Divenire contro la stanchezza, l'inerte, il quotidiano. "In questo senso divenire tutti, fare della gente un divenire, è far mondo, è fare un mondo o dei mondi, ossia trovare vicinanze e zone di indiscernibilità."
(G. Deleuze - F. Guattari)
"I drogati, i masochisti, gli schizofrenici, gli amanti, tutti i CsO ( Corpi senza Organi) rendono omaggio a Spinoza. Il CsO é il campo di immanenza del desiderio, il piano di consistenza proprio del desiderio (là dove il desiderio si definisce come processo di produzione, senza referenza a nessuna istanza esterna, mancanza che verrebbe a scavarlo, piacere che verrebbe a colmarlo) ogni volta che il desiderio é tradito, maledetto, strappato al suo campo di immanenza c'é un prete di mezzo."(1)
Il vero prete é quello che Freud ha chiamato principio di realtà; l'opposizione metodica, quotidiana, violenta al principio del piacere, al desiderio. Una volta strappati dal seno é un susseguirsi incessante di verdetti e inibizioni. Dalla famiglia alla scuola, dal villaggio alla metropoli sono territori di concentrazione carceraria in cui bisogna produrre individui addomesticati, pronti ad accettare una misera assegnazione al lavoro per un misero salario che permetta di riprodurre quotidianamente un misero organismo. "Il CsO urla mi hanno fatto diventare un organismo! Mi hanno piegato senza averne diritto! Hanno rubato il mio corpo proprio! Il giudizio di dio lo strappa alla sua immanenza e gli forma un organismo, una significazione, un soggetto. È lui, lo stratificato."(2)
Decostruire anche lo statuto epistemologico della psicoanalisi per articolare una nuova scienza, la schizoanalisi, scienza non assoggettata, terreno di svelamento del desiderio come piano di consistenza di un corpo. "Il torto della psicoanalisi é di avere inteso i fenomeni del corpo senza organi come regressioni, proiezioni, fantasmi, in funzione di una immagine del corpo. Per questo essa coglieva soltanto l'inverso e sostituiva già fotografie di famiglia, ricordi d'infanzia e oggetti parziali a una carta mondiale d'intensità. Non capiva nulla dell'uovo né degli articoli indefiniti né della contemporaneità di un ambiente che non smette di farsi."(3) Il percorso analitico di Deleuze e Guattari si condensa nell'analisi del viso, della viseità come momento di territorializzazione dello sguardo dell'uomo bianco occidentale, il Cristo. Cristo é il viso, un viso rivolto alla trascendenza.Trascendenza irraggiungibile, un approdo impossibile.per questo sostengono i due psichiatri francesi la maggior parte dei romanzi continentali, prodotti nell'Europa cattolica continentale si concludono nello scacco, nella rovina, nella distruzione. Il paradiso perduto, lasciato dietro nel seno materno, divenuto irraggiungibile appare nell'inconscio come parete bianca con due buchi neri, gli occhi che scrutano il paesaggio-seno bianco."Il romanzo francese é profondamente pessimista, idealista, critica della vita piuttosto che creazione di vita.Precipita i suoi personaggi nel buco, li fà rimbalzare sul muro.Concepisce viaggi solo organizzati, salvezza solo per la via dell'arte.È ancora una salvezza cattolica, ossia per l'eternità."(4) Una via di fuga é rappresentata dalla deterritorializzazione come tentativo di conseguimento di intensità di desiderio, negazione del punto nella linea, viaggio, on the road, essenzialmente descritto nei romanzi americani. "Disfare il viso non é facile.Vi si rischia la follia: é forse un caso che lo schizo perde simultaneamente il senso del viso, del proprio viso e di quello degli altri, il senso del paesaggio e delle sue significazioni dominanti.Il viso é una organizzazione potente."(5) Il viso come posto di assegnazione in una gerarchia é nell'orizzonte della significazione.Sfuggire a questa significazione é il desiderio, la trama libidinale. Non voler stare nel carcere.Ma ci devi stare, ci devi restare.Vuoi fuggire, ma sei costretto a restare.Allora il tic, il sintomo nevrotico. "Che cosé un tic? Precisamente la lotta sempre ricorrente fra un tratto di viseità che tenta di sottrarsi all'organizzazione sovrana del viso e il viso stesso che si richiude su questo tratto, lo riafferra, gli sbarra la sua linea di fuga, lo riassoggetta alla sua organizzazione."(6) "Disfare il viso é forare il muro del significante, uscire dal buco nero della soggettività.Il programma, lo slogan della schizoanalisi diviene qui: cercate i vostri buchi neri e i vostri muri bianchi, imparate a conoscerli, a conoscere i vostri visi, non c'é altra via per disfarli, non c'é altra via per tracciare le vostre linee di fuga."(7)
Il seno-muro bianco lasciato nell'infanzia deve diventare un nuovo progetto di vita nella mente e nelle pratiche delle nuove teste cercanti."Al di là del viso, un'altra inumanità ancora: non più quella delle teste primitive, ma quella delle teste cercanti in cui le punte di deterritorializzazione diventano positive, assolute e formano nuovi strati divenire, nuove polivocità, divenire clandestino, fare ovunque rizoma, per la meraviglia di una vita non umana da creare.Viso, amore mio, ma divenuto alla fine testa cercante.Anno zen, anno omega, anno
?."(8) L'anno zen, l'anno zero é l'anno dei segmenti, i morceaux della storia tentano attraverso una strategia flessibile di opporsi alla rigidità dei processi di assegnazione."Siamo segmentarizzati da ogni parte e in ogni direzione.L'uomo é un animale segmentario.La segmentarietà appartiene a tutti gli strati che ci compongono.Abitare, circolare, lavorare, giocare, il vissuto é segmentato spazialmente e socialmente."(9) In queste strategie di liberazione Deleuze e Guattari individuano alcuni pericoli: la Paura, la Chiarezza, il Potere, il Disgusto (la pulsione di morte).Nella lotta contro il Potere, nello scontro frontale con il potere si annida il più grave pericolo generato dalle sconfitte, il desiderio di sparire, il suicidio."Ecco precisamente il quarto pericolo: che la linea di fuga oltrepassi il muro, che esca dai buchi neri, ma che invece di connettersi con altre linee e di aumentare ogni volta le sue valenze, si converte in distruzione, abolizione pura e semplice, passione d'abolizione, il suicidio, il duplice suicidio come esito che fà della linea di fuga una linea di morte."(10)
L'ingresso del piccolo dell'uomo nella società scriveva L.Althusser prima di morire é un sentiero rigido e difficile segnato da verdetti, codici di assegnazione e momenti di rimozione. Alcuni, quelli normali a volte vi passano indenni e si danno un gran dafare a farlo sapere in giro.Altri ne riportano ferite fisiche e dopo qualche anno ne moriranno apparentemente per morte naturale; altri ancora approdano alla follia e alla morte perché non sono riusciti vincenti nella lotta contro il potere.Deleuze e Guattari fanno riferimento al divenire-donna, divenire-bambino come espressioni centrali del divenire molecolare, contro le realizzazioni statiche e molari.Nietzsche contro Hegel.Il divenire-donna é l'adesione al ritmo sempre mutante della realtà, un farsi, vivere.Bruno e Spinoza; la creazione di nuovi livelli di costituzione."Vogliamo dire soltanto che tali aspetti inseparabili del divenire donna devono essere compresi anzitutto in funzione d'altro: né imitare né assumere la forma femminile ma emettere particelle che entrano nel rapporto di movimento e di riposo o nelle zone di vicinanza di una microfemminilità, cioé produrre in noi stessi una donna molecolare, creare la donna molecolare." e poco oltre "Un divenire donna come atomi di femminilità capaci di percorrere e di impregnare tutto un campo sociale e di contaminare gli uomini, prenderli in questo divenire."(11)
Il problema é sempre quello del corpo, un corpo rubato, un corpo che ci viene rubato per farne organismi opponibili.Si comincia con le ragazze, smettila di stare così, non sei più una ragazza, stai diventando donna.Si prosegue con i ragazzi, devi pensare ad essere uomo. L'anorganismo a cui fanno riferimento Deleuze e Guattari é inseparabile da un divenire donna e da una donna molecolare.
Certamente una ragazza diventa donna in senso monolitico e molare, ma é l'essere ragazza che bisogna far vivere, far sopravvivere.
"La ragazza non si definisce certamente mediante la sua verginità, ma mediante un rapporto di movimento e riposo, di velocità e di lentezza, mediante una combinazione di atomi, una emissione di particelle: ecceità."(12)
Divenire contro la stanchezza, l'inerte, il quoridiano. "In questo senso divenire tutti, fare della gente un divenire, é far mondo, é fare un mondo o dei mondi, ossia trovare vicinanze e zone di indiscernibilità." (13)
Non adattarsi, non smettere di pensare, essere turbolenti.Divenire-donna, divenire-bambino contro il sistema, contro la Storia. "La storia é fatta soltanto da coloro che si oppongono alla storia (non da quelli che vi si inseriscono e nemmeno da quelli che la rimodellano)".(14) Esiste sempre una storia non scritta e non registrabile che si sedimenta nell'inconscio.Trama libidinale, magma sotterraneo da cui nel tempo derivano le più grandi creazioni umane.La creazione é sempre modellata nell'inconscio e quando non riesce a definirsi come creazione, quando non viene riconosciuta e accettata come creazione produce la malattia, il sintomo nevrotico.Un giorno ho visto una ragazza ballava la pizzica, aveva la grazia e le forme delle fanciulle del Sud. La pizzica é un ballo ritmato, fatto da masse di uomini e donne nella notte del quindici Agosto a Torre Paduli e in altre zone del Salento. Bisogna battere i piedi fino a farli sanguinare. La danza, il sangue, la terra, il Sud, la grazia, la bellezza, le forme, le chiome. Aveva il sorriso della vita, in quella danza esprimeva la gioia di vivere contro la storia, la mediocrità del quotidiano, del carcere permanente in cui si é costretti a vivere.Per ascoltare la musica.Per divenire musica. "La musica é attraversata da blocchi di infanzia e di femminilità.La musica é attraversata da tutte le minoranze e tuttavia compone una potenza immensa. Ritornelli di bambini, di donne, di etnie, di territori, d'amore e di distruzione: nascita del ritmo."(15)
1) G. Deleuze - F. Guattari, Come farsi un corpo senza organi? p. 12 Castelvecchi 1996
2) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 20
3) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 29
4) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 62
5) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 64
6)
Ibidem
7) Ibidem
8) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 68
9) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 97
10) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 130
11) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 208
12) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 209
13) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 214
14) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 238
15) G. Deleuze - F. Guattari, op. cit. p. 244
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settembre - dicembre 2002 |