Le passioni di sinistra
di Nino Mastropierro

Presentazione

Dato il giudizio positivo riservato dai cittadini a “Le passioni della sinistra”, quaderno in tre fascicoletti, pubblicato, col programma elettorale, da Rifondazione Comunista nella scorsa campagna elettorale, i curatori di quel lavoro hanno ritenuto di dover tentare un’impresa più impegnativa: la pubblicazione di una rivista. Uno strumento politico e teorico che a Molfetta sia incontro di voci narranti, possibilmente dell’intera sinistra, nel processo di trasformazione della società.
Oggetto della rivista sono le vicende politiche nazionali e locali.
La decisione di lavorare alla creazione di questa pubblicazione è stata presa in conseguenza della sconfitta della sinistra a livello locale e nazionale e subito dopo i primi inevitabili e insopportabili atti del governo Berlusconi. A livello locale la vittoria della destra, che è vittoria di organizzazioni che tutelano e promuovono gli interessi particolari, fa da contraltare a una sconfitta epocale della sinistra, oggi presente in consiglio comunale con un esiguo numero di rappresentanti, il più basso nella storia cittadina. Interrogarsi sulle ragioni di questa sconfitta, e lavorare perché la sinistra recuperi peso nella società, è di per sé motivazione più che sufficiente per una rivista culturalmente orientata. A livello nazionale il governo di destra si è presentato immediatamente con uno dei più sanguinosi esordi che la storia del nostro paese abbia conosciuto e con una serie di atti che hanno gettato discredito sull’intero paese: violenze inaudite, immotivate, su cittadini stranieri, oltre che su quelli italiani, a Genova; strafalcioni diplomatici di Berlusconi nei confronti di capi di stato e di governo stranieri che, a suo dire, “non hanno capito” il presidente americano Bush; la volontà di non far svolgere il vertice della FAO a Roma, ma di confermare quello della NATO a Napoli, ecc.
A Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, i fascisti tentarono un atto di forza già nel ’60 col governo Tambroni, prima di essere ricacciati da dove erano venuti; a Genova, nello scorso luglio, la violenza dello squadrismo organizzato, in concorrenza con quello dei black bloc, è stata esercitata con programmatica determinazione contro dimostranti pacifici.
La gravità di quei fatti e la fortissima loro valenza politica, fino all’omicidio di un manifestante (e sarebbero potuti essere diversi altri), ci hanno indotto a presentare in questo numero della pubblicazione, le testimonianze di alcuni compagni che a quelle giornate di luglio nel capoluogo ligure hanno partecipato.
Ebbene, poiché le destre, a Roma come a Molfetta, sono cementate (anche se talvolta sembrano in contraddizione tra loro) dalla volontà di servirsi della politica come strumento di potere oligarchico, è necessario che la sinistra si attrezzi per ridare sia dignità alla politica che voce e visibilità al mondo del lavoro, a quello della disoccupazione, a quanti non accettano l’ordine delle cose esistenti.
Prevediamo delle critiche: per esempio si dirà che questa rivista è stata pensata da Rifondazione Comunista per fini di parte, come testimoniano il titolo di questa pubblicazione e la concezione del mondo di alcuni compagni che vi collaborano; o ci si criticherà per la decisione di creare una rivista di sinistra senza coinvolgere preventivamente i compagni di altri partiti.
Rispondiamo brevemente. La sinistra a Molfetta è conciata così male che sarebbe stato impossibile, anche sul semplice piano organizzativo, riunire i rappresentanti dei partiti e delle associazioni, gli intellettuali, per elaborare un comune progetto di discussione teorico-politica. A questa rivista collaborano non solo iscritti a Rifondazione Comunista ma anche intellettuali che non sono iscritti e non condividono alcunchè di questo partito oppure ne condividono solo alcune scelte politiche: ebbene - e questo vuole essere un invito a tutti i compagni della sinistra, o solo genericamente orientati a sinistra, perché collaborino a questa impresa - quale occasione migliore per discutere insieme delle ragioni della sinistra nella sua pluralità?
Riteniamo di poter superare le perplessità di quanti si chiedono: se il disegno della rivista va in porto, nel senso che al numero zero neseguano altri a scadenza regolare, è sufficiente questo strumento per sconfiggere la destra che, pur di vincere le elezioni, non ha lasciato niente di intentato? Ovviamente siamo consapevoli che per sconfiggere la destra non è sufficiente la rivista, ma questo strumento potrebbe essere utile per chiarirsi le idee ed evitare all’intera sinistra di ripetere gli errori accumulati nei diversi anni con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

settembre - dicembre 2001