Il processo ai criminali nazisti
Si è concluso a Trieste nell'aprile 1976, a distanza di trent'anni, il processo ai responsabili dei crimini commessi durante l'occupazione tedesca alla Risiera di San Sabba. Erano accusati, fra gli altri, due nazisti: Joseph Oberhauser, un birraio di Monaco di Baviera, e l'avvocato August Dietrich Allers di Amburgo. Il primo era il comandante della Risiera, il secondo era il suo diretto superiore fin dal tempo del "Tiergarten 4", il centro organizzativo dell' "operazione eutanasia" dei minorati mentali e fisici della Germania e dell'Austria. Alla sospensione, in seguito alle proteste levatesi in tutta la Germania da parte di coraggiosi uomini di chiesa, del programma di eutanasia -secondo i dati del tribunale di Norimberga erano già state eliminate in nome dell' "igiene razziale" 275.000 cosiddette bocche "inutili" - il personale del "T4" passa in Polonia ove, nel quadro della "soluzione finale", organizza i campi di sterminio di Treblinka, Sobibor, Belse, Majadanek e Chelmo. Le fonti ufficiali polacche -le più prudenti- stimano in circa due milioni gli ebrei e in 52.000 gli zingari (dei quali circa un terzo bambini) uccisi in questi campi. Terminato il proprio compito in Polonia, questa gente, tra loro c'è Franz Stangl, il "Boia di Treblinka", ritenuto responsabile da un tribunale tedesco della morte di 900.000 persone, ed Erwin Lambert, lo specialista nella costruzione di forni crematori, viene inviato in Italia e si stabilisce a Trieste. Al processo per i crimini della Risiera di San Sabba il banco degli imputati è rimasto vuoto: parecchi di essi erano stati giustiziati dai partigiani, altri sono deceduti per cause naturali. August Dietrich Allers è morto nel marzo 1975, Joseph Oberhauser è rimasto a vendere birra a Monaco. La giustizia non ne ha chiesto l'estradizione in quanto gli accordi italo-tedeschi che regolano questo istituto su limitano ai crimini successivi al 1948. Il processo si è concluso con la condanna dell'Oberhauser all'ergastolo. Il criminale nazista è deceduto all'età di 65 anni il 22 novembre 1979.
Dunque, un processo inutile? Al di là dell'originaria impostazione processuale che aveva tentato un'incredibile e ingiuriosa distinzione fra "vittime innocenti" e "vittime non innocenti", al di là di una logica formalistica che ha voluto dissociare i fatti criminosi dalle loro radici storiche e politiche, al di là di una condanna mai scontata, resta il fatto che alfine si è incrinata la coltre di silenzio scesa per oltre trent'anni sul lager di San Sabba.
Simon Wiesenthal, un ebreo che ha dedicato tutta la sua vita a far luce sui crimini nazisti e a ricercarne i responsabili, ha detto in merito al processo: "Non è solo un'esigenza di giustizia, ma anche un problema educativo. Tutti devono sapere che delitti come questi non cadono sul fondo della memoria, non vengono prescritti. Chiunque pensasse ad un nuovo nazismo o ad un nuovo fascismo deve sapere che, alla fine, sarà sempre la giustizia a vincere. Anche se i mulini della giustizia macinano lentamente".
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