Casella di testo:    
“Luce e Ombra”

di
Aurora Ageno

 

Luce e ombra è una raccolta di racconti diversi tra loro per le vicende narrate, ma che hanno in comune un protagonista caldo e luminoso: l'amore. E la luce dell'amore, tenero e forte, combattivo e leggendario in "La leggenda di Lyllian", particolare e struggente in "Ritorno a casa", è contrastata dall'ombra della piccolezza dell'animo umano nelle sue fragilità e spesso nel buio delle sue difficoltà; ma l'amore sempre risplende nelle sue diverse connotazioni: anche quando è velato dall'ipocrisia delle convenienze, come in "Facciate", o respinto per timore ne "L'incontro". Giunge sconosciuto e non sperato in "La valigia vuota", soffuso di luce divina che si manifesta persino operando miracoli nell'apertura altruistica all'inerme e all'abbandonato. in altri. Contrastato, negato, la sua luce vince l'ombra delle realtà che incontra e se ne fa carico arricchendo chi tocca di tenerezza, di conoscenza e di vita.

Un bel libro i cui racconti ci resteranno nel cuore.

 

 

Aurora Ageno nasce a Vicenza nel 1946 e sin da bambina coltiva l'amore per la lettura e la scrittura.

Ha scritto poesie in età giovanile, ma la sua maggiore produzione comincia nell'età matura componendo molte poesie ("Lascia che ti chiami amore" è stata pubblicata da Aletti editore nell'antologia "Verrà il mattino e avrà un tuo verso") e racconti. Produzione che ha cominciato a far conoscere per la pubblicazione solo di recente e  si dice grata anche di questo dono che la Vita le ha fatto: vedere pubblicato il suo primo libro!

Oggi vive con la famiglia a Torri di Quartesolo, Vicenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Per richieste e informazioni scrivere all’autrice:

 tagore.aurora@gmail.com

 

 

Titolo: Luce e Ombra

 

Autore: Aurora Ageno

 

Aletti Editore di Altre Sembianze S.r.L

 

ISBN: 978-88-7680-578-3

 

BREVE RECENSIONE DEL LIBRO

“LUCE E OMBRA” DI AURORA AGENO 

di Klem D’Avino (poeta e scrittore)

 

Il mio amore per la lettura eguaglia quello che ho per la scrittura, e trovare un testo che mi entusiasmi e allo stesso tempo mi rilassi, non è facile.

Per questo sono grato ad Aurora Ageno per aver pubblicato una raccolta dei suoi bellissimi racconti piacevole da leggere e interessante come contenuti. Il libro, edito da Aletti Editori, collana “Gli emersi”, è stato molto curato sia nella veste grafica che nell’impostazione, con in copertina uno stupendo paesaggio boschivo che dà già un sapore di tradizionale dolcezza a tutta l’opera. Il modo di scrivere delicato e privo di fronzoli di Aurora ha fatto il resto dando un marchio di veridicità e di vita vissuta a tutti i componimenti.

Altre recensioni hanno parlato dell’amore nelle diverse versioni palesate dai vari racconti; oltre all’amore – sempre presente – io vi ho letto la vita descritta nella sua interezza, e non solo l’amore come si può credere alla primissima lettura.

Non cercar le parole è il racconto iniziale. Nella straordinaria Nanna, saggia e indispensabile con molto da raccontare agli altri, noto molte analogie con l’autrice, e non mi stupirei che il racconto fosse autobiografico almeno in parte. C’è la vita che gronda dalle parole, la vita nella sua semplicità e allo stesso tempo intensità.

L’incontro è un po’ un ritorno alle fiabe di una volta dove c’erano castelli e castellani; l’impronta dell’autrice si ha sia nella predisposizione a sacrificare la propria esistenza per un amore appena percepito da alcune parole di una canzone, sia nella tristezza della scelta finale che rappresenta una rinuncia per altruismo. Senza tralasciare gli stupendi versi con cui Aurora fa innamorare i protagonisti che meritano una citazione a parte.

Le fiabe e l’amore per l’avventura si ripetono nel racconto di Lyllian: stupendo racconto che a parer mio potrebbe diventare tranquillamente una sceneggiatura per un film, dove l’autrice del racconto potrebbe e dovrebbe interpretare il ruolo della saggia zia, narratrice della vicenda. Risaltano alcuni racconti intensi ed enigmatici che nascondono insidie e metafore della vita quotidiana, come la Valigia vuota ed il lungo e appassionante Ritorno, dove il coprotagonista Tony si comporta da zerbinotto nel modo che tutte le donne vorrebbero; anche se non lo confesserebbero neppure sotto tortura.

Ancora vita vera con Le due madri, con Facciate, con L’uomo che guardava - dove c’è tutta la sofferenza di un padre per un figlioletto morto - e La chiamarono Briciola, la cagnetta che farebbe innamorare tutte le persone di buon cuore.

Vita; vita in tutti i sensi racchiusa in un libro che meriterebbe le vetrine di ogni libreria e gli scaffali di ogni biblioteca. E chissà che non avverrà presto il giorno in cui in Italia più del nome si vorrà leggere i contenuti. Se tale giorno dovesse arrivare, le sensazioni descritte da Aurora saranno un esempio di come descrivere la quotidianità con classe ed eleganza senza perdere né in originalità né in veridicità…