UFO E CULTURA CONTEMPORANEA
Le concezioni cosmologiche odierne, tra antropocentrismo e principio antropico.
© Luciano Perla
Chi ha paura dell'UFO? Certo, la domanda è oziosa, dato che la risposta dipende dalle esperienze e dalle circostanze, e soprattutto dal fatto che qualsiasi aspetto della realtà non del tutto chiarito può determinare ansie e timori. Una domanda provocatoria per entrare nel vivo di una questione tanto notevole quanto controversa. In realtà non è che poi tali eventi risultino così estranei e misteriosi alla gente, dato che nei sondaggi fatti in merito all'oggettività e sull'origine di questi fenomeni, generalmente più del 50% degli intervistati li considera reali e di natura non terreste. Affermando indirettamente che civiltà extraterrestri visitano il nostro pianeta (!). Dove sta quindi il problema? Il punto è, come si dice, che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, in questo caso da un lato specifici e radicati aspetti della nostra cultura, dall'altro le notevoli (se non enormi), e non sempre considerate, implicazioni che la questione UFO comporta. In altri termini, a molte persone appare naturale e spontaneo ritenere il fenomeno UFO quale eclatante ed evidente dimostrazione della vita intelligente extraterrestre, salvo poi non valutare a pieno le reali implicazioni e risvolti che tale questione comporta per la nostra cultura e la nostra civiltà. Questo fa sì che sviluppando e approfondendo tale tema spesso non tardano a emergere notevoli incoerenze e contraddizioni, che mettono in luce la difficoltà della gente a integrare effettivamente tali idee e tale prospettiva. Contraddizioni che pongono in evidenza quanto il quadro culturale attuale sia ancora influenzato e condizionato da idee, principi e credenze fuorvianti quanto obsoleti. Lo sviluppo e la diffusione delle conoscenze scientifiche, sembrano ancora insufficienti a dissipare concezioni e principi filosofici e cosmologici che dovrebbero oramai appartenere al passato. L'antropocentrismo rappresenta uno degli aspetti più radicati della cultura umana. Principio che, in un modo o nell’altro, condiziona idee e concetti sulla diffusione della vita intelligente nel cosmo e del nostro ruolo in tale contesto. La scuola e i mezzi d'informazione hanno svolto e svolgono un ruolo notevole in tal senso dato che rappresentano importanti e fondamentali strumenti di formazione e di diffusione culturale. Ruolo che per specifici versi appare spesso sfumato in rapporto allo sviluppo delle conoscenze scientifiche acquisite nell'ultimo secolo. Osservazione questa che ci conduce direttamente agli eventi che hanno guidato la configurazione dell'assetto sociale e culturale della nostra attuale civiltà. Il tessuto culturale attuale risente pesantemente del retaggio di concetti e principi cosmologici obsoleti, dove l'uomo si pone in una posizione di centralità e di privilegio. Il legame che ancora unisce, direttamente o indirettamente, questi principi cosmologici a molte dottrine e fedi religiose sembra rappresentare un elemento influente della loro tenace sopravvivenza. La cultura classica (o cultura umanistica), se cosi si può definire l'asseto culturale delle nostra civiltà prima dello sviluppo e dell'affermazione cultura scientifica, per molti versi ha condizionato l'uomo alla centralità nel contesto cosmico. Nel corso della storia circostanze, eventi, opportunità e inerzie sociali e culturali, hanno favorito e consolidato le concezioni aristoteliche di un universo geocentrico, a misura umana, idee e concetti come detto fatti propri dalle filosofie di fede. La nascita e il progressivo sviluppo dei principi e delle procedure scientifiche, da Copernico a Darwin, hanno conseguentemente posto la cultura tradizionale di fronte alla necessità d'interrogare se stessa. Concetti e principi filosofici sono stati posti al vaglio e al processo di verifiche oggettive, proprie del metodo e del metro scientifico, che si configura uno strumento unico e imparziale al fine di comprendere la realtà delle cose. Questo confronto ha determinato lo storico conflitto tra concetti e dimensioni culturali diverse, spesso drammatico e cruento, vedi Giordano Bruno e Galileo Galilei, e che rappresenta, purtroppo, un aspetto ricorrente dello svolgimento dei processi evolutivi sociali e culturali. Le conoscenze cosmologiche attuali non lasciano quindi alcuno spazio a concetti e principi geocentrici, ma i trascorsi culturali hanno radici profonde, fanno rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. La terra non è il certo dell'universo, anzi, ma l'uomo, consapevolmente o no, ci si pone. Dal geocentrismo all'antropocentrico il passo e breve, e "naturalmente conseguente". La diffusione lo sviluppo e l'affermazione delle conoscenze cosmologiche fatica, se così si può dire, a dissipare completamente radicati vizi e inerzie culturali. Filosofia e religione, insieme all'arte e la letteratura, hanno rappresentato per secoli le basi della cultura umana. Nella formulazione dei principi cosmologici filosofia e religione spesso si rincorrevano e s'intersecavano, fino quasi a fondersi, ha configurato idee e concetti cosmologici di un universo in funzione umana. Le concezioni cosmologiche della cultura classica soffrivano pesantemente dall'impossibilità di specifiche verifiche e riscontri oggettivi, sperimentali, anche in conseguenza dell'inesistenza di un adeguato supporto tecnologico. Le idee e le misure astronomiche dei filosofi greci Eratostene e Aristarco, in anticipo di 1400 anni dalla rivoluzione copernicana, non troveranno spazio che con la fine del Medioevo. Solo con Rinascimento si formeranno le condizioni che determineranno un parallelo e progressivo sviluppo sia d'idee e principi, che d'adeguati e appropriati supporti tecnologici di verifica. S'innescherà quel processo di causa effetto per qui le conoscenze scientifiche determinano e incrementano lo sviluppo tecnologico, che a sua volta rappresenta uno strumento determinante per sviluppo e la verifica delle conoscenze scientifiche. Processo che ha cambiato e rivoluzionato la millenaria e monolitica configurazione della cultura tradizionale, e prodotto una svolta storica nel viluppo e il progresso della nostra civiltà. I principi e le conoscenze scientifiche, la cultura scientifica, integrandosi a quella tradizionale ha prodotto la dimensione culturale contemporanea, con le sue contraddizioni e le sue incoerenze, contraddizioni che rivelano la difficoltà a superare, come detto, radicati vizi e inerzie culturali. L'antropocentrismo rappresenta un esempio emblematico di queste difficoltà. Gli sviluppi conoscitivi della recente storia umana hanno ridefinito idee concetti sulla posizione e ruolo dell'uomo nel quadro cosmico configurando il “principio antropico”, che però rischia di delinearsi quale “sosia” dell'antropocentrismo in virtù dell'equivoco implicito nel termine stesso. Infatti anthropos eguale uomo, si traduce inteso come riferimento alla vita senziente. L'ambiguità sa nel fatto che in questo contesto antropos non si riferisce necessariamente alla dimensione umana, ma all'idea che tutti i processi che portano alla vita intelligente nel cosmo rappresentano un riflesso delle costanti fisiche cosmologiche. In altri termini nel contesto cosmico l'uomo non rappresenta la vita intelligente ma uno specifico aspetto del principio antropico. Ossia di tutti quei complessi e concatenati fenomeni e processi fisici, chimici e infine biologici, che portato alla vita intelligente nel cosmo, uomo compreso. La dimensione culturale odierna, appare in continua ricerca e riconsiderazione di se, divisa com'è tra i pesanti influssi culturali del passato, le spinte del presente e le prospettive del futuro. Ciò appare particolarmente evidente se consideriamo la configurazione culturale in termini globali. In questo quadro ciò che emerge palese sono i risultati pratici della cultura scientifica, lo sviluppo tecnologico, piuttosto che le implicazioni e i risvolti culturali e filosofici, in particolare i principi e i concetti cosmologici. In altre parole la consapevolezza in termini cosmologici sembra quasi assopita e quasi "plagiata" dai riverberi culturali del passato, e dal “rumore” di fondo della realtà contingente, nonostante la notevole diffusione e affermazione delle conoscenze scientifiche. L'uomo, posto di fronte allo scenario cosmologico proposto dalle attuali scoperte scientifiche, obbiettivamente trova difficoltà a riconsiderarsi oggetto esclusivo e privilegiato di questo sconfinato contesto. D'altra parte i limiti imposti dagli attuali strumenti d'indagine scientifica non permettono verifiche dirette sulla diffusione della vita intelligente nell'universo. Questa limitazione, aggiunta alle inerzie culturali del passato, pone l'uomo, la dimensione umana, nel dilemma di trovare la propria indennità e il proprio ruolo nel contesto cosmico. In questo quadro i fatti e gli eventi presentati e ribaditi dalla casistica UFO possono, o meglio dovrebbero, rappresentare la risposta inequivocabile ed esplicita a specifici quesiti e alle contraddizioni della nostra cultura, ma, come detto, così non è. Nell'attuale configurazione culturale e sociale, sopratutto se vista, come osservato sopra, in termini globali, sembrano ancora sfumate le premesse e le prerogative per una maggiore e più diffusa consapevolezza in termini cosmologici. Realtà dalla quale obbiettivamente altre "umanità" rivendicheranno, in un certo senso, la propria realtà e il proprio "umanesimo"… Alla luce di queste considerazioni, appare paradossale, per esempio, l'atteggiamento critico assunto spesso dagli ambienti accademici nei riguardi della casistica UFO, dato che in questi ambienti l'apertura mentale dovrebbe essere coerente con le conoscenze e le prospettive delle attuali concezioni cosmologiche. Prospettive che implicano, almeno in termini di probabilità, la diffusione della vita intelligente nel cosmo, cosa che rende del tutto conseguente e naturale il fatto che civiltà extraterrestri molto avanzate abbiano sviluppato le conoscenze scientifiche, e quindi le tecnologie, per coprire le distanze interstellari. Per cui la casistica UFO si configura quale evidente riscontro pratico, "sperimentale" dell'oggettività della diffusione della vita intelligente nel cosmo. Troppo lineare, troppo incredibilmente semplice. I conti vanno fatti con l'oste. L'ambiente scientifico è vincolato e polarizzato da concetti, principi, regole e protocolli che sono alla base del metodo sperimentale, e che hanno permesso lo sviluppo e l'affermazione della cultura scientifica, filosofia che la scienza non può sottrarsi. Il problema non sta nel metodo scientifico, coerente con i propri principi, ma dall'incredibile miopia degli addetti ai lavori, i ricercatori, nei riguardi della casistica UFO. Discorso che quindi porta in campo la questione UFO e ambiente scientifico, tema proposto in uno specifico articolo su questa rubrica (Gli UFO e la scienza), e che vale la pena di sintetizzare. Pregiudizi e preconcetti, e la superficiale o inesistente conoscenza della casistica UFO, hanno avuto, ed hanno, un ruolo determinante nel creare l'atteggiamento critico assunto della comunità scientifica nei riguardi di questi eventi. D'altra parte l'ambiente scientifico non è, ovviamente, immune da vizi e condizionamenti culturali e sociali, condizionamenti e polarizzazioni che alla fine possono incidere sulla libertà intellettuale anche ai paladini di Diogene. Oltre a ciò si deve considerare che, purtroppo, la questione UFO e stata, ed è, oggetto dell'attenzione di una nutrita e "colorata" gamma di persone, e gruppi di persone, che hanno inquinato e compromesso l'immagine di tutta la questione UFO. Per chi e legato per professione a specifiche istituzioni scientifiche si pongono, in conseguenza a questo aspetto della questione UFO, problemi di credibilità e d'immagine, e quindi la riluttanza a essere direttamente coinvolti in tale questione. In realtà vi sono ragioni e indicazioni per ritenere che specifici ambienti e gruppi di ricerca, governativi o meno, conoscano bene la realtà i termini e i risvolti della questione UFO. Basi pensare, per esempio, alla NASA, alle dichiarazioni, chiare e inequivocabili, fatte più volte dagli astronauti. Ambienti che si sono adeguati all'atteggiamento di silenzio, o di riduzione dei fatti, assunto dai governi nei riguardi di tale questione. L'atteggiamento ufficiale della comunità scientifica nei riguardi del fenomeno UFO rappresenterebbe, in altre parole, un riflesso (naturale?) del processo storico -culturale davanti alla prospettiva di un confronto con civiltà extraterrestri. Le notevoli implicazioni sociali e culturali legate a tale questione sarebbero incompatibili (?) con l'attuale quadro sociale e culturale della nostra civiltà. Ciò chiarirebbe, almeno in parte, le motivazioni dei silenzi, dei paradossi e delle contraddizioni sorte attorno alla questione UFO, e soprattutto il fatto che non è mai stato impostato un programma di ricerca scientifica, sistematica, organica e a livello internazionale, sugli UFO. La realtà e l'oggettività della vita extraterrestre intelligente, da sempre ipotizzata e oggetto dalla ricerca scientifica, sono implicite e, per così dire, a portata di mano nel “fenomeno” UFO. Ma, evidentemente, non vi è peggior sordo di chi non vuol, o non può, sentire. Oltre a ciò si deve tener presente che i fatti e gli eventi presentati dalla casistica UFO non rappresentano, in verità, un effettivo e specifico problema scientifico dato che non possono essere iscritti in alcun modo ai fenomeni fisici naturali, fenomeni, appunto, oggetto centrale della ricerca scientifica. L’ormai enorme molle dei dati della casistica UFO parla chiaro, e conferma il concetto di UFO, Unidentified Flying Object, oggetto volante, artefatto tecnologico, prodotto e frutto di una tecnologia (vedi casistica) non terrestre. La questione UFO quindi coinvolge propriamente e direttamente i temi e le interazioni sociali e culturali più che le scienze fisiche, dato che implica e prospetta rapporti e interazioni tra civiltà d'imprevedibile estensione, relativa, appunto, alla realtà e dalla dimensione cosmica (!). Prospettiva che rappresenta il punto focale della questione UFO. Il fenomeno UFO si configura quindi quale aspetto a noi visibile, la punta dell'iceberg, dei rapporti e delle interazioni tra civiltà intesi ed estesi su scala cosmica, come detto d'imprevedibile dimensione. Tale prospettiva pone il quesito della posizione e del ruolo della civiltà umana in tale contesto, e dell'influenza, di ieri e di oggi, di questa realtà nelle vicende umane. Quesiti che rappresentano, come osservato sopra, i temi centrali delle implicazioni della questione UFO, e che, di riflesso, comportano, la riconsiderazione di specifici fatti, e altrettanti aspetti, della storia e della cultura umana. Prospettiva che come sottolineato riguarda direttamente le questioni sociologiche, e nello specifico i rapporti tra culture e civiltà extraplanetarie, e del nostro rapporto con queste. Se consideriamo la storia delle interazioni delle civiltà umane, appare evidente la complessità dei problemi che si pongono in una prospettiva di rapporti sociali e culturali su scala cosmica. Dato che in un simile contesto sono amplificate diversità d'ogni ordine e genere, filogenetiche, evolutive, sociali e culturali. Specifiche condizioni e prerogative appaiono quindi elementi determinanti affinché l'incontro tra civiltà non si traduca in scontro tra civiltà. Tanto più se si considera che nei rapporti tra civiltà tende a prevalere e s'impone (almeno a vedere i rapporti e le interazioni tra civiltà sul nostro pianeta) la dimensione socioculturale maggiormente evoluta, a scapito della cultura più debole che perde con il tempo la propria identità. Questo si configura tanto più vero quanto più ampio e il divario di sviluppo complessivo tra le civiltà, fino ad arrivare al punto di totale incompatibilità. Considerazione questa che ci conduce, tra l'altro, direttamente alla questione del non contatto, speso presa in causa quale elemento critico nei confronti della casistica UFO, e che qui trova una possibile e coerente motivazione. Questioni e problemi di carattere sociologico, in termini etici, economici, ideologici e di potere, con i loro risvolti pratici, conflitti aperti e cruenti, hanno da sempre caratterizzato i rapporti tra le culture e le civiltà del nostro pianeta, temi e problemi che, obbiettivamente, si ripropongono in maggior misura, e in termini difficili da definire, in una prospettiva di rapporti e interazioni tra civiltà in un quadro cosmico. In altre parole la questione UFO lascia tutt'altro il tempo che trova, pone la dimensione umana nella necessità di riconsiderare se stessa in ragione e in prospettiva, e al confronto, di una dimensione sociale e culturale estesa, se così si può dire, altre i confini planetari. Un invito, tra l’altro, a considerare e percepire la dimensione cosmica a prescindere dalla sua realtà fisica diretta, stelle, pianeti, galassie ecc, ma quale contesto, appunto, di culture e civiltà. La disomogenea, e spesso contraddittoria, configurazione culturale contemporanea appare, per molti versi, inadeguata nei confronti di questi temi e di queste prospettive. Lo sviluppo e l'affermarsi della cultura scientifica, che ha permesso l'acquisizione di una maggiore consapevolezza in termini cosmologici, fatica a dissipare, come osservato sopra, concezioni, inerzie e vizi culturali di un universo in funzione umana. L'uomo centrale e dominante nel contesto terrestre tende estendere, coscientemente o no, tale prerogativa oltre i confini planetari, quindi quale oggetto/soggetto privilegiato di un universo a suo uso e consumo. La prospettiva, e l'oggettività, di una dimensione sociale e culturale proiettata su scala cosmica trova difficoltà a dissipare questa radicata illusione, e integrarsi nella nostra cultura. Come già accennato, l'antropocentrismo è influenzato da spinte e considerazioni di natura religiosa o mistica, che pongono in primo piano il concetto di una diretta e privilegiata relazione tra uomo e divinità. Il fato di ridimensionare l'uomo quale "normale" forma di vita intelligente del cosmo, una tra le tante, può apparire declassante e, in effetti, per alcuni versi lo è. Ma come tutti i processi evolutivi e di crescita arriva, inevitabilmente, il momento di abbandonare comode e confortanti nicchie culturali e psicologiche, e ampliare l'orizzonte nella nostra visione delle cose. Le conoscenze acquisite nella recente storia umana hanno ridimensionato la posizione e il ruolo dell'uomo nel quadro cosmico, e conseguentemente spezzato un lungo connubio tra dottrine religiose e concetti cosmologici, determinando, come detto, lo storico sconto tra credenze religione e scienza. Le cruente vicende storiche di Giordano Bruno e Galileo Galilei, rappresentano, come detto, un emblematico, quanto drammatico, esempio di questo confronto. In altri termini alle dottrine religiose, per molti versi, è venuta meno l'attendibilità della loro configurazione del "mondo". Il metro scientifico pone idee e concetti, al confronto di verifiche imparziali, oggettive, a prescindere da considerazioni sociali e culturali, o da specifici principi e concetti filosofici e religiosi, che sono opinabili. La cultura scientifica cerca di propone la realtà com'è, per questo rappresenta un approccio e uno strumento conoscitivo rivoluzionario, che ha cambiato il corso della storia e la configurazione della nostra cultura. Evidentemente, e ovviamente, è la nostra visione del "mondo" che deve adeguarsi all'oggettività delle cose, e quindi coerente agli sviluppi culturali. La consapevolezza di una realtà sociale culturale estesa su sala cosmica, certamente pone nuovi quesiti, e pone in una nuova luce la reale genesi di specifici eventi storici, credenze religiose, appunto, comprese. D’altra parte la prospettiva di un confronto con civiltà extraterrestre è del tutto coerente agli sviluppi conoscitivi, prospettiva che comunque implica, in un modo o nell’altro, porre in discussione la nostra e attuale dimensione culturale. Considerazioni che ci riportano direttamente alle notevoli implicazioni implicite alla questione UFO, in particolare sui limiti e su termini dell'eventuale influenza di civiltà extraterrestri nella complessiva storia delle vicende umane. In conclusione, la questione UFO pone la dimensione umana nella prospettiva di un confronto tra civiltà senza precedenti, con culture e civiltà del tutto originali, "umanità" a tutti gli effetti e in tutti i sensi, con popoli e genti con la loro storia evolutiva, biologica, sociale, e culturale. Considerate le dimensioni e i tempi cosmici tale prospettiva implica il confronto con culture e civiltà superiori alla nostra. Rimane quindi del tutto aperto il quesito dell'ampiezza del divario evolutivo, sotto tutti punti di vista, che potenzialmente può separarci dalle civiltà extraterrestri. In tale confronto concetti, principi, credenze, e conoscenze umane verrebbero per così dire "aggiornate" da una realtà sociale e culturale d'imprevedibile dimensione. Ciò altre a comportare la riconsiderazione di specifici aspetti della nostra cultura e della nostra storia, pone, come osservato, quesiti sui limiti e i termini dell'influenza tra civiltà in un ambito così vasto e differenziato. Con le relative luci e ombre che ciò può comportare. Considerazione quest'ultima che porta in causa questioni etiche, di diritto e di potere. Va da se la riflessione su quanto l'attuale configurazione socioculturale del nostro pianeta è compatibile a tale prospettiva e questo confronto. Il fenomeno UFO si configura quindi quale questione sociologica di notevole e imprevedibile dimensione e complessità, anche in considerazione del fatto della nostra inferiorità nei confronti di civiltà in grado di coprire le distanze interstellari. Alla luce di queste considerazioni i fatti egli eventi presentati dalla casistica UFO assumono la loro naturale identità e interpretazione, quale aspetto a noi visibile, come detto la punta dell'iceberg, dei rapporti e delle interazioni tra civiltà intesi e concepiti sulla scala cosmica. Le implicazioni e i risvolti della questione UFO, rappresentano elementi chiave per una corretta e coerente interpretazione e significato di questi eventi, e ciò che questi rappresentano per la nostra civiltà. Sia l'atteggiamento dell'estabilishment planetario nei confronti della questione UFO (debuking e cover - ap), che, obiettivamente, conosce bene i termini di tale questione, che il fatto del mancato contatto (ufficiale) di questa realtà con la nostra civiltà, possono trovare riscontro in queste considerazioni. Il quesito se esitano contatti e/o accordi segreti con civiltà extraterrestri da parte di specifici ed esclusivi gruppi, o enti, governativi del nostro pianeta, come specifici fatti della casistica UFO inducono a pensare, rappresenta una un'eventualità implicita della questione UFO. Eventualità che, se vera, tra le altre cose implicherebbe la conoscenza, da parte dei governi, dei termini del nostro rapporto con tale realtà, e dell'eventuale influenza, di ieri e d'oggi, di questa sulla nostra civiltà. Influenza discreta (almeno in apparenza), a volte mascherata (sopratutto in passato), le cui motivazioni e finalità troverebbero ragione e comprensione nella logica che regola i rapporti e le interazioni tra civiltà sulla scala cosmica. Le considerazioni e le riflessioni in prospettiva di rapporti e interazioni tra civiltà su scala cosmica, e di riflesso di un'invisibile dimensione d'interazioni sociali e culturali di dimensioni cosmiche, possono apparire astratte, distanti dalla realtà quotidiana, estranee dai comuni temi sociali e culturali. D'altra parte rappresentano la logica e naturale conseguenza dell'oggettività dei fatti e degli eventi presentati dalla casistica UFO, ma anche, dopotutto, le prospettive delle attuali conoscenze scientifiche. Le idee e i concetti cosmologici attuali, in particolare sulla diffusione della vita intelligente nel cosmo, risentono ancora dei riverberi culturali del passato che pongono al centro la realtà umana. Dimensione umana forviata dall'influenza della realtà cosmologica diretta, delle cose d'ogni giorno, che rende astratta l'effettiva dimensione cosmica. Ma, si sa, l'esperienza diretta a volte inganna: dietro il cielo azzurro di una giornata di sole c'è un "cielo" nero pieno di stelle... Chi ha paura dell'UFO? |
© Luciano Perla V2 C2 2003 (2005). ok
Bibliografia:
Uno stranao silenzio. Paul Davies .La bibioteca delle scienze 2010
Un'altra terra. Dimitri Sasselov.La bibioteca delle scienze 2012
Mauro Biglino. Il dio alieno della Bibbia. Uno Editori
Bertrand Russell storia della filosofia occidentale. TEA 2009
Francesco Alberoni GENESI. Garzanti Editore s.p.a. 1989