End Of Space
Tesi fantascientifica romanzata
(seconda parte)
Capitolo 2. La partenza
Rolf usciva soprappensiero dalla sala di comando sfogliando le pagine di un pesante manuale di navigazione stellare ed in quel mentre finì per scontrarsi con Lyha che sopraggiungeva piuttosto frettolosamente.
"Hops! Scusami Lyha, ma ero assorto… il capitano mi ha assegnato un mucchio di compiti e non so da dove cominciare!", esclamò Rolf chinandosi per raccogliere qualche documento finito in terra.
"Non preoccuparti, anzi, stavo cercandoti perché volevo discutere con te di alcuni particolari del viaggio, poi eventualmente potrei aiutarti a completare il tuo lavoro, che ne dici?"
"Beh, se poi prometti di farmi compagnia anche per la cena… si potrebbe vedere…"
"Ok Rolf, però iniziamo subito perché ho fretta. Il primo dei quesiti da risolvere è relativo alla rotta. Da che parte ci dirigeremo? Mi è stato chiesto di tracciare la rotta più favorevole ma da che parte devo puntare i motori se su questa strana astronave di motori non se ne parla nemmeno?"
"Lyha, hai perfettamente ragione! Il capitano mi ha chiesto di estrarre tutte le mappe stellari caratterizzate dalla più ampia angolazione, in pratica solo le carte delle galassie senza riferimenti planetari. Il nostro viaggio non sembra essere un vero e proprio viaggio ma una specie di estrazione a sorte! Sembrerebbe quasi che le mappe serviranno dopo che saremo giunti da qualche parte dell'universo, più o meno per capire dove saremo finiti!"
"Vuoi dire che hai la sensazione d'intraprendere un viaggio senza ritorno?"
"Vuoi dire che Sibx non ci ha detto tutta la verità?"
"Non è da escludersi, oppure il capitano ci ha riferito solo in parte del suo colloquio con Sibx. Supponi che ci siano difficoltà nel tornare a casa, o meglio anche se viaggiassimo a tempo zero quante migliaia di tentativi dovremo fare prima di ritrovare almeno la nostra galassia una volta che ci saremo portati al di fuori dell'universo? Nello spazio non c'è segnaletica stradale ed i radiofari non hanno una copertura così profonda. D'altro canto un segnale inviato dalla Terra per una serie di motivi non giungerà mai ai confini dell'universo se non per un caso fortuito"
"Mi stai spaventando Rolf, sei convinto di quello che stai dicendo?"
"Ma certo! Sperduti nello Spazio! Sembra quasi il titolo di un film… però, nonostante tutto sono convinto che il capitano saprà riportarci indietro, sai, sembra che lui non ha mai perso un vascello durante l'ultima guerra!"
"Ho capito, forse dovrei selezionare una serie di orbite astrali che individuino tutti i principali sistemi galattici in modo che da qualsiasi angolazione si potrà rilevare una rotta verso casa?!"
"No Lyha, a noi servirà soltanto sapere più o meno dove ci troveremo in un certo momento! Questa nave è stata costruita non per muoversi lungo una rotta, un'orbita o quant'altro. Questa nave in una frazione di tempo indefinita comparirà in un certo punto dello spazio! Un punto varrà l'altro ma senza possibilità direzionali. Se giungeremo in prossimità della Terra ci saranno i sistemi di scalo spaziale a trasferirci a destinazione. Prima però dovremo agganciare almeno un'orbita lunare, come avviene normalmente per i grandi cargo siderali ed è questo il punto! La terra e la Luna non sono facilmente individuabili, nemmeno il Sole rappresenta un'unità di riferimento intergalattica considerevole. Normalmente la triangolazione è fatta con base Alpha Centauri e Vega ma questo significa essere già all'interno Via Lattea. Per quello che penso il ritorno sarà piuttosto difficile!"
"Comincio a capire. Non mi era mai capitato di tracciare rotte di questo tipo..", soggiunse Lyha lasciando trasparire la sua preoccupazione per il futuro viaggio, "forse farò bene a portarmi una buona scorta di cosmetici per il mio maquillage!"
In quell'istante un forte rumore scosse l'astronave facendo sobbalzare Lyha che finì letteralmente tar le braccia di Rolf.
"Non spaventarti Lyha, dovrebbero aver lanciato i radiofari equipaggiati con i nuovi pulsar… sai, dovremmo agganciarci a loro almeno per ritrovare la Terra ma solo dopo che saremo rientrati nella Via Lattea. I radiofari ci serviranno per individuare Alpha Centauri e Vega visto che anche loro sembreranno due piccole stelle quando le cercheremo. Rientrando dal confine estremo avremo bisogno di una radioguida non direttiva".
"Ho capito", soggiunse Lyha, "ma non funzionerà perché i radiofari dovranno viaggiare ad una velocità non superiore ad un quarto della velocità della luce altrimenti l'effetto Doppler non potrebbe manifestarsi. A tale velocità non arriveranno mai ad una distanza tale da facilitarci l'orientamento! In futuro dovrete contare soltanto sul mio intuito, ammesso che ne abbia!".
Detto questo il Capitano uscì frettolosamente dalla sala probabilmente per continuare a diffondere la notizia al resto dell'equipaggio.
Lyha si avvicinò a Rolf e gli disse "Ok per questa sera, non credo che potremo passare ancora una serata insieme qui sulla Terra!"
"Su, non essere pessimista, vedrai che andrà tutto bene! Dal mio punto di vista non esistono problemi, poi, tutto sommato vivere sulla Terra o su un altro pianeta che differenza fa?! Dopo tanti anni trascorsi sulle astronavi e le emozioni che provo ogni volta che scendo su un nuovo pianeta mi hanno cancellato quest'esigenza! Bene Lyha, allora ci vediamo intorno all'ora di cena, passerò io a prenderti". Poi Rolf si congedò e continuò il suo lavoro.
Il mattino dopo il Capitano Lynd volle fare un discorso all'equipaggio che si era radunato nella sala sotto la plancia di comando dell'astronave.
"Ragazzi!", iniziò subito lui, "oggi è un giorno molto importante per l'umanità perché se il nostro viaggio avrà successo potremo dire che l'intero universo rappresenta un confine troppo stretto per le nostre capacità! Potremo quasi paragonarlo al giardinetto di casa nostra!
Vi ringrazio per la vostra dedizione e… vi auguro buon viaggio!"
Subito dopo ciascun membro dell'equipaggio raggiunse rapidamente il proprio posto; furono accesi tutti i sistemi di controllo e di comunicazione. Poi fu aperto il gigantesco pannello che separava la vasca dei delfini ed accese le luci di volo.
Dall'altoparlante della sala si udì la voce metallica del traduttore cibernetico: "Salve Capitano, noi siamo pronti ed attendiamo il suo ordine per iniziare il trasferimento!"
Era Sibx che parlava ed il Capitano gli rispose immediatamente: "Per me è tutto Ok, potete iniziare subito il trasferimento"
"Ricevuto Capitano, iniziamo subito ma non spaventatevi per quello che vedrete, siete in buone mani, anzi, in buone pinne!".
Capitolo 3. In viaggio!
Con l'equipaggio schierato ai propri posti, il Capitano dette l'ordine di partenza. Uno strano silenzio permeava l'astronave, non si udiva un solo rumore e tutti erano nell'immobilità più completa. Qualcosa stava accadendo e lo segnalavano gli strumenti di bordo, sembrava che il tempo stesse rallentando. D'un tratto i contorni della strumentazione e degli arredi di bordo cominciarono a colorarsi di un verde fluorescente; poi, pian piano anche i contorni delle persone assunsero tale colorazione ma nessuno osava parlare.
Una sottile nebbia dello stesso colore coprì tutte le persone e gli oggetti. Improvvisamente negli altroparlanti si udì la voce metallica di Sybx che diceva:
"Ci siamo quasi, non preoccupatevi di quanto sta accadendo!".
Subito dopo le immagini dei corpi si dissociarono, si vedevano i soggetti originali e la loro immagine verde fluorescente spostata di qualche centimetro quasi come in un fotomontaggio. Un brivido percorse il Capitano allorché provò a muovere le mani per cercare di capire cosa stesse accadendo. Egli si rese conto che la sua coscienza era nell'immagine fluorescente, il suo corpo reale era distante, distaccato e sembrava irraggiungibile.
D'un tratto, l'astronave si sollevò ed arrivò quasi a toccare il soffitto della sala che era posto a circa dieci metri d'altezza rispetto al pavimento. Guardando verso il basso dagli oblò si scorgevano tutte le apparecchiature ma anche l'involucro sferico dell'astronave, segno evidente che si era prodotto un distacco fisico. Il Capitano, l'equipaggio, Sybx ed i suoi collaboratori appartenevano ormai ad un altro mondo, al mondo dell'irreale, della metafisica. Sembrava che non ci fossero più contatti con gli oggetti veri quelli cui era abituato all'uso.
Di nuovo la voce di Sibx gracchiò negli altoparlanti: "Bene, ora siamo pronti per il grande balzo! Capitano può muoversi liberamente ma attenzione, né voi né l'equipaggio potrete concentrarvi su ricordi personali, potrebbero interferire con la missione!".
L'equipaggio ed il Capitano si guardarono tra loro meravigliati per il loro aspetto. I loro corpi, infatti, come tutti gli altri oggetti dell'astronave erano pressoché trasparenti ed erano definiti dal solo contorno verde fluorescente. Era divenuto tutto così irreale che sembrava di essere in un sogno.
Lyha era spaventata, il Capitano lo intuì e cercò di aiutarla dicendole: "Lyha, non devi aver paura! Questa è una missione ad alto rischio ed è vero ma i nostri corpi sono laggiù, nell'astronave reale cui ci siamo appena distaccati! Non corriamo alcun pericolo, almeno credo…"
Lyha replicò immediatamente: "E' vero sono spaventata, questa situazione mi ricorda i sogni, anzi gli incubi! Poi, l'essere diventata trasparente mi fa sentire un po' in disagio!", concluse Lyha allegramente per far capire agli altri che si era tranquillizzata.
Intervenne Frank: "Scusatemi da devo farvi notare che non state comunicando attraverso la voce! Mi sono accorto che so quello che state per dire prima che voi muoviate le labbra. Probabilmente non ce n'è nemmeno bisogno, basta solo pensare a quello che volete dire. Provate!".
Lyha pensò immediatamente: "Allora la nostra inesistenza è completa… ma cosa siamo diventati?!".
All'improvviso le pareti dell'astronave e tutti gli oggetti di bordo sparirono, lo spazio circostante cambiarono completamente d'aspetto. Ora si vedevano le immagini dell'equipaggio ed i corpi di Sibx e dei suoi aiutanti che fluttuavano in uno spazio luminoso e privo di confini. Al di fuori di questi corpi non c'era nient'altro in questo spazio.
"Sibx, cosa sta succedendo" gridò il Capitano e Sibx rispose:
"Siamo appena usciti dallo spazio reale e siamo entrati nella dimensione X, quello che vedrete da questo momento in poi è una realtà parallela che creerete con la vostra fantasia! Attenzione, dovete assolutamente evitare di pensare a ricordi personali perché potrebbero materializzarsi nella vostra epoca ed in qualche modo riflettersi su questa missione!"
"Cosa vuoi dire? Adesso noi siamo in grado di modificare il nostro futuro?"
"Si!", rispose prontamente Sibx, "ma non solo, in questo momento noi stiamo creando il nostro futuro e probabilmente anche quello di altre persone, ricordatevi che qui siamo a tempo zero, è l'origine di tutto il mondo reale! Ora, Capitano, dobbiamo ritornare nello spazio reale perché dobbiamo completare la prima tappa di avvicinamento ai confini, ricorda il piano di volo…?"
Il capitano annuì ed all'improvviso ricomparvero le pareti della nave e gli altri oggetti. Il Capitano pensò che in questo tipo di viaggi la strumentazione di bordo serviva a ben poco. La struttura della nave non si stabilizzò definitivamente ma rimase ad un certo livello di trasparenza ed era contornata dalla luce verde fluorescente. Egli immaginò che Sibx non aveva materializzato del tutto l'astronave ma la manteneva sospesa per evitare di trovarsi in qualche difficoltà fisica del mondo reale, ad esempio troppo vicini ad una stella oppure all'interno di qualche pianeta.
Sibx gli aveva comunicato che esisteva una rara possibilità di trovarsi in una di queste condizioni pericolose pertanto, prima di materializzarsi definitivamente, era meglio scoprire la propria posizione nello spazio.
Il Capitano si guardò intorno ed attraverso le pareti dell'astronave ancora trasparenti scorse in lontananza ed in qualsiasi direzione, un'immensa distesa di lontanissime galassie. Egli capì che in quei pochi minuti di viaggio avevano traversato quasi tutto l'universo, una lacrima solcò il suo viso non appena si rese conto che era impossibile individuare la posizione della Via Lattea e che forse non avrebbe mai più rivisto la Terra.
Questo era il suo sospetto, Sibx gli aveva detto che si poteva ritornare a casa solo se riuscivano ad inquadrare almeno la galassia giusta! Dalla distanza cui si trovavano ora era praticamente impossibile trovare la strada di ritorno.
Sibx in quel momento comunicò all'equipaggio la situazione corrente: "Attenzione, al momento ci troviamo a circa il 75% della distanza dal centro dell'universo reale ma non ne siamo usciti. Ora faremo un nuovo balzo!".
Subito dopo le pareti dell'astronave sparirono nuovamente e ricomparve lo sfondo luminoso nel quale tutto l'equipaggio tornava a fluttuare. Non passò molto tempo che Sibx annunciò ancora: "Ora dovremmo essere giunti oltre lo spazio fisico, guardate con attenzione ciò che comparirà ai nostri occhi perché credo che sia la prima volta che qualcosa proveniente dall'universo reale si porta oltre l'universo medesimo!".
Sibx riportò l'astronave e tutto ciò che era a bordo nella condizione di semitrasparenza. I Capitano fu il primo a rendersi conto di trovarsi realmente oltre il confine dell'universo. Egli vedeva in lontananza una sola ed unica piccola macchia luminosa. Egli osservò stupefatto questa piccolissima macchiolina che sembrava espandersi lentamente.
"Frank, cosa ne pensi?", esclamò il Capitano e Frank rispose quasi subito: "E' fantastico ma ho un dubbio: è l'effetto della distanza che ci fa sembrare l'universo come questa piccola sfera o, al contrario, siamo noi che ci siamo espansi all'inverosimile?".
Intervenne Lyha: "Forse è meglio chiedere a Sibx di non materializzarci del tutto! Secondo me subiamo l'effetto del campo extra universale HES che in base alla teoria di Finn dovrebbe far esplodere la materia, quindi noi siamo diventati così grandi da avere difficoltà ad individuare l'intero universo reale… ma cos'altro c'è qui intorno?!", esclamò Lyha girando la testa in tutte le direzioni.
Un senso di sgomento la colse man mano che ruotava la sua testa, ogni tentativo di scorgere qualcos'altro era inutile. In tutto quello spazio c'erano loro e quel piccolissimo puntino che rappresentava l'universo dal quale provenivano.
All'improvviso lei si rese conto che tutta la scienza umana, la teologia e la filosofia che per millenni avevano pilotato la razza umana ora non erano altro che inutili e banali ricordi. La vita stessa aveva perso di significato e non c'erano obiettivi che potessero darle un senso, allora Lyha cominciò a pingere e singhiozzando disse:
"La prego Capitano, mi riporti indietro, finirò coll'impazzire se non esco immediatamente da questo sogno!".
La coscienza del Capitano non si trovava in una situazione migliore, anche in lui si era scossa quella sensazione di inutilità che aveva affranto Lyha; egli colse l'occasione per dare l'ordine di rientro nell'universo reale:
"Signori, ciò che abbiamo visto, ammesso che non sia una mera illusione ottica o qualcos'altro, dovrà essere trasmesso al nostro mondo. C'è qualcuno che desidera commentare l'accaduto!?".
Passarono alcuni interminabili minuti ma nessuno aveva voglia di parlare. Evidentemente l'angoscia permeava tutto l'equipaggio ed allora il Capitano ordinò a Sibx di procedere immediatamente al rientro nell'universo reale.
By
L. R. © ® 2000
"Si Lyha, ho pensato molto a quello che ha detto il capitano durante la riunione di oggi! Sono piuttosto convinto che c'è un motivo ben preciso per il quale Sibx e la sua gente colonizzano l'intero universo, non certo lo fanno a scopo filantropico!"
Il Capitano Lynd entrò raggiante dicendo "Ragazzi, domani si parte! Finalmente Sibx ha fatto il pieno di zuccheri e proteine, lui ed i suoi amici sono pronti per l'operazione di trasferimento. Alle nove di domani mattina darò il via all'operazione, per quell'ora fatevi trovare ai vostri posti…"
Capitolo 4. Il rientro
Sibx portò l'equipaggio e l'astronave nella condizione di fluttuazione e subito dopo riportò tutto nello stato fluorescente.
L'universo riprese forma e si sentì Lyha che tirò un profondo respiro di sollievo.
Frank nel frattempo era rimasto impassibile, lui immaginava già da prima la possibilità che l'universo avesse un limite ben preciso e che, guardato da di fuori, sarebbe divenuto un piccolo ed insignificante puntino luminoso anche se unico in un "nulla" veramente tale ma una cosa l'aveva colpito ed era la reale possibilità di trovarsi oltre tale confine. Egli stava ragionando pesantemente su questa condizione ed alla fine esclamò:
"Ho trovato! Se noi ci fossimo materializzati completamente nello spazio circostante l'universo, avremmo contemporaneamente distrutto l'universo reale e noi saremmo diventati un nuovo universo reale anzi, tanti universi quanti sono gli elementi cui è composto l'equipaggio e l'astronave! L'universo, quello attuale per intenderci, sarebbe andato distrutto perché la mancanza della parte reale che abbiamo in noi avrebbe generato un vuoto di materia rendendolo instabile ed alla fine lo avrebbe annichilito. La materia che trasportiamo, invece, sarebbe esplosa disintegrandosi in tanti pallini luminosi ciascuno dei quali poteva contenere un intero universo!
Quindi, l'universo attuale è stato generato da un'entità ora irriconoscibile ma che si è trasformata in quel pallino che abbiamo visto e che ancora sta esplodendo! L'universo continuerà la sua espansione fino ad occupare teoricamente tutto lo spazio HES, allora la distanza tra gli oggetti stellari sarà cosi grande da renderli inutili!".
"Non credo che sarà proprio così!", soggiunse Rolf, "Man mano che l'universo entra nello spazio HES tutti gli oggetti si espandono, un po' come abbiamo fatto noi, quindi le proporzioni saranno mantenute e dall'interno nessuno s'accorgerà di niente!"
"Hai ragione, dovrebbe essere proprio così!", concluse Frank.
Nel frattempo l'astronave era stata materializzata per poter utilizzare la strumentazione di bordo al fine di rilevare la posizione nell'universo reale. Sibx annunciò:
"Capitano ho difficoltà ad individuare le galassie!".
Il Capitano intervenne immediatamente: "Vuoi dire che ci siamo persi?!"
"Si Capitano, non riesco a capire da quale parte siamo rientrati in quest'universo. Nell'apparenza sembra che siano trascorsi centinaia di migliaia di anni!".
Intervenne Rolf: "Le distanze sono cambiate e trovo il red shift spostato di almeno quattro righe spettrali ciò significa che siamo rientrati dopo circa venti milioni di anni dalla nostra partenza!"
Il Capitano s'infuriò e disse: "Sibx, non ci avevi detto che potevi commettere quest'errore nel rientro, ora che facciamo… navigheremo all'infinito? Oppure cominceremo a saltellare qua e là dal confine fino a trovare la nostra epoca?"
"Capitano ho paura che invece dovremo trovare al più presto un pianeta stabile su cui attestarci, c'è uno dei miei aiutanti che ha un impellente bisogno di rigenerarsi. Lo sforzo è stato notevole, non lo avevamo previsto così intenso!"
"Va bene", disse il Capitano, "ma riprenderemo questo discorso più tardi!"
Sibx ed i suoi aiutanti spostarono più volte la nave nello spazio intergalattico ed alla fine, quasi per caso, individuarono un pianeta molto simile alla terra. C'era un oceano e delle zone coperte da un verde intenso e brillante.
Fu deciso di scendervi immediatamente lasciandosi trasportare dalla forza di gravità di quel pianeta, Sibx regolava il peso dell'astronave in modo da farla planare dolcemente sulla superficie. Finalmente l'astronave si depositò sul terreno circondata da un mare che ricordava molto uno degli oceani terrestri. Al di fuori di una incantevole e multiforme vegetazione, non si notavano altri animali od insetti. Evidentemente il ciclo d'evoluzione biologica di questo pianeta era ancora in uno stato pre-zoologico.
Appena l'astronave si materializzò definitivamente l'equipaggio valutò la possibilità di uscire senza scafandri perché il pianeta era piuttosto simile alla Terra. Tutto sembrava adatto alle caratteristiche umane ed allora il Capitano dette l'ordine di uscire dalla nave spaziale. Subito dopo vennero aperti grandi portelli dello scafo e fu estratta la vasca ove risiedevano Sibx ed i suoi collaboratori. Essi furono portati sulla riva e pian piano la loro vasca fu immersa in quello che sembrava un oceano terrestre.
Sibx uscì immediatamente dalla vasca e fece un lungo giro di perlustrazione nel profondo di questo mare, poi tornato indietro, chiamò il Capitano e gli disse:
"Questo pianeta è veramente bello e nelle acque ci sono molti pesci quindi c'è possibilità di sopravvivere. Ora abbiamo bisogno d'un po' di riposo poi potremmo pianificare il nostro ritorno a casa anche se mi sembra impossibile tornare indietro nel tempo, nella nostra epoca. Non abbiamo pensato che fuori dall'universo reale le coordinate spazio tempo non hanno più significato ed un istante può spostare gli orologi di un'infinità, come è appena accaduto.
Purtroppo nel passato non si torna perché è rappresentato da energia trasformata ed in qualsiasi verso tentiamo lo spostamento continuiamo a trasformare energia, cioè costruiamo comunque il futuro! Capitano, se non ha altre ipotesi, dobbiamo accettare questa realtà! Ora noi ci prenderemo un piccolo periodo di riposo, per rigenerarci. Torneremo su questa spiaggia tra un po' di tempo, poi discuteremo il nostro futuro! Addio!".
Il capitano si era già reso conto della situazione e salutò Sibx con un cenno della testa. Egli si girò all'indietro per parlare all'equipaggio allorché vide Lyha e Rolf che si erano abbracciati, lì poco distanti, udì Lyha che diceva:
"Sai Rolf, io e te su questo strano pianeta, non ti senti un po' come Adamo?!". Rolf comprese al volo ciò che Lyha intendeva ed arrossendo in volto, la strinse tra le braccia.
Alla vista di questa scena il Capitano trattenne a stento un forte sorriso e pensò che in un modo o in un altro, in fin dei conti la sua missione aveva avuto successo!
*** FINE ***
By  romano_l@libero.it © ® 2000
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI ALL'AUTORE