b r a i n p o w e r "...è necessario che qualcosa DEBBA essere tenuto per vero ma non che qualcosa SIA vero. Muovendo dalla necessità di essere stabili nella nostra fede, abbiamo fatto sì che il mondo vero non sia un mondo che muta e diviene ma un mondo che è... (Nietzsche)"

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5. Universi concatenati

(sullo sfondo: L'asteroide efficiente, Catene Spaziali)

Parte 1 - l'origine dell'universo


Uno dei più ricorrenti discorsi di "salotto" che intrattengo con gli amici su temi astronomici e teologici concerne le tesi sulla fine dell'universo. Sono discorsi appassionanti ma, purtroppo, con scarsa possibilità di verifica.

Indagare nei segreti dell'universo significa entrare nel mondo della metafisica e formulare ipotesi che sicuramente si fondano su assiomi culturali epocali (cfr. il banner nell'home page). Abbiamo faticato non poco per riuscire ad impostare un'ipotesi plausibile in merito all'origine e alla fine dell'universo su un principo di base che potesse rendere giustizia alla scienza senza contrapporsi ai principali dogmi teologici sull'Infinito Unico.

Questo lavoro è durato molti anni di paziente ricerca mescolando di continuo metafisica, scienza ed arte.

Si', propio l'arte!

Essa, infatti, e' una delle tante vie per entrare nel mondo del surreale, metafisico. Non a caso Leonardo, Bosch, Dali', De Chirico, lo stesso Picasso e molti altri con le loro anticipazioni hanno isolato il mondo contemporaneo volgendo gli occhi oltre la "porta d'ingresso" quasi del tutto proibita alle scuole aristoteliche!

L'attenta osservazione delle opere pittoriche di questi Maestri ci porta a sbriciare dietro le quinte. I profondi spazi pluridimensionali contenenti soggetti integrati e schiacciati nella materia creati da De Chirico, oppure le straordinarie invenzioni di Dalì per non parlare de "L'Annunciazione" di Leonardo, mostrano come la realta' non sia unica ed univoca. In questo mondo, le fluttuazioni interpretative sono sommerse dalla necessita' di trasportare tutto ad un livello cui la mente umana trae sostegno e stabilita' per la propria sopravvivenza (Nietzsche).

Picasso ha modificato l'immaginario standard stravolgendo la pittura riducendo in brandelli l'arte figurativa classica e neoclassica - l'arte del "bello" - perche' ha dimostrato che l'immagine costruita dal cervello umano e' semplicemente una forma d'idealizzazione basata su antichi concetti legati piu' che altro a fattori determinanti quell'equilibrio instabile che lega essere e natura ma non perche' i nostri occhi vedono ed interpretano "realmente la realtà"!

Bene! Sull'onda di questa premessa addentriamoci nel cosmo.

La teoria che voglio proporvi si basa su un assioma un po' particolare, sul significato di ZERO: zero e' l'unico numero che puo' contenere soltanto se' stesso e null'altro!

Mi spiego meglio: il numero 1 in realta' contiene una serie infinita di valori continui e/o discontinui che sommati tra loro danno come risultato il valore 1. Qualsiasi altro numero al di fuori dello zero mantiene questa caratteristica. Lo zero, invece, non puo' che contenere soltanto se' stesso perche' qualsiasi altro valore contenesse allora non varrebbe piu' zero.

Questa concezione sembra banale, invece esprime un principio filosofico eccezionale! Tutta la nostra conoscenza dell'universo si fonda sulla realta' ovvero sulla materia che, per quanto s'ipotizzi l'esistenza d'antimateria, la medesima comunque assume un valore spaziale differente da zero, cioe' esiste.

L'universo e', come quasi tutti ammettono, un insieme asimmetrico, aperto ed in espansione originatosi nel punto cui e' accaduto il cosidetto "Big Bang".

Cio' e' dimostrato dal "Red Shift" relativo alla radiazione di fondo che permea l'universo stesso oltre che dal "Blue Shift" manifestato dalle galassie piu' esterne rispetto alla nostra ed anche in relazione a talune misure relative al presunto centro dell'universo.

Una delle teorie accettate propone il formarsi dell'universo da un'unica palla d'energia tutt'ora in espansione e quindi in fase di raffreddamento. Questa teoria, esposta piuttosto chiaramente dal Dott. Steven Weimberg nel suo libro "The First Three Minutes. A Modern View..." al quale vi rimando, non spiega cosa c'era a meno di un decimo di secondo dal momento in cui qualcuno s'e' accorto che dal nulla (o da qualcosa d'estremamente piccolo) si stava formando l'universo!

Il punto e' proprio questo: cosa c'era prima?

Non possiamo che ritrovarvi il gia' visto concetto di zero: l'universo primordiale avrebbe contenuto solo se' stesso. Contemporaneamente, quest'universo, non era cio' che diverra' subito dopo il primo decimo di secondo, anzi, non era nulla tranne che - forse - un impasto d'energia pura!

La faccenda si complica perche' la teoria di Weimberg non soddisfa pienamente l'equazione della relativita' (E=mcq), o meglio, la tripletta Energia Massa Tempo caratteristica del nostro universo fisico. Secondo Einstein, infatti, l'universo si e' reso prigioniero in un contenitore caratterizzato da una forma sferoidale cui i confini sono disegnati dalla curva gravitazionale generale dell'universo stesso; strano ma vero: l'universo e' prigioniero di se' stesso!

Secondo Weimberg, la massa dell'universo probabilmente continuera' ad espandersi tra un bagliore d'energia e l'altro. Poi, dopo un certo numero di millenni, terminata l'energia esso si coagulera' in una massa fredda ed oscura. Successivamente questo ciclo si ripetera' ma con qualche "piccola differenza" e cosi' all'infinito.

Sara' invece proprio questa "piccola differenza" che ne decretera' la fine "definitiva". La morte dell'universo e' prevista anche da talune religioni e Weinberg ne da' la conferma matematica! Questa coincidenza pacifica la fisica quantistica con la teologia ma ancora non spiega cosa c'era prima.

Se analizziamo nel dettaglio il possibile contenuto dell'universo nel suo primo decimo di secondo scopriamo che, mentre nel mondo reale il prodotto e/o il rapporto di due qualsiasi dei tre valori in gioco (Energia, Massa e Tempo) deve essere sempre maggiore di zero (energia per massa o massa per velocità o energia per velocità > 0), nel caso dell'universo primordiale tale permutazione vale sempre zero!

Nel volume "Dal Caos Alla Metafisica" ho cercato di dimostrare che qualsiasi cosa di questo mondo, sia essa vivente o meno, mantiene comunque un'andamento pulsante - aggregazione, nascita, crescita, declino, morte, annichilimento - e questa teoria e' applicabile anche all'intero universo inteso come aggregazione indistinta di materia, tempo ed energia.

Dal momento che qualsiasi andamento ciclico ammette almeno un punto di massima ed un punto di minima, il presupposto punto di minima dell'universo definisce un istante cui la sua massa totale era zero altrimenti la materia sarebbe stata gia' presente. Secondo Weinberg, come già detto, la materia si formo' almeno - o entro - un decimo di secondo dopo il Big Bang. Allora, fin prima di quel momento l'universo reale conteneva solo se' stesso, ovvero nulla.

Questo piccolo gioco di parole e' supportato, dal punto di vista matematico, dalla teoria sullo zero enunciata prima!

Interessante, vero? Continua con la "Teoria delle Dark Bubbles", ovvero col nostro ingresso nella "palla primordiale".

(se trovate l'argomento interessante mandatemi una e-mail con il vostro commento)

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