Gli stanziamenti occitani in territorio italiano rappresentano l'appendice
cisalpina di una popolazione ben caratterizzata linguisticamente fìn dal
X sec. e che abita, di là dei nostri confini, le regioni del Delfinato
meridionale, della Provenza, dell' Alvernia, della Linguadoca, della Guienna,
del Limosino e della Guascogna, oggi politicamente francesi (esclusa la
valle guascona d'Aran che é inglobata nel territorio spagnolo).
Si tratta di una vasta nazione linguisticamente omogenea che non è mai
riuscita a costruire il proprio stato nazionale, i cui territori sono
stati progressivamente inglobati dallo stato francese fino a perdere il
diritto ad esprimersi pubblicamente nel proprio idioma, peraltro assai
illustre: la lingua d' Oc.
In seguito alle attuali scoperte il paleolitico inferiore è poco rappresentato
in Occitania, al contrario, abbondano le vestigia a partire dal medio-paleolitico
(150000-40000 A.C.) con il Tayacien e il Mousterien, ambedue in Dordogna.
La più alta concentrazione di questi uomini è situata in Aquitania: l'
Uomo della Chapelle aux Saints e quello della Ferrassie, oltre i precedenti,
offrono numerose similitudini con l' Uomo di Nèanderthal. Gli oggetti
utilizzati finora rivestono un carattere artigianale, ma con la pratica
della caccia l'abilità aumenta, come testimonia il più grande centro di
produzione di armi conosciuto, a Aurignac in Alta Garonna. Nel primo stadio
del paleolitico superiore (50000-13000 a.C.) appaiono i primi segni d'
una religione e si manifestano forme di quasi tutte le arti plastiche.
L'arte preistorica raggiunge il suo culmine con il Madalénien (dal giacimento
omonimo in Dordogna). Lo sconvolgimento climatico dell' ultima glaciazione
ne provoca la scomparsa ma i discendenti utilizzeranno ancora i siti dei
loro predecessori. Con il Neolitico, mutano la flora e la fauna e l'uomo
abbandonate le caverne, inizia a coltivare la terra, a praticare l'allevamento
e si delineano le prime strutture agricole e amministrative. |
All' arrivo di Cesare, cinque differenti popoli occupavano il territorio occitano: i Celti, gli Iberici, i Volci, i Celto-Liguri e i Greci. I Celti sono stati i soli occupanti al di sopra d'una linea delimitata dalla Garonna, dal Tarn, dalle Cevenne e dal Rodano. Essi danno strutture politiche e sociali. L'Alvernia diviene il centro dell'Occitania.
I Liguri, d'origine pressoché sconosciuta, nel VII a.C. occupano e si mescolano alle popolazioni di Narbonne, di Beziers e Montpellier. Gli Iberici giungono attraverso la Val d' Aran e Roncisvalle e occupano il territorio nell'ansa della Garonna. Invadono il paese dei Liguri contribuendo alla formazione d'una civiltà avanzata, la Ibero-Ligure. Nello stesso periodo, i Greci fondano Marsiglia e introducono la coltivazione dell'olivo e delle vigne; stabiliscono delle basi sulla costa, come Nizza e Antibes, e penetrano all'interno.
Due secoli più tardi i Volci, Celti provenienti da nord-est, si creano un dominio tra la Garonna e il Rodano. Il loro dominio è soltanto politico-militare, ma il substrato ibero-ligure resiste. A partire dal IV sec.a.C., i Celti occupano il Basso Delfinato e la Provenza, mischiandosi agli abitanti per formare una popolazione Celto-Ligure.
Nel II sec.a.C., il territorio dei Volci passa sotto il dominio di Roma. Questa provincia diviene la conquista dell'Occitania.
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