricorrenti malintesi

© di Luciano Perla

 

Il mondo scientifico ha spesso assunto un atteggiamento critico nei riguardi della questione UFO, tanto da rappresentare quasi una costante nella storia del rapporto UFO-Scienza, e un esempio d'incomunicabilità, di pregiudizi, e d'equivoci. D'altra parte ciò rappresenta anche un ricorrente e naturale fenomeno sociologico, che esprime le difficoltà di dialogo che possono determinarsi tra contesi sociali e culturali eterogenei.

L'ambiente scientifico è, per propria natura, un contesto culturale strettamente vincolato e polarizzato da precise filosofie concettuali e procedurali, che lasciano conseguentemente poco spazio a ciò che non rientra in questa filosofia di vedute. Il “fenomeno” UFO sì e posto fin dai suoi esordi (per convenzione dall'ormai lontano 1947) e per la sua peculiarità, sfuggente e casuale, quale questione ambigua e in qualche modo compromettente, in perenne e precario bilico tra mito ed eclatante realtà oggettiva. I media hanno svolto un ruolo non trascurabile nella definizione di tale (fuorviante) stereotipo, che influenza a tutt'oggi l'immagine di tutta questione UFO. Appaiono quindi quasi inevitabili le difficoltà, i problemi, e gli equivoci che sono sorti fin dall'inizio nel dibattito UFO-scienza.

L'errore, o meglio l'equivoco, che sta alla base di questo dibattito è proprio nel voler comunque porre in primo piano la scienza nella discussione della questione UFO. Intendiamoci, la questione UFO riguarda anche le questioni scientifiche, la scienza è da sempre alla ricerca di un riscontro oggettivo, una conferma, dell'esistenza di forme di vita intelligenti nell'universo. Il punto è che i fatti e gli eventi presentati dalla casistica UFO, sulla base dei complessivi dati  della casistica stessa, non rappresentano propriamente e direttamente una questione scientifica.

Il termine UFO risulta eloquente e sostanzialmente univoco in tal senso. Gli UFO si configurano (sulla base dei fatti) propriamente quali "velivoli", artefatti tecnologici, le prestazioni e le caratteristiche di questi oggetti, per inciso, escludono un origine terreste. Quindi gli UFO rappresentano, come vedremmo, in primo luogo una questione che riguarda direttamente i temi e le questioni sociologiche più che le scienze fisiche. Dato che la presenza (e l'attività) di oggetti volanti di natura extraterrestre sul nostro pianeta, prospetta rapporti e/o interazioni tra culture e civiltà su scala cosmica (!), con le relative e notevoli, se non enormi, implicazioni che ciò comporta. Considerazione quest'ultima che rappresenta la chiave appropriata per l'interpretazione della questione UFO, e anche la reale e principale motivazione (velata, non direttamente visibile) che sta alla base dei controversi e inconcludenti dibattiti del confronto UFO-scienza.

Se consideriamo la storia e le vicende del fenomeno UFO vediamo che l'attenzione per questi oggetti, in effetti, non è sorta dagli ambienti scientifici, almeno ufficialmente, ma dagli ambienti delle aviazioni civili e militari di tutto il pianeta, in particolare dall'USAF. I progetti di studio sugli UFO promossi dall'USAF, dal Project Sing (1947), al Project Grudge (1949) per arrivare al Blue Book (1952), rappresentano la più nota documentazione ufficiale governativa su tale fenomeno fino al 1968, anno della pubblicazione del famigerato rapporto Condon dell'Università del Colorado. Ora il fatto che l'attenzione per questione UFO storicamente parte dagli ambienti militari, nel caso specifico dall'aviazione militare degli USA, appare del tutto naturale e si collega, tra l'altro, direttamente e propriamente (come detto sopra) al termine stesso di UFO, Unidentified Flyng Object, quindi oggetto volante non identificato, artefatto, prodotto tecnologico. La casistica UFO è molto eloquente ed inequivocabile in tal senso. Termine molto diverso di "fenomeno", come generalmente, e impropriamente, sono spesso definiti questi eventi (anche in questo testo…), molto più generico e generalmente riferito, appunto, ai fenomeni fisici naturali. Appare quindi del tutto conseguente che i soggetti coinvolti in primo piano nella questione UFO sono storicamente rappresentati dal personale delle aviazioni militari e civili di tutto il pianeta, in particolare dai piloti delle aeronautiche militari, in quanto preposti alla sorveglianza e alla difesa dei territori nazionali. Il fatto che l'attenzione per la questione UFO si sia progressivamente sviluppata principalmente negli USA appare altrettanto conseguente, in considerazione del ruolo degli USA nel quadro politico e strategico internazionale. Tanto più se si tiene presente il clima di "guerra fredda" che si determinò al termine del secondo conflitto mondiale.

Quando alla fine degli anni 40 al Ministero dell'Aviazione USA pervenne un rapporto del direttore dell'ATIC (Air Technical Intelligence Center) con l'esplicita dichiarazione e conclusione: - Flying Saucers are Real - (gli UFO sono reali). Si poneva un quesito d'importanza fondamentale per per il governo americano, sia in termini militari sia politici: se gli UFO sono reali qual è la loro origine? Sono d'origine sovietica o, come sembrano indicare le peculiari caratteristiche di questi oggetti, di provenienza extraterrestre? Quesito inquietante quanto sorprendente che porta, come detto sopra, ai progetti di ricerca e di verifica su tale questione da parte dell'USAF.

Il progetto Blue Book, chiuso nel dicembre del 1969, sostanzialmente confermerà le conclusioni dei precedenti e sorprendenti rapporti del progetto Sign e Grudge che pongono l'origine extraterrestre degli UFO tra le principali, se non la pricipale, ipotesi che emergono all'analisi dei fatti. Anche se, come vedremo, tal evidenza verrà sistematicamente elusa. I clamorosi avvistamenti radar-visuali di Washington (luglio1952) completeranno il quadro degli avvenimenti che porteranno, sotto la spinta dei media, al così detto Robertson Panel (gennaio 1953). Commissione governativa, militare e civile, (10 membri: sei ricercatori, il direttore dell'ATIC e tre della CIA) al fine di valutare la situazione e definire una filosofia di comportamento, ufficiale, nei riguardi di tale questione, con il principale scopo di tranquillizzare l'opinione pubblica. Le notevoli implicazioni che derivavano dalla conclusione dell'origine extraterrestre degli UFO rappresentarono, e rappresentano, la chiave di volta di tutta la questione UFO. Le raccomandazioni finali del Robertson Panel, sono quindi volte a ridurre la questione UFO ai minimi termini.

Gli UFO rappresentavano sempre più una faccenda che andava ben aldilà delle dirette competenze dell'USAF, configurandosi quale questione dalle notevoli implicazioni socioculturali e dagli sviluppi imprevedibili. Prendere tempo, coinvolgendo direttamente l'ambiente scientifico nella faccenda UFO, ha rappresentato un'abile ed efficace strategia dell'USAF (governo americano) per raffreddare una situazione, e una questione, come detto dagli sviluppi imprevedibili. Ciò anche forti del fatto, determinante, che gli UFO non rappresentavano (e non rappresentano) un diretto problema sociale, economico o politico, e quindi una questione soggetta a ricadere facilmente nell'ombra non appena i riflettori dei media si spostano altrove. Anche in considerazione, pure determinate, che questa realtà sembra non intenzionata a interferire apertamente e direttamente nelle vicende umane, almeno in apparenza.

Il Project Blue Book chiude, come detto, ufficialmente nel marzo del 1969 e non da conclusioni definitive, sé non che: gli UFO non rappresentano una minaccia alla sicurezza Nazionale.

L'USAF in questo modo non si compromette, salva "capra e cavoli", salvaguardia la propria professionalità, avendo svolto la sua funzione, e coinvolge la scienza nella questione UFO, in linea con le decisioni del Robertson Panell, e quindi con il governo americano.

In realtà è ragionevole ritenere che le suddette vicende storiche della questione UFO rappresentino esclusivamente l'aspetto pubblico di questi eventi, mentre l'effettiva ricerca e controllo di tutta la faccenda si svolsero, e si svolgono, altrove e all'ombra, e a livello globale.

A coinvolgere la scienza nella faccenda UFO fu dunque l'USAF che incaricò l'Università del Colorado ad intraprendere uno studio su questi oggetti, la direzione della quale a sua volta affidò la direzione del progetto al dott. Edward U. Condon (fisico, noto per aver partecipato a suo tempo piano Manhattan, per la realizzazione della prima boma atomica).

Il Rapporto Condon, o Colorado Project, non rappresenta quindi un'iniziativa scaturita dalla comunità scientifica al fine di assumere una posizione univoca e ufficiale sulla questione UFO, in base a una ricerca sistematica e organica e a livello internazionale, ma un'ulteriore iniziativa dell'USAF (leggi governo americano). Iniziativa finanziata con i propri fondi, con lo specifico scopo d'insabbiare tutta la questione. Coinvolgere direttamente la scienza nel "fenomeno" UFO, deviando e configurando gli UFO da oggetti volanti non identificati a generico fenomeno da definire, ha rappresentato un'abile strategia politica e, come vedremmo, un'evidente strumentalizzazione della scienza. Tutte le vicende e i retroscena del Rapporto Condon sembrano confermare questa realtà. A cominciare dalle "dimissioni" di due dei principali componenti della commissione Condon: il dott. David Saunders e il dott. Norman Levine messi alla porta da Condon stesso.

Il dott. Norman Levine aveva steso un memoriale che poneva in evidenza che la commissione Condon non era altro che un'abile mistificazione, dietro la quale si celava la linea politica e le decisioni del comitato Robertson, e quindi del governo americano. Norman Levine aveva casualmente scoperto un documento scritto prima della firma del contratto con l'USAF, sottoscritto dell'amministratore del Comitato Condon, il dott. Robert Low, sui criteri da utilizzare per la stesura del suddetto rapporto. Criteri che anticipavano le conclusioni negative di tale rapporto (!). Superfluo ogni commento.

Il dott. Norman e il dott. Saundres comunicarono questo memoriale a diversi colleghi, tra qui il dott. James E. Mac Donald, fisico dell'Università di Chicago (all'epoca un'autorità mondiale nel campo della meteorologia), che da qualche tempo aveva posto la propria attenzione alle controverse vicende della questione UFO. Le critiche poste da Mac Donald nei confronti del Colorado Project come detto mise alla porta i due ricercatori. In seguito David Sunders, Mac Donald, e Alen Hinek (consulente scientifico dell'USAF dal1947), rappresenteranno le principali figure del mondo accademico americano che denunceranno e contesteranno la politica e le manovre del governo americano nei confronti della questione UFO. La macchina organizzativa dell'intelligence USA raggiungerà comunque l'obiettivo di congelare e ridurre la questione UFO ai minimi termini.

Il Rapporto Condon (tre volumi e 1485 pagine) polarizzato su posizioni critiche, e di cratere contraddittorio, aldilà delle compromettenti e vicende che hanno portato alla sua stesura, non può in alcun modo rappresentare un rapporto scientifico sulla questione UFO. Non rappresenta, come già osservato, un'iniziativa nata dalla comunità scientifica internazionale, quale ricerca organica e sistematica al fine di definire una posizione univoca su tale questione, anche se tale rapporto e stato approvato dall'Accademia Nazionale delle Scienze degli USA. Si devono considerare le circostanze e le pressioni, e quindi analizzare le vicende, che hanno portato l'ANS a tale decisione. Il Rapporto Condon non rappresenta quindi un rapporto scientifico sugli UFO, ma un abile tentativo di dare alla sistematica riduzione dei fatti della casistica UFO una parvenza scientifica, in ragione alle decisioni prese dal Robertson Panell. Questo è quanto emerge all'analisi delle vicende che portarono alla definizione di tale rapporto.

D'altra parte a confermare questo quadro della storia UFO-scienza sono le altrettanto significative vicende che hanno caratterizzato in Francia la costituzione del GEPAN (Groupe d'stude des Phénomenes Aereopatiaux Non indentiés), gruppo studi fenomeni geospaziali non Identificati, ente governativo francese per lo studio degli UFO (1978). Oggi ricostituito in SEPRA (Service d’Etudes des Phénomènes rares aérospatiaux), istituito all'interno del CNES (Centro National de la recerche Scietifique).

Anche in questo caso l'iniziativa che portò alla costituzione del GEPAN (1977-1988) parte, come negli USA, da un'istituzione preposta alla difesa del territorio nazionale, l'IHEDN (Istitut des Hautes études de Defese Nationale), in conseguenza all'accumularsi dei dettagliati rapporti sugli UFO che pervenivano ai comandi e alle sedi dall'aviazione militare e civile, e alle gendarmerie, francesi. L'organico del GEPAN era limitato a due persone a tempo pieno, il direttore, il prof. Claudie Poher (fisico) e il segretario, e la collaborazione a tempo parziale di alcuni ricercatori del CNES.

Su 378 rapporti UFO analizzati (1978) il 25% sono non identificati, con le stesse caratteristiche dei 701casi non identificati del Project Blue Book (5,5% dei12618 presi in esame all'USAF), dati che confermando la specificità e la peculiarità del fenomeno UFO, quale artefatto tecnologico di natura non terrestre.

Dopo un anno d'attività il prof. Poher abbandonerà il GEPAN ufficialmente per ragioni personali. Lo succede il dott. Alan Esterle che dirige il GEPAN fino al 1983, quando il CNES assegna ad Alan Esterle altri incarichi. La direzione dell'ente è quindi assegnata ad un tecnico, Jean-Jaques Velasco, ed il GEPAN è ricostituito in SEPRA, con notevole riduzione dei fondi.

Il GEPAN non da, come l'USAF, conclusioni definitive sulla questione UFO. Tuttavia alcuni rapporti dettagliati su specifici casi d'avvistamento UFO che l'ente prese in esame sono eloquenti ed inequivocabili. Rapporti che come detto comunque confermano e ribadiscono il concetto di oggetto volante non identificato, quale artefatto tecnologico di natura non terrestre. Il caso "dell'Amaranto" (Francia, 21/10/82) e il caso di Renato Nicolai (Francia, 8/1/1981), rappresentano due significativi esempi che affermano tale concetto. Rapporti dettagliati ed eloquenti, che confermano una volta di più le implicite conclusioni dell'USAF, che le conclusioni di quasi tutti i gruppi di ricerca privati sugli UFO sparsi nel pianeta, dell'origine extraterrestre degli UFO.

I fatti e i retroscena che hanno segnato (e che segnano) i progetti di ricerca sugli UFO d'oltre atlantico si ripropongono puntualmente in Europa, in questo caso in Francia. I commenti, le opinioni e le confidenze dei ricercatori del CNES francese che lavoravano e/o collaboravano con il GEPAN, non fanno che confermare la sistematica reticenza dell'Estabilishment planetario nei confronti della faccenda UFO. A cominciare dalle reali ragioni che portarono Claudie Phoer a dare le dimissioni dal GEPAN: l'imponibilità di superare gli ostacoli che direttamente o indirettamente si pongono nell'affrontare la questione UFO. Difficoltà che come abbiamo visto trovano ragione dalle unanimi e occulte decisioni assunte dal potere costituto planetario al fine di ostacolare il chiarimento di tale questione, in conseguenza alle profonde implicazioni socioculturali che la questione UFO comporta. Opinione e posizione condivisa da Jean-Francois Gile, ricercatore del CNES che collaborò con il GEPAN, per il quale le cause del blak-out della faccenda UFO sono fondamentalmente di natura socio-politica. Altri come Pierre Guérin, astrofisico del CNES, spiegano la reticenza della comunità scientifica nei riguardi della questione UFO quale pregiudiziale conformismo di fronte ad una faccenda ambigua e compromettente, e dal fatto che oggi la scienza non è in grado d'integrare concettualmente tale questione, i tempi non sono maturi. Il dott. Jean-Pier Petit, un altro ricercatore del CNES che collaborò con il GEPAN, addirittura paragona il CNES alla Commissione Condon. Dunque il CNES quale specchio per le allodole, come a su tempo commento Francois Gile, mentre l'effettiva ricerca, e il controllo, di tutta la faccenda UFO si svolge, come già accennato, altrove e in segreto.

A completare il quadro dei rapporti UFO-scienza nel gennaio del 1998, a trent'anni dal rapporto Condon, è stato diffuso dalla Society for Scientific Exploration (Società per L'esplorazione Scientifica) il rapporto conclusivo di un incontro organizzato da quest'istituzione tra un gruppo di ricercatori e di docenti di varie discipline scientifiche, e alcuni noti studiosi del fenomeno UFO. Incontro che sostanzialmente si configura quale revisione scientifica indipendente del discutibile rapporto Condon.

La society for Scientific Exploration è un'organizzazione fondata nel 1982 dal fisico americano Peter Sturrok della Stanford University, con lo scopo dichiarato di promuovere lo studio di tutti quei fenomeni che rimangono, per vari motivi, ignorati o esclusi dal contesto della ricerca scientifica.

L'organizzazione è finanziata da contributi privati, in questo caso con il contribuito finanziario del miliardario Laurece Rockfeller, noto anche per il suo interesse per la questione UFO.

Il convegno si è svolto al cento congressuale di Pocantico Tarrytown, New York, tra il 30 settembre e il 4 ottobre 1997. Una commissione di nove scienziati, diretta Peter Sturok, ha esaminato alcuni tra i più significativi dati della casistica UFO, al fine di valutare sia l'oggettività (le prove fisiche) che l'interpretazione degli eventi UFO, anche in rapporto, come detto, alle conclusioni del Rapporto Condon. Tra i casi UFO esaminati, il citato avvistamento di Trans-en-Provence (Renato Nicolai 8 gennaio 1981), e il caso del pilota di elicotteri Coyne Lawrence (Capitano Lawrence J. Coyne, Ohio 18 ottobre del 1973). Casi selezionati e documentati, come detto, da un gruppo di noti studiosi degli eventi UFO, trai quali Jean-Jasques Velasco del SEPRA (CNES). Successivamente, questa commissione si ritrovò il 28 e il 30 ottobre del 1997 a San Francisco, per discutere e definire il rapporto finale del suddetto incontro.

Le conclusioni di questo convegno sé pur in disaccordo con le conclusioni del Rapporto Condon, poiché dissentono con tale rapporto sul fatto "che la scienza non ha niente da guadagnare nell'approfondire lo studio degli UFO", né ricalcano la sostanza. Dato che tale rapporto sostiene che, "non vi sono prove oggettive sufficienti per sostenere l'origine extraterrestre degli UFO".

Se si prescindere da considerazioni che possono trovare ragione solo da un radicato conformismo concettuale, fuori luogo in questo caso, risulta comunque difficile comprendere i criteri logico-deduttivi che hanno portato a conclusioni che con ogni evidenza contrastano con la realtà dei fatti. Anche in considerazione dei particolari e significativi casi della casistica UFO esaminati in questo convegno.

Obiettivamente il comitato organizzato da Sturrok non poteva porsi in antitesi all'ANS, che a suo tempo avvallò la commissione Condon, senza riaprire il "vaso di pandora" (le notevoli ed imprevedibili implicazioni dell'origine extraterrestre degli UFO) che l'aveva costituita. In considerazione del fatto che poco, o niente, è cambiato nell'atteggiamento dei governi nei confronti della questione UFO dalla pubblicazione del rapporto Condon.

In altri termini il rapporto Sturok semplicemente "ammorbidisce" le conclusioni del Colorado Project, e si configura quale "moderno" ed indipendente (?) surrogato di quest'ultimo. Lasciando sostanzialmente inalterato l'artificioso e difficile rapporto UFO-scienza. Sopratutto perché tale iniziativa, se pur nata con obiettivi e in circostanze diverse della commissione Condon, non rappresenta (come il Colorado Project) in alcun modo il risultato di un'effettiva e organica ricerca scientifica sugli UFO.

Il recente e sibilino Rapporto Cometa (Francia1999) Les Ovni et La Defénse: a quoi doit-on se prèparer? (UFO e Difesa: a cosa dobbiamo esse prepararti?) redatto da un gruppo privato d'ex militari e consulenti del autorevole IHEDN (Institut des hautes études de défense nationale), non fa che avvalorare e completare le suddette considerazioni. Questo rapporto conclude, in sostanza, con l'esplicita affermazione dell'oggettività fisica degli UFO quali velivoli controllati da volontà intelligenti, e che solo l'ipotesi extraterrestre riesce a tener conto di tutti i dati disponibili. Ora se consideriamo i firmatari di tale rapporto, professionisti che occupavano una posizione di rilievo nell'IHEDN (la prefazione del rapporto è dell'ex direttore dell'IHEDN, il Generale dell'Aeronautica Bernard Norlan), o in specifiche istituzioni militari e civili, e che lo stesso GEPAN fu a suo tempo istituito anche su iniziativa dell'IHEDN, tale rapporto assume un significato e una rilevanza particolare, che riflettere la specificità e la particolarità della questione UFO. Paradossalmente (forse no…) specifiche valutazioni e conclusioni sulla questione UFO arrivano da un comitato di privati cittadini che in passato hanno occupato posizioni di rilievo in specifiche istituzioni militari e civili, e non dal GEPAN, voluto dalle stesse istituzioni. Il rapporto COMETA è molto eloquente nel definire la questione UFO, e forse ancor di più per quello che non dice…

Queste vicende e queste considerazioni pongono in evidenza l'ambigua e scomoda, (a volte imbarazzante), posizione della scienza di fronte alla peculiarità della questione UFO, che riguarda e non riguarda la scienza, e del fatto che quando la scienza e coinvolta direttamente o indirettamete in causa in tale questione appare quale strumento per fini e scopi diversi da quelli di un'effettiva ricerca scientifica. Ciò e quanto sostanzialmente emerge dal rapporto Condon e dalle vicende del GEPAN. Le motivazioni di ciò, come detto, possono trovare ragione proprio dall'intrinseca peculiarità di tale questione, in conseguenza alle imprevedibili e notevoli implicazioni che questa comporta.

La prima considerazione da fare è, come abbiamo visto, che la comunità scientifica sì e sostanzialmente posta, per cosi dire, alla finestra nei riguardi del fenomeno UFO. Dal momento che non esiste, e bene sottolinearlo una volta di più, una posizione univoca ed ufficiale della comunità scientifica su tale questione, quale risultato di una ricerca organica e sistematica. Considerazione quest'ultima che solleva, tra l'altro, quantomeno perplessità e si collega direttamente al fatto che specifici ambienti governativi, militari e civili (compresi specifici ambienti scientifici, basta pensare alle dichiarazioni, fatte in tempi diversi, e in occasioni diverse, da più di un astronauta della NASA), che, obiettivamente, conoscono bene i termini e i risvolti della questione UFO. Quindi l'atteggiamento della comunità scientifica nei confronti della questione UFO non fa altro che riflettere l'atteggiamento assunto dai governi nei riguardi tale questione. In altri termini il "congelamento" della questione UFO attuata dal potere costituito planetario di riflesso inibisce e/o rende impraticabile, direttamente o indirettamente, iniziative dirette a costituire un programma di ricerca e di verifica sistematica e a livello internazionale sulla questione UFO.

In ogni caso, a prescindere dalla sistematica reticenza dei governi nei riguardi del fenomeno UFO, il fatto dell'inesistenza di una posizione univoca ed ufficiale della scienza sugli UFO rappresenta il punto chiave del quadro dei rapporti UFO-scienza. Dato che pone in causa e discussione i principi metodologici scientifici, che prevedono in primo luogo l'analisi e la verifica dei fatti (dati). Ne consegue che l'atteggiamento critico che spesso si configura nel rapporto UFO scienza risulta, in realtà, un artificioso stereotipo. Dato che non rappresenta, come detto, una posizione a ragion veduta, e quindi il risultato di una specifica ricerca, ma oggettivamente e sostanzialmente punti di vista e specifiche opinioni (che di solito dimostrano poche, se non inesistenti, conoscenze sui termini complessivi di tale questione) all'interno dell'ambiente scientifico, orchestrati dai media. E a proposito dei mezzi d'informazione non bisogna dimenticare le reciproche interazioni e relazioni che sussistono tra media e potere costituito.

D'altra parte l'atteggiamento improntato a una specifica linea filosofica del mondo accademico nei riguardi della questione UFO non deve stupire troppo. Si devono considerare l'ambiente e le circostanze. Da un lato il "vizio" professionale che caratterizza il ricercatore, che tende a concettualizzare la questione UFO nell'ambito e nella logica di "fenomeno". Sollevando spesso machiavelliche e sofistiche disquisizioni sulle prove dell'oggettività degli UFO, obiezioni che possono trovare ragione solo nella scarsa, od inesistente, conoscenza della casistica UFO all'interno dell'ambiente scientifico. Soprattutto in ragione alla considerazione che la prova fisica e coerente, e praticabile, ad un discorso sui fenomeni fisici naturali e non, oggettivamente, nella questione UFO. Dato che, per forza di cose, "la prova fisica" (spesso pretestuosa, appunto), l'UFO atterrato in Piazza Navona, a Chanselise o al Central Parck, dipende in primo luogo dalla volontà, e/o dalla disponibilità di chi da tempo visita, e/od opera, sul nostro pianeta, e non certo dalla volontà o dalla professionalità degli ufologi. La prova fisica diretta e palese, che di fatto equivarrebbe al contatto (...), non è di nostra facoltà. Di fonte alla questione UFO non siamo, evidentemente, i direttori d’orchestra. D'alta parte le prove dell'oggettività degli UFO, e della loro origine extraterrestre, sono da tempo più che evidenti e, appunto, oggettive (fisiche), rappresentate dai fatti propri della complessiva casistica UFO, per esempio, dalle tracce lasciate al suolo da questi oggetti, in ragione a pesi di decine di tonnellate, o, altro esempio, dai riscontri radar-visuali). Ma come detto non c'è più sordo di chi non può o non vuole sentire.

Considerazioni queste che rappresentano, per inciso, un elemento centrale degli equivoci e delle incongruenze del confronto scienza-UFO. Dato che non è possibile esprime, come già osservato, una coerente opinione di una specifica questione a prescindere dalla conoscenza degli elementi che la compongono.

Poi l'ambiente accademico, come qualsiasi comunità, e soggetto a tutti i fenomeni che comportano le interazioni socioculturali. Competizione, problemi d'immagine, conservatorismo, paura del ridicolo, e posizioni d'opportunità, legate magari a questioni di carriera, rappresentano elementi che possono avere un ruolo non indifferente, spesso decisivo, nel condizionare punti di vista e atteggiamenti dei ricercatori nel dibattito pubblico della questione UFO. Oltre a ciò, per quanto questo possa apparire paradossale, l'ambiente accademico non è immune da condizionamenti e polarizzazioni socioculturali, quali (appunto) radicate posizioni antropocentriche.

Inoltre si deve tenere presente che sono i media spesso i fautori, e spesso anche i registri, del coinvolgimento della comunità scientifica nella questione UFO. Dato che in un modo o nell’altro rappresentano, o si pongono arbitrariamente, la grancassa del pubblico, e quindi gli intermediari della gente nel dibattito di tale questione, e che hanno storicamente visto la scienza quale appropriato interlocutore in queste vicende. I gruppi di ricerca privati sugli UFO si sono progressivamente costituti ed affermati in seguito, al fine di fare chiarezza su tale questione anche, appunto, in conseguenza dell'ambigua (a volte incredibile) posizione della scienza su questi eventi. Posizione che in realtà rappresenta, come abbiamo visto, punti di vista di singole persone all'interno della comunità scientifica.

I conflitti, o meglio le incomprensioni, che si sono determinati nel confronto UFO-scienza non rappresentano solo il risultato delle incongruenze del mondo scientifico nei confronti della questione UFO, ma anche dalla filosofia dei media che spesso tende a privilegiare il sensazionale piuttosto che l'informazione (in cattiva o buona fede), con serie e puntate TV sugli UFO che il più delle volte lasciano il tempo che trovano. I media hanno quindi svolto un ruolo non trascurabile nel confronto UFO-scienza anche in considerazione al fatto che la questione UFO e stata, ed è, oggetto dell'interesse di una nutrita e "colorata" gamma di persone, e personaggi, che hanno inquinato e fuorviato l'immagine di tale questione. "Ufologi" che hanno spesso fatto scivolare la questione UFO nel contesto dell'incredibile, quanto improbabile, calderone dei "misteri misteriosi" e quindi farne un argomento ovviamente compromettente agli occhi dell'ambiente scientifico. Considerazione questa che sposta direttamente il discorso sugli ufologi.

A differenza della notevole omogeneità socioculturale dell'ambiente scientifico, le persone che hanno sostenuto e sviluppato il discorso sugli UFO, o comunque coinvolte per vari motivi in tale questione, e caratterizzato, al contrario, da una spiccata variabilità socioculturale che spazia dalla casalinga all'astronomo. Ciò in conseguenza al gran numero di persone coinvolte direttamente o indirettamente nella casistica UFO, o più in generale nella questione UFO. Appare quindi naturale, e non deve stupire, la sfaccettata immagine del panorama ufologico, e i suoi, come detto, "colorati" risvolti. L'interpretazione e il significato di uno specifico fenomeno, o di specifiche esperienze, e anche l'espressione della nostra visione della realtà, e quindi risente notevolmente delle influenze culturali. A prescindere da chi, volutamente, ha strumentalizzato la questione UFO (che si presta bene) per fini e scopi personali, o quale elemento conduttore di sedicenti correnti di pensiero di stampo mitico-religioso, stile New Age, e che ha fuorviato e deteriorato l'immagine dell'intera questione. Sfaccettature che hanno quasi costantemente caratterizzato il panorama ufologico, determinando non poca confusione e perplessità a chi cercava, e cerca, un riferimento al fine di definire e configurare la questione UFO nella sua realtà. Punti di riferimento che comunque esistono e che si sono consolidati nel tempo. Confusione e disorientamento che tra l'altro ha fatto sì che i media hanno dato spazio a personaggi, e/o a gruppi, come detto "colorati" quanto inattendibili, portando così acqua al mulino dei detrattori della questione UFO. Una situazione quindi complessa, che richiede discriminazione e ponderazione per non rischiare, come si dice, di gettare via l'acqua sporca insieme al bambino, un grave errore che spesso molte persone compiono nei confronti di tale questione. Superare questa tentazione e adottare senso critico costruttivo, lontano da preconcetti e pregiudizi, non e stato, bisogna dirlo, un atteggiamento molto diffuso dell'ambiente accademico, anzi. Oltre a ciò condizionamenti e polarizzazioni socioculturali non lasciano il tempo che trovano neanche in quest'ambiente. Poi, come abbiamo visto, determinate è il fatto che non esiste la volontà politica di chiarire la questione UFO, e quindi per cosi dire l'atmosfera socioculturale favorevole a iniziative individuali al fine di sviluppare e sostenere tale discorso all'interno dell'ambiente scientifico.

D'altra parte gli atteggiamenti emotivi, "le testate contro il muro", di molti ufologi come risposta alla posizione critica assunta dalla scienza nei confronti di tale questione, rappresenta per così dire un errore operativo dell'ambiente ufologico nel gestire il confronto con il conformismo concettuale e filosofico dell'ambiente scientifico. Ambiente che mal si adatta a una questione che non è, per inciso, (come emerso da queste considerazioni) propriamente e direttamente una questione scientifica. Quindi attribuire alla scienza una qualche responsabilità del fatto che la questione UFO continua (nonostante tutto) a essere sospesa tra mito ed eclatante realtà, significa non valutare a pieno il reale significato e la portata di tale questione. L'ufologia, è bene affermarlo una volta di più, non è una religione, né tanto meno una filosofia, e ancor meno una scienza, rappresenta semplicemente, si fa per dire, una serie di fatti ed eventi documentati (bisogna come detto superare pregiudizi e preconcetti, e avere la volontà e l'interesse a documentarsi), che possono trovare coerente spiegazione solo in termini extraterrestri.

Le prospettive e le notevoli implicazioni che derivano della presenza di oggetti volanti di natura extraterrestre sul nostro pianeta, rappresentano la reale motivazione di fondo che "congela" la questione UFO, poiché apparentemente in conflitto con il confronto storico-culturale (?). Sia l'atteggiamento del non contatto, palese ed ufficiale, di questa realtà con la nostra civiltà, sia la reticenza dell'Establishment planetario nei confronti della questione UFO (che, obiettivamente, conosce bene i termini e i risvolti di questi eventi) sembrano sostenere queste considerazioni.

Il dibattito UFO-scienza appare per molti versi un confronto inconcludente quasi scontato. Da un lato non esiste (in realtà) una posizione univoca e ufficiale della scienza sugli UFO, in conformità a una ricerca organica, sistematica, e a livello internazionale, su tale questione (che non farebbe che confermerebbe l'origine extraterrestre di questi eventi), le posizioni di specifiche persone nei riguardi di tale questione all'interno dell'ambiente scientifico quindi non fanno testo in tal senso. Dall'altro Il "fenomeno" UFO all'analisi dei fatti non rappresenta una questione propriamente e specificatamente scientifica. Il termine - fenomeno UFO - che spesso si usa per definire tali eventi è improprio e fuorviante, poiché è d'oggetti volanti, artefatti tecnologici (casistica UFO alla mano), che si parla, mentre fenomeno, come già detto sopra, rappresenta un termine molto generico perlopiù riferito ai fenomeni fisici naturali. Oggetti volanti le cui caratteristiche comportano un'origine extraterrestre degli stessi. Gli incontri ravvicinati del terzo tipo, per esempio, non fanno che porre l'accento su ciò. Quindi una questione che prospetta rapporti e/o interazioni tra culture e civiltà su scala cosmica (...), con tutte le notevoli (se non enormi) implicazioni che ne consegue. Prospettiva che si configura quale confronto ed evento culturale di portata storica.

Il reale problema di fondo della questione UFO non è rappresentato dall'oggettività di questi eventi (ormai da tempo accertata), ma ciò che questi rappresentano e comportano per la cultura e la civiltà umana. La decisione (a torto o a ragione) dell'Establishment planetario di "congelare" la questione UFO sembra, come detto, sostenere queste considerazioni. Forse tale decisione è (al momento) l’unica possibile (?) in relazione all’attuale e complessiva configurazione socioculturale planetaria.

Le prospettive e le implicazioni che derivano dalla presenza, e/o dell’attività, di oggetti volanti di natura extraterrestre sul nostro pianeta, sembrano porre tale realtà in conflitto (?) con l'attuale configurazione socioculturale della nostra civiltà, che appare impreparata e/o incompatibile (?) a tali prospettive. Che ciò rappresenti una situazione coerente e naturale in ragione al processo storico-culturale, oppure in qualche modo pilotata (all'interno e/o "dall'esterno", o entrambe le cose, in ragione a specifiche opportunità e prerogative), rappresenta una notevole e determinante questione da definire.

In conclusione il confronto UFO-scienza, aldilà da pregiudizi, preconcetti e malintesi, come detto appare un dibattito inconcludente quasi scontato, dato che in realtà tale confronto non verte su ciò che è, ma su ciò che rappresenta.  E ciò che rappresenta deve confrontarsi con il processo storico-culturale.


© Luciano Perla 2004

V1 C1 2006 P. 22-4-2016 R

 

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