Canta per farmi addormentare, sono
stanco, anche se non voglio andare a letto. Non provare
a svergliarmi al mattino, altrimenti dovrò andare
via. Non essere triste, nel fondo del mio cuore questo momento
non ha fine. Canta per me, dopo stanotte non mi voglio svegliare
a casa mai più.
Il tramonto tingeva di rosso i ciottoli
della baia di Kalami, due bagnanti si attardavano al rientro.
Noi, seduti sui gradini di una chiesa, ascoltavamo in silenzio
la risacca delle onde. Lontani da tutti.
Chiudi gli occhi, è finito
il giorno, è il momento di traghettare oltre il fiume
del tramonto (dove sei, a quest'ora, fanciulla che mi dai
l'incubo dell'immobilità?).
Seduto sulle scale di Piazza di Spagna,
turisti si godono il sole del tardo pomeriggio, i piedi
stanchi per il troppo girare.Meravigliosamente mi annoio.
Poi un'amica ti chiama e ti costringe
ad uscire, non bastano le scuse: stavo studiando, ancora
mi devo lavare, devo andare presto a lavoro. Ma si , forse
il sole non mi ucciderà. E' la vita che preme contro
le pareti del "non fare".
Non chiamarti perchè mi sentirei
un idiota, perchè sarei patetico, perchè sarebbe
meglio finirla prima di farsi più male. Così
scelgo il dubbio schiacciante del silenzio.
Ho buttato tutti quelle frasi che
ci scrivevamo, ho cancellato tutte le tue tracce, ho rimosso
meticolosamente tutto ciò che ti riguardava, per
impedirmene la vista. Non mi rimane che il fondo dell'anima
da pulire, ma lì non ci sono mai arrivato.
Stanco di sperare, vorrei certezze
ma poi le rifuggo, vorrei il sole e spiagge affollate ma
poi cerco la notte e il silenzio delle sue strade. Combatto
col mio opposto, e chi vince sono sempre io, io l'altro.
E adesso c'è lei che come l'aria
è tutt'intorno, che come l'aria non vedo.E, come
sempre, tutto è triste e bello allo stesso tempo,
ci diciamo che non è normale (ma cos'è "normale"?).
Perchè noi siamo il canto ed il controcanto, la striscia
di luce che ti fà capire quant'è buia una
stanza, il fischio lontano che ti fà capire in quanto
silenzio hai vissuto.