Il calcinaccio di Pietro De Gennaro
Ora che vai uomo di nero
Ricorda gli inni diversi che suonano attorno
Nelle fessure di odio
Dalle fessure di amore
Suono veloce e
Nella strada agghiacciante
Tocchi molecole nude
Il cielo vuole una vittima, certo
- sesso che penzola muto,
il capo ciondola stanco
è tardi per tornare
cuore truffato da
ordini perversi
è tardi per cercare
testa confusa da
film e coraggio
la mente ha un battito lento
la canna nel foro/ sensazione eccitante
sangue che frigge nel sole
orgasmo emozionante
tornerai uomo di fede
a donare calunnie sprezzanti
per essere dio. Una volta di più
…..ma tu ?
….. stupida pietra……
L'età del bronzo di Mimmo de Ceglia
Sulle lenzuola a pezzi residui sensi,
scie d'incanti nell'aria, arabeschi,
antichi fregi, esauditi amplessi.
La donna di Abele dice che nell'età
del bronzo le guerre si battevano sy estenuanti
guanciali di porpora e fiamme, ignudi
e armati di spade, pugnali e scudi,
che avrebbe voluto vivere in quel tempo,
ognuno innate o meno inclinazioni
seguendo delle altrui posizioni il colpo evitava,
ogni lotta aveva un senso, la cacciagione
sul fuoco asciugava e per mangiare caldo
l'odio si riservava. Abele alza le spalle
e in tutta fretta prende dalla tasca
un pacchetto e accende una sigaretta.
Ma se la donna non è appagata e il filo
Rompe del fumo a suggerire in gesti
una nuova effusione, non costa il collo
spezzare all'amica dei mille silenzi
e cenereo l'alito porgere in segni d'assensi
all'amata. Un corpo è nell'altro e il bronzo
fuso, rovente popola gli spazi recisi
e la sera impeti assorbe affondando
in teneri abbracci decisi. Poi l'aria si spegne
estenuata e la donna tranquilla si adagia.
Una boccata è nell'altra e una nuova sigaretta
immette nel cuore uno sconcerto di attese informe
l'aria si stria sui solchi dei sogni e lenta
pende una mano. Una boccata è nell'altra e Abele
dice assonnato che per quanto è migliore
il passato vorrebbe vivere il presente, che su ciò che è
stato vi sono molte leggende e che puro
un futuro si esporrebbe alla nostra mente
se accorti i nostri slanci evitassero i contagi
di rossi maleodoranti cancri di sangue.
Ma la donna di Abele alza le spalle
e, uno sbadiglio è nell'altro, chiude gli occhi
distratta. Finalmente tranquilla riposa, non vuole
che a letto si fumi, non ama tra i buchi
le lenzuola, né i muri di miasma macchiati.
Una boccata è nell'altra e ora il fumo diritto raggiunge
il soffitto e indisturbato, ancheggiando si scompone.
A mezzo socchiusi dalla testa di fuoco e cenere
guarda la sera i corpi languenti e si distende.
Una boccata è nell'altra e sul comodino la luce
é spenta e serena, sentieri uniformi fiancheggia
la sera, fugace barbaglio rimane e il tempo
l'assenza percorre. Con l'ultimo tiro eterno
aspira un sospiro, l'amica di fuoco è spirante
purtroppo e anche il barbaglio si posa nel limbo.
Un'ombra è nell'altra ed ora Abele pensa
a ciò per cui il prossimo attende il giorno,
alla sua donna, al mondo e all'età del bronzo,
accoglie presto le trame del sonno pago e forte,
mesto all'amica rispezza il collo, e dorme.
Il piacere di Mimmo de Ceglia
Il piacere è un poema d'attese
gli orizzonti declinano gli esiti
sempre più in là di se stessi
e noi divorati da brame sospese
colti siamo impazienti spettri
Itaca
Se per Itaca volgi il tuo viaggio
Fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrìgoni e i Ciclopi
O Posidone incollerito: mai
Troverai tali mostri sulla via,
se resta il tuo pensiero alto, e squisita
è l'emozione che ti tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrìgoni o Ciclopi
né Posidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.
Fa voti che ti sia lunga la via
E siano tanti i mattini d'estate
Che ti vedano entrare ( e con che gioia
allegra!) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici
Per acquistare bella mercanzia
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi d'ogni sorta,
quanto più puoi voluttuosi aromi.
Recati in molte città dell'Egitto
a imparare imparare dai sapienti.
Itaca tieni sempre nella mente
La tua sorte ti segna quell'approdo
Ma non precipitare il tuo viaggio
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all'isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze
Itaca t'ha donato il bel viaggio
Senza di lei non ti mettevi in via
Nulla ha darti più
E se la trovi povera, Itaca non t'ha illuso
Reduce così saggio, così esperto
Avrai capito che vuol dire un'Itaca.
|
settembre - dicembre 2002 |