“ ...André …quanto tempo abbiamo perso…quanta passione poteva travolgere le nostre esistenze…Ed ora cerco di dissimulare questo dolore, questo cosciente sentimento della mia fine, vagando nella regione dei sogni..e dei pensieri…e sogno l’amore, i baci…sogno te…
“Come il frutto dell’albero, anche la vita diventa dolcissima un attimo prima di iniziare ad appassire..” (3)
Ora me ne rendo conto, mentre
giaccio sul mio letto che spesso mi ha accolta dolorante, ferita, felice,
arrabbiata .. ma che mi ha sempre restituita alla vita…
Questa volta è diverso!
So che esso prima o poi accoglierà ciò che rimarrà
delle mie spoglie umane..
Lo stesso letto dove mi sono
rifugiata quando mi gridasti con tutta la passione e la violenza amorosa
di cui eri capace ..che io ero una donna, una rosa bianca..
“Odio e amo…Tu forse me ne chiedi perché / Non lo so..So solamente che è così e ne soffro”… (4)
Io non so più nulla…non
ho più certezze…tranne che ti amo e che mi aggrappo a quella vita
che mi sta sfuggendo di mano…come le foglie a primavera si aggrappano
all’albero…da cui traggono linfa e nutrimento vitale!
Sono stanca ed anche i miei
occhi lo sono…mentre indugiano su questo antico libro (5) ,
le cui parole sembrano essere state scritte per me…
Ripenso a questi ultimi giorni, al mio lavoro…e cerco di dissimulare la mia agonia seguendo con la mente lo scorrere degli ultimi eventi…ma faccio fatica a seguire il filo dei miei pensieri..
Ieri, mentre guardavo gli incartamenti
sul mio scrittoio, in caserma, il Colonnello d’Agout mi ha guardato in
una maniera insolita..con occhi tristi in cui mi è sembrato persino
di scorgere delle lacrime; mi ha parlato di sua moglie e di come la vita
l’abbia abbandonata per la stessa malattia che mi sta consumando…Un estraneo,
un uomo che condivide con me solo questi giorni tristi in caserma…è
riuscito a cogliere il mio dolore! Il dolore del suo comandante che fa
di tutto per celare nel suo cuore, sotto l’uniforme, questa lenta
agonia…Ed io che nemmeno sapevo che avesse una moglie!!!!
Non sono riuscita a dirgli
molto…non trovo mai le parole adatte in determinate situazioni! Ma lui
ha capito e mi ha lasciata sola col mio dolore, ritirandosi mestamente…
Cosa conta davvero nella nostra
esistenza?
Per alcuni il potere, il rango..l’essere
nobile…essere ricordati nelle biografie ufficiali e figurare col
proprio nome sulla tomba. (6)
Tutte sciocchezze!!!
Lo scorrere inesorabile del
tempo scava un baratro nell’esistenza degli uomini e noi ci troviamo come
sospesi su una voragine…in precario equilibrio…e sospesi nel vuoto,
riusciamo finalmente ad osservare come degli spettatori, l’avventura della
nostra vita…che solo nel momento del pericolo, acquista un senso..e si
dischiude in tutta la sua interezza!
Ma in quel momento, prima di
cadere, immagino tutto il dolore – il mio ed il tuo André – che
ci pervade …
E mi prende la disperazione…che
diventa pura e tangibile!
…Sono stanca, nel fisico e nella
mente….In questi giorni ho ricevuto ed eseguito tutti gli ordini che mi
hanno impartito… Ieri ho passato in rassegna i “miei uomini” …per verificare
che tutto fosse a posto! “I miei uomini”! Persone che mi appartengono
solo per gerarchia militare e che tuttavia ho imparato a considerare amici,
compagni, persone come me (7) …
Ed il mio uomo…André
…al quale nulla ho detto del mio dolore perché ancora troppo angosciata
dal suo…per avere scoperto che presto i suoi occhi non potranno vedere
tutte le luci e le ombre di questo mondo…
Un mondo che racchiude il mio
passato dove a volte trovo rifugio per poter sfuggire, almeno in parte,
alla miseria della mia vita presente…
La stanchezza del mio corpo
si comunica alla memoria…E penso al mio passato e mi rivedo bambina, adolescente
e finalmente donna…Una parola che detestavo fino a qualche anno fa e che
dolorosamente si è impossessata di tutto il mio essere…
Una parola che so finalmente
appartenermi da quando l’amore ha bussato alla mia porta, come un
forestiero venuto da lontano e che dopo tanto peregrinare…trova finalmente
riposo ..
Una parola che è riemersa
nella mia memoria pur nella stupida convinzione di voler fare morire la
parte femminile del mio essere, con la presunzione di voler vivere come
un uomo e più di un uomo!
Sciocca creatura..che ha fuggito per anni l’amore, la passione…che è fuggita da te!
Ed ora mi aggiro in un mondo immaginario, fatto di speranze ed amore e gioia…ma questo è un luogo dove non ci sarà più posto per me…un luogo che nei miei sogni, diventa la mia residenza segreta
“Nella notte ingannevole i lievi sogni si prendono gioco di me e fanno trepidare di falsi terrori le nostre menti spaventate…” (8)
Un luogo popolato dai sogni
infantili (i miei sogni!) ..dove ho costruito un castello fatto da questi
stessi sogni che sono così reali e…allo stesso tempo immaginari…,
entro i quali mi rifugio nei momenti di solitudine e tristezza.
E mi piace pensare che ivi
sarò al momento della mia morte..
A più riprese…mi assale
questa febbre maledetta..e tremo…il mio corpo si scuote e cerco di ritardare
l’ora della lotta notturna …pensando all’indomani…
Un fiume di pensieri attraversa
la mia mente…sono inarrestabili!
Domani…ma di quanti domani
è ancora fatta la mia vita?
E’ fatta di lavoro, di incontro
con gli uomini della caserma…di lotte..di inganni…di sangue…di cosa?
Io non voglio pensare a un
domani così!!! Voglio pensare ai tuoi baci che da tempo desidero
e che ogni notte – nei miei sogni – rubo dalle tue labbra..perché
sono una DONNA ed ogni fibra del mio essere si nutre di questo pensiero,
di questa sensazione…
E’ strano come dalla ineluttabilità
degli eventi scaturisca un nuovo ardore per la vita …un nuovo ripensamento…
Perciò ho ricominciato
ad interessarmi ad essa ora che mi sta abbandonando e che mi fa desiderare
di godere appassionatamente del mio corpo…di donna…e del tuo corpo, André…che
hai avuto il coraggio di guardarmi, mentre lacrime copiose rigavano il
mio viso…di donna/uomo..che ti ha odiato…ma che –forse – da quel momento
ha cominciato anche ad amarti…divenendo infine – tu!- la mia ossessione….
Quest’ossessione che domina
il mio spirito e mi distrae –ora!- da questo male che mi disgusta ed annienta..
Mi spio allo specchio per osservare
questo corpo martoriato che nascondo sotto l’uniforme e che ai tuoi
occhi…che vedono solo ombre…appare ancora fulgido come ai tempi della nostra
giovinezza!
Attendo che questo nemico
che non ho mai affrontato porti l’assalto che ancora una volta cercherò
di respingere! Fino a quando ne avrò le forze!!!
E penso a quelle cose che un
tempo mi erano facili e gradevoli..e che adesso diventano persino umilianti!
E mi riprende l’ossessione
della morte tiranna e sento fuggire da me l’antica forza che sempre mi
ha consentito di affrontare il nemico a viso aperto..
Per tutta la vita mi sono affidata
alla mia fisicità ed ho assaporato con criterio le sensazioni, le
emozioni che esso mi procurava…
Resta ancora tutto da fare..
E’ questa consapevolezza impaziente
che cancella momentaneamente la disperazione ed apre una porta alla speranza..alla
vita..all’amore!
I soldati, come ai miei tempi
migliori, mi credono un dio! Un uomo mi ha persino dipinto come un dio…(9)
Come il guerriero mitologico in cui brucia l’ardore della battaglia..
E’ un privilegio che accetto
con onore…
La loro immensa fiducia mi
ripaga delle fatiche che ho sopportato per anni insieme a quel destino
che non mi ha consentito di scegliere cosa essere..se vivere come una donna..
Fatiche per cui son giunta
fin qui, tra persone che lavorano e si sacrificano per un tozzo di pane
…e che mi hanno messa di fronte alla vera vita..quella che finora
ignoravo….
Questo calore, questa umanità,
sono capaci di scacciare i fantasmi dalla mia memoria e mi fanno desiderare
che qualche secolo venga aggiunto ai pochi giorni che mi restano…
In certi momenti sono prigioniera
dei miei sogni e non è privo di dolcezza questo immergersi nelle
regioni dell’oblio….dove per un istante possiedo segreti che mi sfuggono
quando sono sveglia!
Ho fatto un sogno di recente…Ero
felice….Tutto si è svolto come ai bei tempi della mia giovinezza….e
della mia forza…
Duellavo con André
e subito dopo ci eravamo seduti su un prato a riposare…Ci guardavamo e
lui ad un certo punto mi carezzava i capelli..
Era un sogno colorato e pieno
di luce..
Poi il sogno ha assunto i colori
del rosso……Ho visto persone che urlavano, sentivo echi di spari ed il mio
cavallo era ferito! Cercava di rialzarsi…ma non ce la faceva!
E poi cadeva cadeva e tutto si colorava di sangue…il fiume, l’erba…il cielo..Tutto
intorno buio e tenebre!
Ed un dolore ha preso a lacerarmi
il petto e a farmi sanguinare…
Mi sono svegliata di soprassalto,
piangendo ed invocando aiuto…aiuto!
Ho avuto paura, la stessa paura che si ha quando si evocano gli spettri..Ma ora capisco che è la nostra stessa condizione umana di convivere con i fantasmi…con la morte!
Sopravverranno le catastrofi,
tutto sarà rovina…il caos trionferà …ma infine tornerà
l’ordine e si instaurerà nuovamente la pace…
E le parole “liberté,
egalité, fraternité”…che odo in ogni piazza in questi giorni,
ritroveranno quel senso che ora non tutti comprendono!
Ma dovrà scorrere molto
sangue prima che torni la pace…
“I patti senza la spada sono parole, e non hanno la forza di difendere nessuno…” (10) ... né tantomeno di difendere e cambiare il volto di questa nostra terra! (11)
Io non so se ci sarò
quando un mondo nuovo, pieno di luce, che sono certa tornerà, RISORGERA’
da queste tenebre!
Se ci sarà ancora ,
voglio poter pensare ad un mondo pieno d’amore e voglio essere piena d’amore..un
mondo dove poter trovare rifugio per me e la mia anima….”
“ Piccola anima smarrita
e soave, compagna e ospite del corpo…ora t’appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti.
Un istante ancora..guardiamo
insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più…
Cerchiamo d’entrare nella
morte ad occhi aperti”. (12)
Fine
Eufemia
(1)
Ho scelto questo titolo per un motivo ben preciso…ma lo scoprirete alla
fine!
(2)
“Da mi basia mille, deinde centum/dein mille altera, dein seconda centum,
deinde usque altera mille/deiade centum” : da Catullo (poeta latino, 87-54
a.C.) , Poesie, V, 7/9.
(3)
Questa citazione è di N.M. Karamzin, scrittore russo (1766-1826)…
(4)
C’è una bella fanfiction su questo sito dal titolo “Odi
et amo” di Aurelia …L’originale è di Catullo e recita
così: “Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris/ Nescio, sed
fieri sentio excurior” da Poesie, LXXXV.
(5) Immagino
che Oscar stia leggendo le Memorie dell’imperatore Adriano; è un
espediente letterario che ho usato e che mi è stato suggerito, come
dicevo nella premessa, dal libro della Yourcenar. Qui naturalmente
immagino che Oscar stia leggendo le parole originali scritte dall’imperatore
romano, visto che la scrittrice francese ha scritto il libro nel 1951.
(6) Lo
so è una mia fissa perché chi legge sul sito di Alex…ha potuto
trovare questa riflessione che ho fatto in altra sede! Lo spunto per questa
frase mi è stato offerto da un tema in voga nel XIX sec. e ripreso
dal Foscolo nell’Ortis; vale a dire la meditazione sulle tombe e su coloro
che vi giacciono. Di infinite tombe – scrive il Foscolo – non si saprà
mai nulla o pochissimo, dopo che sono state scavate! Ma di alcune poche
è proprio un particolare potere, quello di parlare ai vivi invitandoli
a pensare e ad agire magnanimamente! Di parlare ai poeti e di ispirarli
a cantare celebrando le grandi storie dei grandi scomparsi e rendendoli
vittoriosi sulla morte, nell’unico modo in cui gli uomini possono vincerla,
grazie cioè alla memoria nutrita di affetti generosi. Non
potevo pensare che a Oscar!!!
(7)
Naturalmente questi pensieri fanno parte del percorso spirituale seguito
da Oscar verso la fine della sua vita, quando capisce che tutti gli uomini
sono uguali!
(8)
Questa è di Tibullo, poeta latino (54-19 a.C.) , tratta da “Elegie”
, III, 4,7/8
(9) Naturalmente
alludo al dio Marte!!
(10) Questa
frase è di Thomas Hobbes (filosofo inglese 1588-1678) da “Leviathan”
II,17.
(11) Non
ho voluto usare il termine “patria” perché per a quei tempi il popolo
francese non aveva ancora preso coscienza, non del tutto almeno, di questa
parola così forte!
(12)
Così termina il libro della Yourcenar! Queste parole sono
state scritte realmente dall’imperatore Adriano e la scrittrice le utilizza
al termine del bellissimo libro (Mémoires d’Hadrien) . Le
ho volute riportare integralmente poiché leggendole ho pensato ad
Oscar che come Adriano… sta per prendere commiato dalla vita. Quelle
originali sono queste: “ Animula vagula, blandula..Hospes comesque corporis,
quae nunc abibis in loca…Pallidula , rigida, nudula, nec ut soles, dabis
iocos…” P. Aelius Hadrianus.