A piazza Mercantile, per continuare a sperare
di Francesca la Forgia

Se qualcuno avesse previsto, solo alcuni mesi prima, che l’esperienza del Genoa Social Forum e della preparazione dell’appuntamento genovese contro il G8 avrebbe generato tanto entusiasmo e tanta partecipazione in Puglia, sarebbe stato preso per matto visionario.
Eppure ciò è stato. Con l’esperienza del GSF pugliese anche la nostra regione si sta avviando verso l’uscita da quel deserto di passivizzazione che l’ha largamente caratterizzata nell’ultimo decennio. Ben 1.000 persone dalla Puglia hanno partecipato ai tre giorni più importanti dell’appuntamento genovese: la manifestazione dei/delle migranti, le piazze tematiche del 20 e il corteo di 300.000 persone il 21 luglio.
E l’esperienza del GSF pugliese non si è solo limitata a preparare organizzativamente la partecipazione alle giornate di Genova. Anzi, ciò che è più importante è quanto si è seminato durante il percorso. Sicuramente il punto più alto è stato toccato quando l’imperturbabile Simeone Di Cagno Abbrescia ci ha negato l’utilizzo di Piazza Mercantile per quella che doveva essere la nostra manifestazione principale.
“Piazza Mercantile è una piazza lussuosa, è stata recentemente ristrutturata, non la concediamo mai per iniziative di associazioni… vi si tengono solo iniziative del Comune… la gente poi ama passeggiarci tranquillamente”. Già, peccato che la situazione nel Centro Storico barese fosse tutt’altro che imperturbabile: avevamo già in corso una guerra in casa, una guerra nel cuore della città capoluogo, una guerra di mafia, anche se il nominare le cose non piace all’establishment barese e pugliese.
E noi abbiamo rifiutato quella decisione, la sua logica, abbiamo svolto ugualmente l’iniziativa in piazza Mercantile, denunciando, insieme ad ogni idea di “zona rossa”, gli spazi limitati di vivibilità della città, il degrado sociale di Bari Vecchia, la necessità di una risposta non violenta, democratica e partecipata alla criminalità organizzata.
Eravamo stati “Cassandre” e ci dispiace: pochi giorni dopo quella manifestazione pacifica, colorata e giocosa, venne assassinato, per errore dai mafiosi in guerra, Michele Fazio, di 16 anni.
Da quel tragico evento è scattata la scintilla dell’indignazione: le associazioni che operano nel quartiere, la parte sana di Bari e il GSF con esse, promossero una fiaccolata per il Centro Storico, che non è stato un fatto episodico, isolato. Con le associazioni promotrici della fiaccolata, ci siamo già riunite una prima volta alla Provincia di Bari insieme ai genitori di Michele. C’è l’intento di avviare un forum permanente, che lavori su proposte come la progettazione partecipata di spazi del quartiere, la lotta all’evasione scolastica, l’avviamento al lavoro delle donne mogli di morti di mafia o con i mariti in carcere, affinché abbiano il loro diritto all’autodeterminazione e a una vita diversa rispetto a quella imposta loro dai mariti, insomma a provare a dare delle risposte non violente al degrado sociale del Centro Storico e a creare quel clima di solidarietà civile e sociale che può rompere il muro dell’omertà.
Un’altra questione posta all’attenzione dell’opinione pubblica da parte del GSF pugliese è stato il problema del degrado ambientale e della speculazione edilizia, attraverso una serie di presidi con striscioni e occhi bendati, al Consiglio Comunale di Bari riunito in seduta monotematica per discutere dell’abbattimento dell’eco-mostro di Punta Perotti.
E come non parlare ancora della militarizzazione del territorio pugliese, o della denuncia del ruolo di sfruttamento e di precarietà operato dalle agenzie di lavoro interinale, anch’esse oggetto di riflessione e di iniziativa nel percorso del GSF pugliese verso Genova?
Non sono che alcune delle questioni in via di approfondimento, in questi giorni, da parte di quello che diventerà il Forum Sociale Pugliese: pensare e agire contro la globalizzazione, voluta dai poteri forti del nostro pianeta, significa non solo impegnarsi per il diritto alla pace e alla giustizia sociale in tutto il mondo e a “vedere le stelle” senza alcuno scudo stellare o cortina fumogena da inquinamento, ma anche lavorare perché ci sia pace e giustizia nel cuore della nostra stessa terra.

settembre - dicembre 2001