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Incontro di venerdì 12 novembre 2004
Indice:
- Presenti
Per cominciare...
Suggerimenti
La ricerca
I primi discepoli
Alcune domande
Introduzione
I Magi
Lettera di S. Paolo
- Avvisi
- Note
don Hugo
Bonati Matteo
Lattuada Leonardo
Lattuada Laura
Raineri Omar
Passeri Dante
Fazi Debora
Questo incontro è di preparazione all'incontro di vicaria del 26 novembre.
La preparazione di quell'incontro è affidata a Migliarina e bisogna prepararlo bene. Quindi iniziamo a leggere qualche testo in modo da prendere qualche testo e formare una traccia per la serata.
Tuttavia va ricordato che ci sarà un incontro tra i responsabili della vicaria la prossima settimana e avremo poi il via libera definitivo.
In particolare ci siamo soffermati sul testo proposto dal sito ufficiale della GMG2005 "sussidio dei giovani" e in particolare....
Quello che ti proponiamo in queste pagine è un percorso, che possa accompagnare i giovani verso Colonia, affinché al termine di questo cammino possiamo dire assieme con gli altri giovani del mondo: “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2).
A guidarci sarà lo stesso cammino dei Magi così come ce lo racconta Matteo nel suo Vangelo. A partire da quel brano abbiamo articolato alcune tappe, che intrecceranno nello scorrere dei mesi il racconto dei Magi, le domande che ritmano il nostro andare, i contenuti della fede così come la Chiesa ha maturato nella storia.
Per ogni tappa trovi:
1. un brano biblico che si affianca a quello di Matteo e che ne mette in risalto
ulteriori approfondimenti con delle domande che possono accompagnare il
confronto tra i giovani;
2. il suggerimento per una attività da fare in gruppo;
3. il suggerimento per un impegno da prendersi personalmente nel periodo della
tappa – magari da mantenere più a lungo!;
4. la testimonianza di un giovane: una santità del quotidiano raccontata con
tutti i dubbi e le fatiche ma anche le bellezze e le gioie;
5. la proposta di un film da vedere;
6. il consiglio della lettura di alcuni libri;
7. un santo “europeo”: ovvero la rilettura dell’esperienze dei sei santi (tre
uomini e tre donne), che la Chiesa ha scelto come Patroni d’Europa;
8. alcuni siti da visitare dove reperire altro materiale, informazioni e
curiosità.
(inizio)
Suggerimenti per le attività:
• innanzitutto è sempre bene pensare e progettare tutto il cammino dell’anno
dall’inizio; creare una struttura semplice, determinata, ma anche flessibile:
capace di dare il ritmo al cammino, ma anche di comprendere i bisogni, le
sensibilità dei giovani del gruppo;
• a questo proposito è utile avere ben presente il secondo volume del Catechismo
dei Giovani (da ora in poi: CdG/2), nelle sue articolazioni e nei riferimenti
che trovate all’inizio di ogni tappa;
• accanto al suggerimento esplicito di una attività in gruppo, il materiale
offerto si presta a pensare altri incontri da affiancare: guardare assieme il
film, approfondire un profilo di santità, meditare l’ulteriore brano suggerito…;
• la testimonianza di un giovane è il modo per dare voce alla quotidianità della
fede (cf. seconda strategia: Adoratori in spirito e verità. “il Percorso
propone alla pastorale giovanile di lavorare per fornire strumenti ed
esperienze, che abilitino i giovani ad un rapporto personale con Cristo che
investa le diverse dimensioni della persona e della vita quotidiana”); è esempio
di un modo semplice per raccontare quello in cui crediamo ai nostri coetanei, ai
compagni di università o ai colleghi di lavoro, per esprimere il nostro
protagonismo nell’evangelizzazione (cf. prima strategia: Protagonisti
nella Chiesa. “Il Percorso propone alla pastorale giovanile di lavorare per
fornire strumenti ed esperienze che abilitino i giovani a portare nelle comunità
– nella Chiesa-di-tutti – la carica di cambiamento di cui sono portatori.
Complementare a tale finalità è l’animazione della comunità cristiana, per
aprire spazi concreti di protagonismo giovanile”);
• ricordiamoci che la “civiltà dell’amore”, che Giovanni Paolo II ci ha affidato
di costruire, passa per scelte concrete e coraggiose a partire dalla nostra
parrocchia, dal nostro quartiere, dalla nostra città; sarebbe bello se al
termine di ogni tappa si potesse insieme scegliere un passo verso questa meta
attesa da tutti gli uomini (cf. terza strategia: Costruttori della
civiltà dell’amore “Il Percorso propone alla pastorale giovanile di lavorare per
offrire strumenti ed esperienze che abilitino i giovani ad intraprendere
percorsi praticabili di cambiamento sociale, a livello personale, comunitario e
collettivo”).
La ricerca
(inizio)
I primi discepoli (Gv 1,35-51)
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e,
fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i
due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e,
vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che
significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono
dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano
circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di
Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli
incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia
(che significa il Cristo)» e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su
di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che
vuol dire Pietro)» Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la
Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la
città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo
trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio
di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa
di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle
che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è
falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima
che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò
Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli
rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi?
Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico:
vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio
dell’uomo»
(inizio)
Alcune domande che possono aiutare a leggere Gv
1,35-51
- Quali sono le domande di cui ognuno dei futuri discepoli è portatore?
- Gesù fa esplicitare tali domande. È importante “fare domande”!
- Dietro alle nostre domande ci sono delle aspettative. I futuri discepoli hanno
delle proprie aspettative per un “messia” che avrebbe dovuto salvarli. Gesù è il
Messia, ma… diverso da ciò che si aspettavano!
- La necessità di un discernimento: siamo di fronte a varie proposte… quali
scegliere?
- Ognuno giudica con un proprio “mondo” di convinzioni. La necessità di sapersi
mettere in discussione per non “rimanere fermi”.
Momenti chiave nella lectio guida di Mt 2,1-12
- Essere “pagani” alla ricerca di Gesù.
- Il cammino dietro la stella.
- Le domande dei Magi.
- Gerusalemme rimane ferma.
(inizio)
Introduzione
La prima pagina del Nuovo Testamento (che tradizionalmente, secondo l’ordine dei
quattro Vangeli, è la prima pagina di Matteo) è una lunga lista di nomi. Questa
lista ci viene descritta come il libro delle origini di Gesù Cristo figlio di
Davide, figlio di Abramo. Il “protagonista” della buona notizia non scende come
un angelo dal cielo, non è una sorta di semi-Dio greco. È invece figlio di una
storia. Si è incarnato nell’esistenza di un popolo che ha una lunga storia, di
cui tutti i nomi contenuti in Mt 1,2-16 rappresentano quella somma di
generazioni (cf. Mt 1,17) che costituisce l’asse della storia di Dio con
l’umanità. La modalità della nascita di Gesù Cristo è poi raccontata
dall’evangelista attraverso gli occhi di Giuseppe, invitato a riconoscere la
presenza del Dio-con-noi nell’evento inatteso che tocca Maria, sua sposa. Nato
Gesù a Betlemme di Giudea (Mt 2,1), Matteo racconta la prima visita umana a
Colui che è l’astro che è sorto dall’alto per visitare noi. È un racconto strano
il nostro, che nasconde al suo interno molti simbolismi – forse chiari per chi
ha conoscenza dei testi biblici, un po’ meno per noi – e che ci coinvolge tutti
nella domanda di dove possiamo trovare questo Dio-con-noi che sappiamo essere
nato.
(inizio)
I Magi venuti dall’oriente
Affermavamo che il racconto è “strano”! E questa stranezza comincia proprio
dagli stessi protagonisti di questa visita! I Magi che giunsero dall’Oriente,
infatti, rimangono personaggi anonimi dato che questo titolo non ci dice granché
né sulla loro provenienza, né sulla loro attività. In ogni modo, sia che si
intenda con Magi il titolo persiano dei sacerdoti dediti anche allo studio delle
stelle e dei loro movimenti, sia che si immaginino origini giudaiche o
greco-romane per il titolo di Magi, due elementi sono particolarmente pertinenti
con ciò che racconterà di loro Matteo:
- il riferimento agli oracoli di Balaam figlio di Beor di Nm 22-24, e in
particolare Nm 24,17: Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino:
una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele;
- la denominazione abbastanza usuale dei “pagani” da parte dei rabbini, che
chiamano i “gentili” come gli adoratori delle stelle
I Magi dall’Oriente sono quindi facilmente riconoscibili come non giudei, come stranieri, non toccati dalla relazione storica con il Dio di Israele. Bella l’osservazione di sant’Agostino, che li paragona ai pastori che, in Lc 2,8-20, sono andati anche a loro ad adorare questo bambino:
I Magi erano le primizie dei pagani, noi siamo il popolo dei pagani. […] Si è manifestato ai primi [i pastori], benché non fossero dotti, e agli altri [i Magi], benché non fossero giusti. La caratteristica infatti della rozzezza dei pastori è l’ignoranza, e delle pratiche sacrileghe dei Magi è l’empietà. Quella pietra angolare congiunse ambedue a sé: infatti è venuto a scegliere ciò che è stolto per il mondo per confondere i sapienti (cf. 1Cor 1,27) e a chiamare non i giusti ma i peccatori (cf. Mt 9,13), affinché nessuno, per quanto importante, s’insuperbisca e nessuno, per quanto miserabile si disperi. […] Quei pastori prefiguravano questo resto che si sarebbe congiunto a lui da vicino, affinché anche noi – la cui chiamata da lontano era significata dalla venuta dei Magi – fossimo non più pellegrini e ospiti ma diventassimo concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, costruiti insieme sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti, avendo per pietra angolare lo stesso Cristo Gesù (cf. Ef 2,19-21).
«Noi siamo il popolo dei pagani». Ecco una buona prospettiva anche spirituale nella quale metterci. Non c’è cioè nessuna situazione “pagana” della nostra vita che ci possa impedire di metterci in cammino verso il Signore. Una certa enfatizzazione sugli elementi etici della fede rischia, infatti, di far credere che il cristianesimo sia fatto solo per delle persone “perfette”, che vivono in stati di vita “perfetti” e che sono capaci di dominare la propria povertà in modo “perfetto”. Una sorta di cristianesimo per “perfetti”. Così, può nascere un senso di scoraggiamento dinanzi alle aree della nostra vita che riscontriamo da noi stessi come “pagane”. È importante allora contemplare il cammino dei Magi. Ed è altrettanto importante la constatazione che tale racconto è posto da Matteo proprio nelle prime pagine del suo Vangelo. Sarà, infatti, tutto uno “stile” di Gesù, quello di non rifiutare nessuno dalla possibilità dell’incontro con lui. Anzi sarà lui stesso ad andare a cercare le persone “là dove si trovano”:
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Che questo fosse uno stile costante di Gesù e non un
episodio incidentale è testimoniato dal fatto che Gesù era conosciuto come
«amico dei pubblicani e dei peccatori» (cf. Mt 11,19), dato che questo è il suo
“modo” di amare, al punto da dare la Sua vita per noi.
(inizio) La lettura seguente è tratta dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi. (12, 12-30)
Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. 13 E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. 14 Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. 15 Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. 16 E se l’orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. 17 Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? 18 Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. 19 Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20 Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21 Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. 22 Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; 23 e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, 24 mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, 25 perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. 26 Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
28 Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. 29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? 30 Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
(inizio)
Alcuni avvisi:
don Hugo:
- Incontro dei rappresentanti (e solo quelli) della vicari fissato al 90%
per Sabato 20 novembre a Mazzetta.
- C'è un corso per animatori organizzato dalla vicaria. Servono 2 volontari.
Leonardo:
- Mi offro per il corso animatori.
- Il giorno 27 c'è la colletta alimentare.
- Non ci sono novità per quanto riguarda le attività straordinarie dell'oratorio
Dante:
- I ragazzi delle superiori hanno accettato di dare una mano in oratorio come aiuto animatori. Tabella dell'oratorio modificata.
In questo sito è disponibile la copia dei documenti letti per preparare l'incontro di vicaria.
Il sussidio giovani da cui sono state estrapolate alcune pagine è distribuito sul sito www.gmg2005.it
Pagina aggiornata il: 15 novembre 2004
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