Realizzato e curato da Antonino Scarpaci
Carta di riso

Ho visto la sofferenza dipinta sul tuo volto
con mano leggera
con sfumature d'ombra e di luce

Il tuo riso curvarsi
coprendo i denti bianchi
velato mistero
di carta di riso
lacrime e petali neri.

A.Scarpaci

Cieli solidi

Di giorno ho paura a gurdare il cielo
la presenza ingombrante del sole
mi lascia stordito
come un albero troppo alto
in una giornata di vento

mi chiudo in una stanza
buia
rimango senza corpo
cammino su cieli solidi.

A.Scarpaci

Com'eri

La notte mi sveglio
madido di sudore
la mente presa dal delirio della ragione

e i fiori che mi hai regalato
si sono appassiti
ne farò una ghirlanda

e i baci che mi hai dato
si sono appassiti
ne farò una corona

non ricordo più com'eri.

A.Scarpaci

Le stesse vecchie lacrime

Ho viaggiato per decenni
sulle rive di ogni mare
con il cuore frantumato
ad ogni schianto d'onda.

Mi dicevi
"non ho paura assieme a te"
io pensavo di non poter amare più di tanto
e le mie labbra erano di un rosso vermiglio
e le tue come fragole mature.

Ci hanno rubato i sogni
adesso
di te mi rimangono
le stesse vecchie lacrime che piansi allora.

A.Scarpaci

L'immagine

In uno specchio
appannato
la tua immagine
mi sorride eterea senza tempo

i tuoi denti bianchi
i tuoi capelli neri
nascosti dietro un velo
di nostalgica pazzia.

A.Scarpaci

Tu mi baci

Tu mi baci
mentre ti stavo per dire addio
ti stacchi da me
gli occhi come due perle nere
la bocca rossa come sangue
i capelli arruffati

inizio a parlarti
con gli occhi bassi
"sai....io..."
tu mi assali
mi stringi
"ti amo come un fiore ama la terra!"
mi dici

ho le labbra tremanti
ti spezzerò il cuore.

A.Scarpaci

Lucciole nere

Mi chiedesti "Tu mi ami?"
ma ti amavo troppo per dirti di si
piangesti
lacrime nere.

Mi chiedesti "Staremo sempre assieme?"
ma avevo il cuore troppo pieno di te per dirti si
versasti
lacrime nere.

Lucciole nere illuminano la mia notte
e tu non puoi capire
le parole che non posso dire.

A.Scarpaci

Un angelo

Mi chiamavano angelo
ma le mie ali erano nere
bruciate dal volo
rotte nello schianto.

Mi chiamavano angelo
ma la mia veste era sudicia
logorata dagl'anni
strappata sui marciapiedi.

Mi chiamavano angelo
ma la mia anima vive una sola notte buia
e come la luna non do risposte.


A.Scarpaci

La luna

Hai visto come splende la luna stasera
e quant'è grande così bassa fra i monti
sembra carezzare le punte dei pini
e le ferite dei miei sogni infranti.

Vedi come lascia la scia su quel lago, la luna,
di tante piccole stelle d'argento
come in uno specchio, a far invidia per gioco
alle luci del firmamento.

Ascolta com'è silenziosa la luna
e come tutto tace intorno.

A.Scarpaci