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Parte 2 - Teoria delle "DARK BUBBLES"
1. Riepilogo
Non per scetticismo ma l'impressione che si ha, analizzando i risultati scientifici raggiunti negli ultimi anni, è quella di scoprire un eccessivo proliferare di situazioni incerte o fin troppo approssimative. Sono state formulate teorie apparentemente valide ma qualcuno subito dopo le ha smentite, oppure si è reso necessario produrne di nuove a sostegno delle medesime. Si va avanti così, in un ciclo infinito che forse non verrà mai concluso.
In effetti, non sono mai state scritte leggi fisiche complete e definitive ma si è lasciato in sospeso qualche fattore "
e" in attesa di tempi migliori. Pertanto c'è da supporre l'esistenza di tanti piccoli errori nascosti da qualche parte. Una falsa interpretazione delle leggi di base, oppure una formulazione troppo "fantasiosa" di una di queste, potrebbe aver portato fuori strada l'intero sistema scientifico umano.Allora tanto vale rivedere tutto ciò, magari partendo da altri presupposti ancillari formulati sulla base della cultura contemporanea, anziché sulla scia derivata da quella primordiale. Forse i risultati che si otterrebbero sarebbero più realistici perché, soprattutto, si riuscirebbe a riformulare l'intero scibile senza tenere conto di quel "back ground" culturale, atavico e forse complessivamente superato che l'umanità si trascina dietro da sempre.
La cultura attuale, infatti, è il risultato del lento aggiornamento delle prime esperienze, quelle che fin dai suoi primordi la razza umana ha accumulato ma non sempre traendone le giuste considerazioni. Le religioni sono un esempio di come l'immaginazione e la capacità interpretativa della mente umana, nel tempo, è riuscita a trasformare un singolo evento in centinaia di situazioni spesso in contrapposizione tra loro. Le "guerre sante", a prescindere dal fattore politico, ne sono una delle tante conferme!
Le religioni infatti, per quanto possono essere difformi tra loro, riguardano quegli aspetti surrealistici di cui l'uomo ha una scarsissima esperienza diretta ed allora si affida all'immaginazione.
Da sempre egli ha costruito un "aldilà" ed escludendo gli sporadici casi di ateismo, derivanti da una certa cultura basata sul materialismo scientifico e non da situazioni di particolare ignoranza, per placare la sua incessante (ed infruttuosa!) ricerca di un benessere spirituale "post mortem", egli ha evidenziato la necessità d'avere un "padre" che sappia finalmente dargli quella pace impossibile ad aversi in vita.
Ma "l'aldilà" esiste davvero?
E' difficile rispondere con saggezza a questa domanda. Una possibile risposta "teologica" è racchiusa nei primi istanti di vita dell'universo: in quel momento, quest'ultimo, si distaccò dalle mani del suo Creatore. L'uomo, nei suoi dubbi, sta cercando di darsi un'equivalente risposta "tecnologica" ma questa non potrà mai arrivare perché è già la scienza stessa a dimostrare l'impossibilità di capire l'evento medesimo. La ricerca di soluzioni alternative sembra oramai un passo obbligato per arrivare a definire un modello cosmologico un po' più soddisfacente dell'attuale.
2. L'attuale Mega-Universo
Che l'universo abbia avuto origine da qualcosa di somigliante ad una gigantesca esplosione - il "Big Bang" - è forse l'idea più diffusa nella comunità scientifica ma non è l'ultima risposta alla prima domanda seria che l'uomo, nella sua storia, probabilmente si è posto, ovvero, qual è stata la sua origine!
In seguito, raggiunto l'attuale livello scientifico, ne ha ricercato le cause, poi se n'è chiesto il motivo e così via.
Il Big-Bang ha quindi dominato lo scenario di questi ultimi tempi. Vi sono però dei limiti oltre i quali è impossibile capire come andarono le cose. Attraverso il bombardamento nucleare ad alta energia di talune particelle, si è riusciti a riprodurre con un po' d'approssimazione ciò che avvenne in quel momento. Ci si è avvicinati di molto, a meno di pochi millisecondi, ma al disotto di quest'intervallo sembra impossibile andare. Non per mancanza di strumentazione adeguata ma soprattutto perché è impossibile anche immaginare com'era l'universo poco prima! Non esistono elementi fisici tali che permettano di imbastirne ipotesi valide. Infatti, se prima di questo limite l'universo non esisteva, quindi come è possibile pensare alla struttura di qualcosa che non esiste?
Bisogna però costatare che, grazie all'inventiva della mente umana, supporre un "inizio" dell'universo è già di per sé una risposta! Non è del tutto vero che non si conosce lo stato primordiale dell'universo ma esistono varie ipotesi più o meno fantasiose e forse mai dimostrabili che superano tale quesito.
Ad esempio, l'ipotesi della ciclicità "Big Bang-Big Crunch" sembra essere la più affermata tra queste. La medesima, pur non superando il problema "dell'inizio dei tempi", dà già un'idea di cosa potrebbe essere accaduto e ciò che, forse, in un lontano futuro probabilmente avverrà.
In fondo, però, anche questa teoria potrebbe essere del tutto erronea perché implica una più o meno "imminente fine dell'universo".
Non vi sono però reali motivi per supporne una necessaria morte. Dal punto di vista psicologico, inconsciamente sembrerebbe che l'umanità "vuole" che l'universo abbia un termine (il freudiano istinto di morte)!
Ora, se si provasse per un istante ad immaginare un nuovo tipo d'universo e ad eliminare dalla mente la necessità di una sua "nascita" e "morte", questo potrebbe tornare ad essere una semplice, infinita, lenta e continua trasformazione di tutto ciò che esiste!
Le stelle ed i pianeti infatti si trasformano continuamente ma non per questo la loro essenza cessa e quindi "muore" [Gay-Lussac]! La nascita e la morte sono concetti del tutto umani, indubbiamente legati al modello con cui si esprime la vita animale. E' possibile dimostrarlo?
Forse si! Occorre innanzitutto un'accurata analisi critica disconoscitiva della teoria del presunto Big-Bang. Questa teoria non sembrerebbe del tutto coerente con i presupposti di base che dovrebbero garantire l'esistenza di un universo infinito e persistente (cioè esistente e definito dalle attuali regole).
Si dice che Il Big-Bang potrebbe essere stato prodotto da una singola particella d'energia. Quest'ultima, per generare l'attuale cosmo in uno spazio perfetto quale si presuppone fosse prima "dell'inizio", avrebbe dovuto avere i seguenti requisiti:
-contenere tutta l'energia e la massa dell'universo;
-mantenere una densità interna variabile e non omogenea;
-essere fortemente instabile.
Detti requisiti sembrano un po' troppo critici per essere attribuiti ad uno stato primordiale di qualcosa che sembrerebbe la coagulazione di un solo tipo d'energia.
In effetti, si afferma che all'origine dei tempi la temperatura era talmente alta da sciogliere qualsiasi forma aggregata di materia in energia pura.
Se nell'universo fossero state individuate più forme d'energia elementare si poteva evidenziare facilmente l'asimmetria necessaria per la generazione dell'universo legata al Big-Bang.
D'altro canto ed alla luce delle conoscenze attuali, un'esplosione d'energia pura non avrebbe potuto generare l'attuale universo. Infatti, il Big-Bang avrebbe prodotto solo un'immensa bolla d'energia pura, di forma perfettamente simmetrica al punto tale da non poter collassare in "polveri" e poi coagularsi in stelle e pianeti.
Quest'esplosione, in termini concettuali, si dovrebbe paragonare ad un palloncino di materiale perfetto gonfiato con un gas perfetto in un ambiente perfettamente omogeneo. Ciò darebbe luogo soltanto ad una "pelle" di materia tesa dalla dilatazione dovuta all'impulso di calore.
Come detto, questa espansione coerente in un ambiente coerente risulterebbe fin troppo simmetrica e non avrebbe potuto originare quei grumi di materia che formano le galassie e l'intero cosmo! Ovviamente anche il processo contrario, cioè il raffreddamento, darebbe luogo ad una contrazione simmetrica coerente, senza "raggrinzature".
Non è un mero gioco di parole! Una qualsiasi esplosione può essere in ogni caso paragonata una più o meno rapida espansione di qualcosa. Il considerarla esplosione deriva semplicemente dalla velocità con cui un possibile osservatore riesce a percepire ed a valutare il fenomeno.
Inoltre c'è da considerare l'interazione con la materia circostante che varia con la velocità d'espansione dell'oggetto esploso. Il risultato finale dipenderà, quindi, anche dalla densità specifica della materia medesima. La frammentazione dell'oggetto esploso dipende invece dai seguenti fattori:
-dalla struttura dell'oggetto medesimo,
-dalla sua purezza,
-dall'omogeneità omnidirezionale della forza dilatante,
-dalla purezza e coerenza dalla materia circostante,
-dalla forza di gravità,
-dalle forze elettromagnetiche circostanti.
Il primordiale e puntiforme universo ancestrale sicuramente era costituito da energia estremamente pura ed omogenea. Il suo spazio (o meglio, l'infinito) circostante doveva essere necessariamente privo di materia vagante, di qualsivoglia quantitativo o tipo di energia. Tale situazione avrebbe garantito un ambiente coerente ovvero, un ambiente ideale per produrre una bolla ideale! Si torna in tal modo alla teoria del "palloncino" espressa poc'anzi!
Non è accettabile nemmeno la teoria del "collasso gravitazionale" che procrastinerebbe la durata dell'universo. Quest'ultimo mostra, infatti, una fortissima tendenza alla "stabilità", cioè alla riduzione di quell'energia che lo anima, per tornare in uno stato di quiete assoluta dovuta al suo "raffreddamento". Se fosse stato simmetrico, la meccanica dell'universo sarebbe stata simile a quella, come detto prima, del palloncino che si gonfia e si sgonfia in cicli infiniti (occorrerebbe comunque motivare in qualche modo questa presunta "alternanza"!).
L'energia necessaria per tali operazioni, durante la fase d'espansione, non potrebbe contemporaneamente generare stelle e pianeti che ne rappresenterebbero, invece, la fase inversa.
Fin dall'istante successivo ad una qualsiasi esplosione si evidenzia la tendenza al raffreddamento dell'ambiente, quindi una certa diminuzione progressiva dell'energia prodotta dovuta alla diffusione ed espansione del materiale esploso in un mezzo a densità inferiore, fino al suo azzeramento.
E' dimostrato che l'universo è tuttora in fase d'espansione ma non si è osservata una diminuzione della sua energia globale ed infatti sembrerebbe che i sistemi galattici siano tuttora in reciproco allontanamento.
Poiché il bilancio energetico derivante dal ciclo stellare comporterebbe un cambiamento del materiale combustibile che, consumato, dovrebbe terminare in un "black hole" oppure espulso in forma di materia e di radiazioni, non si potrebbe avrebbe un vero e proprio raffreddamento della materia medesima ma solo una sua trasformazione quantistica.
Considerando ad esempio il probabile ciclo del Sistema Solare, c'è da presumere che il suo raffreddamento culminerà con l'espansione del Sole dapprima in una "gigante rossa" con di un diametro tale da comprendere anche la Terra (sperando che a quell'epoca sarà stata già evacuata o comunque disabitata!) e, successivamente, collasserà in una stella nana che brucerà fino a diventare un ammasso di materia inerte. Nel frattempo le polveri e le radiazioni emesse dal Sole durante il suo ciclo di vita, avranno contribuito alla formazione di altre stelle o pianeti. Tutte le polveri disperse nello spazio, quindi, prima o poi dovrebbero tornare ad aggregarsi per originare un nuovo sistema stellare. Quest'ultimo, a sua volta, consumato il suo ciclo, quasi sicuramente degenererà ancora in polveri e radiazioni, all'infinito.
Le radiazioni stesse, pur girovagando per l'universo, prima o poi finirebbero per collidere con qualche corpo spaziale riscaldandolo. Nello spazio non c'è quindi perdita di energia, ma si osserva solo trasformazione della medesima in materia e viceversa, con cicli estremamente lunghi rispetto al "tempo biologico" della razza umana.
D'altro canto, un'osservazione accurata del ciclo d'espansione di un probabile universo nato nell'ambiente appena descritto, porterebbe al diagramma di figura 1 [originale]. In questo diagramma si nota come l'oggetto puntiforne, posto al centro del paraboloide descrittore dell'espansione successiva, porterebbe ad uno sferoide il cui raggio si evolve in termini logaritmici rispetto alla stessa velocità d'espansione medesima.
L'ipotesi di tale espansione deriva dalle seguenti considerazioni:
Quindi, che l'origine dell'universo sia dovuta ad una gigantesca esplosione di qualcosa (in particolare di una "palla di energia") non convince del tutto! La sua evoluzione sarebbe più o meno quella delle curve indicate in figura 2.
3. Teoria delle "Dark Bubble"
Sarebbe opportuno immaginare altre situazioni in cui l'universo, una volta "creato", vivrebbe eternamente in una sorta di "pendolamento" tra materia ed energia, con fenomeni locali ed isolati in zone delimitate da singoli sistemi stellari.
Supponendo che in base questo, l'universo sia veramente eterno, la domanda iniziale sulla sua origine non è comunque soddisfatta ed anzi, risulta ancor più oscura con l'affermarsi della sua perenne durata!
Una ipotesi molto accattivante è quella che viene qui a seguito descritta:
Si potrebbe immaginare, ad esempio, un universo superiore nel cui spazio vagassero delle perfette "bolle scure" -"Dark-Bubbles"- cariche di pura e coerente energia cosmica. Non ha assolutamente importanza conoscere o determinare le dimensioni di queste bolle. Se alcune di queste (in seguito riferite con DB) fossero entrate in collisione tra loro [fig.2], si sarebbero frammentate in modo irregolare - mantenendo comunque una certa geometria - ed avrebbero potuto generare così l'asimmetria caratteristica dell'attuale cosmo! Quindi, con tale impostazione (DB CRASH, in seguito definito con DBC), si potrebbe far degenerare una bolla d'energia pura in un sistema energetico a struttura eterogenea.
Questa teoria sulla nascita dell'universo porterebbe a risultati concreti in merito alla sua definizione concettuale. Innanzi tutto non sarebbe più necessario immaginare ciò che accadde nei suoi primi istanti di vita ed allo stato precedente dello spazio in cui l'universo si è formato.
Una DB, infatti, potrebbe essere costituita da sola energia pura e dalla sua frammentazione sarebbero emersi tutti gli elementi necessari (o predisposti in un certo modo) per la generazione di un universo specifico, asimmetrico ed attivo.
Pertanto la struttura e la geometria dell'attuale cosmo potrebbero derivare benissimo dalla "strizzatina" di una DB.
Il punto fondamentale di una qualsiasi ipotesi che giustifichi l'esistenza dell'universo classico è la dimostrazione del suo passaggio da un sistema perfettamente simmetrico (il nulla) ad un sistema fortemente asimmetrico (il reale).
Applicando la teoria delle DB diverrebbe superfluo immaginare un collasso delle strutture universali per riproporre il Big-Bang in cicli infiniti o per giustificarne l'espansione.
Inoltre, cercare la materia oscura nel cosmo diverrebbe di scarso interesse, non dovendosi più bilanciare la materia ordinaria col volume dell'universo, poiché l'aspetto del cosmo, per definizione, non sarebbe più lineare. Per il momento si dovrebbe considerarlo come una specie d'enorme goccia d'acqua in via di perfezionamento sferico [fig.3].
Insomma diverrebbe tutto più chiaro e comprensibile nei termini del ragionamento umano. Soprattutto sarebbe possibile anche impostarne confini "matematici" perché lo spazio tornerebbe ad avere dimensioni reali e misurabili!
Dal punto di vista teologico, sarebbe ancora possibile giustificare l'origine dell'Universo come un atto voluto, con la differenza che, invece di far esplodere un inimmaginabile microscopico punto d'energia, il "soffio" con il quale si sarebbe generata la vita avrebbe creato un certo numero di DB in uno spazio completamente vuoto.
Queste ultime, scontrandosi tra loro, avrebbero originato vari universi d'ordine pari, tutti asimmetrici all'interno e, probabilmente, disuguali tra loro.
Quindi esisterebbero più universi paralleli, ciascuno di struttura simile ma con dimensioni dipendenti dal caso e dalle modalità d'urto.
Esisterebbe anche l'altra metà di quest'universo che potrebbe aver già subito il suo distacco definitivo e permanente, oppure potrebbe essere ancora in una fase di separazione.
In ambedue i casi, dovrebbero essere questi eventi meccanici che trasformerebbero l'energia delle DB nel calore che avvolge l'universo e nella materia stellare che lo compone.
Oppure, definendo meglio tale passaggio, essi trasformerebbero la materia oscura della bolla nelle varie forme d'energia/materia ordinaria presente nell'attuale cosmo.
Dal punto di vista matematico l'incidente delle DB porterebbe a valutazioni definibili e quantizzabili in formule specifiche.
L'universo del Big-Bang lascia invece molti dubbi sull'incoerente trasformazione dell'energia in materia sull'azione gravitazionale, sulla natura bivalente della luce e su tutte le cose esistenti.
La teoria delle DBC, come si vedrà in seguito, porta invece a risultati quantizzabili. E' ovvio che dovranno comunque coesistere ipotesi ancestrali non osservabili direttamente ma, partendo dall'attuale situazione cosmologica, si potrà dimostrarne scientificamente la loro realtà.
4. L'origine, secondo la teoria "Dark-Bubbles Crash" (DBC)
Prima di studiare le reali possibilità dell'esistenza di fenomenali DB, è opportuno chiarire meglio l'impossibilità di accettare il Big-Bang come teoria assoluta.
Un'esplosione è la diretta conseguenza della rapida espansione di un oggetto. La successiva probabilità di frammentazione (dell'oggetto espanso) dipende da fattori interni ed esterni all'oggetto medesimo, secondo i punti già elencati.
Quindi, nell'ipotesi di considerare l'esplosione di micro-globulo di energia (figura 6) come elemento di partenza del Big-Bang si potrebbe arrivare a definire la famiglia d'equazioni come guida per l'evoluzione successiva di questo micro-globulo.
La valutazione della curva d'espansione di un oggetto sferico misurata sulla Terra, cioè in un ambiente più o meno sufficientemente noto, porterebbe ad individuare la già indicata famiglia di curve. Dette curve descrivono l'andamento iniziale delle trasformazioni di oggetti ad elasticità limitata, fin dalla fase ancillare dell'esplosione vista con un rapido incremento della pressione interna del contenitore-oggetto.
In conseguenza al raggiunto limite dell'elasticità del contenitore ed al suo rapido incremento volumetrico, si ha la deflagrazione ed il parallelo decremento della già detta pressione. Infine si ha la proiezione smorzata dei frammenti dell'oggetto.
Quest'ultima è, infatti, contrastata dalla resistenza del mezzo circostante. Dato che tutto questo lavoro avviene a velocità relativamente basse ed inoltre supponendolo effettuato al livello del mare, la conclusione dell'evento sarà vistosamente influenzata dalla forza di gravità ordinaria e dell'aria circostante.
Quindi, la dinamica di un'esplosione sarebbe caratterizzata da una serie di curve sovrapposte a ciascuna delle quali apparterrebbe uno dei parametri dimensionali universali e cioè la pressione, la velocità, il tempo, le distanze, l'energia (dirompente, d'inerzia e di calore disperso) ed infine la gravità.
Se nella deflagrazione intervenissero livelli energetici più elevati, alle suddette curve potrebbero aggiungersi anche elementi quantistici i quali, come sarà descritto in seguito, avranno predominanza nella costruzione delle curve medesime.
Nell'analisi di un'esplosione prodotta in un ambiente "terrestre" si può normalmente osservare la citata famiglia di curve generalizzate. Queste dipendono ovviamente dai fattori descritti prima ed i grafici ne mostrano l'evoluzione.
Dapprima vi sarà, infatti, un notevole aumento della pressione all'interno del contenitore. Successivamente il contenitore si aprirà liberando il suo contenuto che sarà inizialmente ostacolato dalla forza d'inerzia dei materiali stessi (compreso i frammenti del contenitore), dalla pressione e dalla densità del mezzo esterno.
La dilatazione del materiale esploso sarà, inoltre, ridotta dal suo immancabile raffreddamento, quindi, vi saranno molte cause di riduzione del moto centrifugo del materiale medesimo che alla fine terminerà con una sua distribuzione entro una sfera di raggio ben delimitato.
Se il materiale fosse di densità variabile, la forza d'espulsione cesserà in tempi differenti per ciascuna singola particella. La distribuzione di queste ultime sarà dipendente dalla massa delle medesime e per una singola esplosione, vi saranno diverse famiglie di curve, ognuna con forma specifica dipendente dal valore dai citati fattori.
Il risultato di tale evento, se applicato alla teoria del Big-Bang, porterebbe sicuramente alla costituzione dell'attuale universo che, infatti, è caratterizzato da un'estrema disomogeneità del materiale esploso e da una limitazione dell'estensione fisica.
Ciò vale anche se l'universo primitivo fosse pensato come una gigantesca nuvola di particelle ancestrali che via via, raffreddandosi, si trasformarono inizialmente in polveri e, successivamente, si coagularono in galassie. La forza di gravità compì il resto del lavoro.
Attualmente l'universo si troverebbe nel secondo terzo delle curve di figura 6.
Ad un tale modello si oppongono però i seguenti elementi contraddittori:
I punti contraddittori appena indicati porterebbero verso un modello ancestrale completamente differente. Non c'è alcun motivo preciso per sostenere la teoria del Big-Bang ma, di contro, non ci sono nemmeno motivi validi per non ammettere la generazione di quest'universo determinata da un'esplosione iniziale!
Analizzando i residui cosmici oggi disponibili, si rilevata una forte coerenza dei materiali che li compongono anche se i medesimi sono distribuiti nello spazio in un modo piuttosto caotico; infatti, le stelle sono formate dagli stessi elementi chimici. I pianeti variano di grandezza e di sostanza ma genericamente rispetterebbero le regole più o meno note per il sistema solare.
Insomma, non v'è il minimo dubbio che ciò derivi da una sola matrice e l'asimmetria generale potrebbe essere dovuta alla collisione di corpi preistorici. L'energia prodottasi nell'impatto avrebbe distrutto gli elementi iniziali in un lampo. Successivamente e grazie alla probabile differente composizione di questi corpi, si sarebbero formate le attuali strutture energetiche, cioè la particella positiva e la particella negativa e così via.
E' possibile individuare un tale risultato anche osservando il prodotto delle collisioni ottenute tramite gli esperimenti nucleari ad alta energia (figura 7). Questa comparazione determinerebbe anche un nuovo concetto sulla reale disomogeneità di scala dell'universo. Da qualsiasi parte si guarda si ritrovano gli stessi elementi ma aggregarti in modi differenti. Ciò giustificherebbe pienamente la strana dislocazione delle galassie, la loro grandezza e vetustà.
Quindi, alla luce di tutto questo, un universo fortemente asimmetrico potrebbe essersi generato in due distinti modi: dall'esplosione di un unico ed omogeneo nucleo iniziale avvenuta in una zona occupata da qualcosa di sconosciuto ma fortemente eterogeneo (Big Bang), oppure dalla collisione di due corpi ancestrali di cui è poco importante conoscere la forma e la composizione. La prima di queste due ipotesi sarebbe sostenibile se, come già detto, alla base di tutto il creato si riscontrasse almeno la presenza due forme d'energia di base.
Al momento, l'unica forma d'energia nota è quella dovuta ai fotoni che pur manifestandosi in modi differenti mantengono un'identità qualitativa costante. Qualsiasi interazione energetica, infatti, dalla semplice luce di una candela al decadimento di una particella nucleare, emerge sempre energia raggiante.
Sia questa più o meno potente è riconducibile sempre alla medesima struttura energetica. Si potrebbe obiettare che esiste anche il tempo, la forza di gravità, le forze intranucleari e di coesione, ecc. e se anche queste forze non derivassero in qualche modo dall'energia fotonica o non fossero riconducibili alla medesima, il problema del Big-Bang sarebbe risolto definitivamente. Di conseguenza, l'universo poteva essere generato solo dall'esplosione di una palla d'energia in un ambiente non uniforme.
Oggi si formulano talune ipotesi in merito alla "materia oscura" che abbonderebbe in un universo definito inflazionario (cioè particolarmente abbondante rispetto alla sua estensione spaziale).
Tale materia non sarebbe rilevabile dai telescopi e dai radiotelescopi perché è piuttosto fredda e quindi non emetterebbe alcuna radiazione osservabile con gli strumenti disponibili. Ciò si deve alla sua rarefazione che ne impedisce il surriscaldamento.
La presenza di questa materia giustificherebbe la pressione gravitazionale che tende a schiacciare le stelle e che un giorno distruggerà l'universo ma la sua forte attività è alquanto ingiustificata dal momento che è poco interattiva con le forze cosmiche ordinarie.
D'altronde è anche possibile che l'estensione spaziale di questa materia sia così elevata da far coincidere la sua pressione energetica con tutta la forza di gravità generata dall'intero cosmo.
Questa è un'ipotesi accettabile che supporta ampiamente la teoria di un Big-Bang prodottosi in un ambiente (esterno) non omogeneo!
A questo punto, la materia oscura si comporterebbe come una spugna che assorbe tutta l'energia prodotta dal cosmo durante la sua evoluzione e la restituirebbe nel momento in cui il medesimo tornerà ad essere una "piccola palla" fredda di materiale super compresso.
E' uno strano tira-molla ma riproporrebbe un'eternità di Big-Bang e Big-Crunch: è l'idea che al momento va per la maggiore.
Infine, per concludere, vi sarebbe stata una sola creazione e vi saranno infinite trasformazioni d'energia materia e viceversa. Queste ultime sarebbero del tutto simili tra loro?!
FINE DELLA SECONDA PARTE
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