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Sant'Anna. - Felettino 28 maggio 2004
Contenuti:
- Presenti
- Svolgimento
- Note
Appendice:
Elisa
Lattuada Leonardo, Passeri Dante, Fazi Debora, Imberciadori Annalisa, Imberciadori Andrea, Bonati Matteo, Alibrandi Michela, Don Hugo
Ultimo appuntamento di vicaria per l'annata 2003-2004.
E' consuetudine che questo incontro viene fatto presso la parrocchia del Felettino (S. Anna) un po' per il paesaggio, un po' per l'aria pulita, un po' perché facendo il giro delle parrocchie rimaneva soltanto questa.... ma la verità è che don Italo offre la sua ospitalità, il campetto dove mangiamo.... sguinzaglia le cuoche e stappa un vinello che a dire di molti è il migliore di Spezia!
La solita pizzata viene (per questa sera) sostituita dai rituali sgabei con vari tipi di affettati, focaccette con cioccolato o con formaggi, fave e pecorino....
Dal via alle danze all'inizio dell'incontro con i padri passionisti passa più di un'ora e questa volta non è solo demerito nostro che siamo dei perditempo! La colpa (se impropriamente vogliamo definirla così) ce la giochiamo con i padri passionisti. In particolare padre Andrea è stato un profondo estimatore del vinello di cui parlavamo sopra...
Per la prima volta l'incontro avviene in Chiesa e ha (come da programma) titolo: "Eucaristia e vita".
L'incontro si inaugura con il solito canto "Grida nuova umanità" oramai diventato un vero e proprio inno della vicaria, e prosegue con una domanda/provocazione: Perchè andiamo a Messa?
Domanda inquietante!
Per incontrare Gesù è la risposta di alcuni, per altri la risposta dipende da un'altra domanda. Cosa è per noi la Messa? E' il modo per incontrare Gesù (come detto prima) o è l'occasione per accoglierlo. Per fare comunione con Lui. Per fare comunione con noi (che siamo in Lui).
In aiuto (o dovrei forse dire a girare il coltello nella piaga) ci viene incontro padre Mauro e le sue provocazioni. I suoi controsensi.
Leggiamo insieme il paragrafo "Affliggere i consolati"
L'eucaristia rimane una sorta di
sacramento incompiuto. Rimane incompiuto quando manca la sequela eucaristica. E
che cosa significa sequela eucaristica?
Lasciarsi afferrare dall'onda di Gesù Cristo e seguirla. Noi quando parliamo di
eucaristia parliamo di memoriale. Memoriale, non memoria. La memoria è un
movimento che dal presente va verso il passato quasi per una dilatazione dello
spirito. Memoriale è il movimento inverso. Il passato raggiunge il presente e,
grazie allo Spirito Santo, l'evento salvifico unico e definitivo viene reso
contemporaneo alla comunità celebrante. Vivere l'eucaristia è lasciarsi andare,
lasciarsi afferrare dall'onda di Gesù Cristo. Lasciarsi andare senza i tuoi
tracciati, senza i tuoi programmi, senza gli itinerari che ti sei schematizzato
tu.
In seguito nasce un dibattito ma padre Mauro non si ferma mica! Anzi, fa leggere un secondo paragrafo intitolato "La pace è finita andate a messa"
Il frutto dell'eucaristia
dovrebbe essere la condivisione dei beni. Celebrando una messa dovrei dividere
per metà, celebrandone due per quattro. .. e così via. I nostri comportamenti
invece sono l'inversione di questa logica. Le nostre messe dovrebbero
smascherare i nuovi volti dell'idolatria.
Le nostre messe dovrebbero metterei in crisi ogni volta. Dovrebbero smascherare
le nostre ipocrisie e quelle del mondo. Dovrebbero far posto all'audacia
evangelica.
Tante volte anche noi, presi da una fede flaccida, svenevole, abbiamo fatto
dell' eucaristia un momento di dilettazioni piacevoli, morose, di compiacimenti
estenuanti che hanno snervato proprio la forza d'urto dell'eucaristia e ci hanno
impedito di udire il grido dei Lazzari che stanno fuori della porta del nostro
banchetto.
Prima di continuare si intona il canto "E chissà"
L'ultima parte dell'incontro la passiamo leggendo (ognuno per se) le tre vie che ci vengono proposte (via della comunione, del sacrificio e del perdono).
vedi trascrizione in appendice...
Chi ha voluto ha potuto commentare la lettura fatta e il perché di questa scelta.
La conclusione dell'incontro è affidata ad una preghiera comunitaria, sia per il congresso eucaristico alle porte, sia per il nostro gruppo di vicaria che quest'anno ha seguito un certo percorso comunitario.
Il congedo vero e proprio viene affidato a don Giorgio che ci elenca i vari appuntamenti (veglie di preghiera per tutto il periodo del congresso eucaristico, concerto dei GenRosso).
Prima di trasferirci per il gran finale intoniamo l'ultimo canto "Voce di chi vive in noi".
Gran finale in una saletta attigua dove due ragazze ci presentano (tramite filmato in videocassetta) il GenRosso e lo spettacolo che faranno in piazza Europa il giorno 11 giugno.
Ad accompagnare questo finale c'è gelato, dolce alle fragole e crostata di frutta.
Con questo incontro si chiude la serie di incontri e attività per il periodo 2003-2004. Non abbiamo nessuna anticipazione per il prossimo anno, quindi buone vacanze ai miei lettori.
(inizio) Note di particolare interesse:
- Alcune informazioni sul GenRosso si possono trovare sul sito www.genrosso.com
- Seguendo il link si possono avere alcune informazioni riguardanti Tonino Bello
- Alcune informazioni su Dietrich Bonhoeffer si possono trovare presso i seguenti siti:
- Tutto il materiale distribuito in questo incontro (libro dei testi, libretto dei canti, pieghevole sui missionari passionisti) li potete trovare nella sezione Download
At 4,32-35
[32]La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede
aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che
gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. [33]Con
grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore
Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. [34]Nessuno
infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li
vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto [35]e
lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno
secondo il bisogno.
PREGHIERA di Tonino Bello
Ti ringraziamo Signore per la tua presenza in mezzo a noi.
Come vorremmo avere più lucida e chiara percettibile nel nostro spirito,
questa coscienza del tuo camminare
con noi.
Qualche volta, forse, non sperimentiamo il calore della tua mano nella nostra.
Signore, aiuta la nostra fede perché è povera.
Donaci, Signore, una passione grande per la tua Chiesa,
per questa tua serva che diventerà un
giorno la tua sposa.
Facci amare la Chiesa, Signore.
Perché qualche volta siamo portati pure noi a crocifigger/a,
come se noi ci volessimo staccare da
lei per definire le responsabilità.
Signore, la tua Chiesa, la tua serva, nonostante i suoi peccati, nonostante la
codardia, nonostante le grettezze Tu la ami.
Perché ha gli occhi profondi.
Perché hai dato tutto per lei.
È madre nostra, la Chiesa.
In essa abita lo Spirito Tuo, Signore.
Facci sentire figli buoni della tua Chiesa.
E tutti quanti insieme facci sentire madre, Chiesa-madre.
Dacci, Signore, il senso della solidarietà, della comunione nel lavoro.
Facci provare la gioia di constatare che le cose vanno bene ai nostri fratelli
che lavorano.
Facci essere contenti quando sperimentiamo che gli altri sono contenti.
Togli dalla nostra sensibilità ogni spunto di gelosia, di invidia.
Strappa da noi questi residui di concorrenzialismo, queste smanie di primato.
Aiutaci, Signore, a veder lontano.
Fa' che il nostro sguardo non si blocchi all'interno del perimetro della Chiesa,
altrimenti tradiremmo la missione per
la quale ci hai chiamati.
Facci diventare costruttori di unità,
elaboratori di progetti di pace,
continuatori della tua opera di
riunificazione.
Tu, che dal Padre tuo sei stato mandato a riunificare,
a ricapitolare gli esseri del cielo,
della terra e di sotto terra,
fa' che anche noi possiamo essere dei
radunatori intorno a te.
Non intorno ai nostri progetti.
Facci superare la stanchezza e la noia.
È faticoso camminare insieme, però sappiamo - perché tu ce lo dici più volte -
che è meglio fare dieci passi insieme
che fame mille da soli.
Dacci la forza, Signore, di sentirei solidali col mondo,
e di obbedire soprattutto alle
esigenze delle anime
anziché alle esigenze dei progetti.
Facci essere soprattutto servi tori degli ultimi e dei poveri.
Mc 10,41-44
[41]All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con
Giacomo e Giovanni. [42]Allora Gesù, chiamatili a sé,
disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le
dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. [43]Fra
voi però non è così; ma chi vuoI essere grande tra voi si farà vostro servitore,
[44]e chi vuoi essere il primo tra voi sarà il servo di
tutti. [45]ll Figlio dell'uomo infatti non è venuto per
essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".
Riflessione di Dietrich Bonhoeffer
«Nessuno è troppo alto per un piccolo servizio al prossimo. Il secondo servizio
che in una comunità cristiana l'uno deve rendere all'altro è l'aiuto concreto e
attivo. Si pensi in primo luogo a piccoli e semplici servizi materiali. In ogni
vita comunitaria se ne trovano un' infinità. La preoccupazione della perdita del
tempo che spesso un tale servizio materiale comporta, è segno di un'eccessiva
importanza attribuita al proprio tempo e lavoro. Dobbiamo essere pronti a
lasciarci interrompere da Dio. Dio contrasterà sempre, anzi ogni giorno, le
nostre vie e i nostri piani, mandandoci persone con le loro richieste e
necessità. Possiamo passare oltre senza badare a loro, preoccupati come siamo
dell'importanza della nostra giornata, così come il sacerdote passò oltre senza
curarsi dell'uomo caduto in mano ai predoni. Forse egli era nel mezzo della
lettura di un brano biblico che non poteva interrompere. E così noi passiamo
oltre senza vedere il segno della croce nella nostra vita, il quale vorrebbe
indicarci il vero valore delle vie di Dio e non delle nostre. È un dato di fatto
piuttosto strano che proprio cristiani teologi spesso ritengano il loro lavoro
così importante e urgente che si irritano per un'interruzione. Credono di
servire Dio in questo modo e disprezzano invece la via di Dio tortuosa e pure
dritta, come canta Arnoldo. Non vogliono saperne di un'interruzione del cammino
degli uomini, eppure fa parte della disciplina dell'umiltà non risparmiare la
propria mano dove essa può rendere un servizio».
2 cor 5,18-21
[18]Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati
con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
[19]E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in
Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola
della riconciliazione. [20]Noi fungiamo quindi da
ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo
in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. [21]Colui
che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore,
perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
Dagli scritti di Carlo Maria Martini
«Purtroppo dinanzi a situazioni complesse della pastorale d'evangelizzazione la
nostra buona volontà, non trovando la strada dell'azione libera e gioiosa, può
imboccare la strada del risentimento, dello scoraggiamento o dell'arroganza:
insomma la strada del peccato. Nei confronti dei fratelli di fede compiamo
giudizi temerari, atti di squalifica, gesti di diffidenza. Nei confronti di chi
non condivide la nostra fede alziamo le spalle dicendo: che ci posso fare? Nei
confronti di tanti uomini che hanno immensi bisogni materiali e spirituali,
facciamo fatica ad avvicinarci con attenzione e con amore, a dare tutto l'aiuto
che ci è possibile. Sono queste le "prove" più penose, perché fanno uscire alla
luce la tremenda realtà della nostra durezza di cuore. Ma queste prove possono
divenire occasione per avvicinarci alla forza del vangelo, se ci sollecitano a
chiedere e concedere il perdono. Nella gioia di essere perdonati e di perdonare,
comincia a rendersi presente il vangelo che è lieto annuncio della misericordia
del Padre per noi peccatori.
Quando il perdono ha sciolto la durezza di cuore e ci ha aperti alla gioia
evangelica, cominciamo a vedere le cose con occhi nuovi... Così anche le
tensioni della comunità, i faticosi tentativi missionari nostri e dei nostri
fratelli, le iniziative magari lacunose e bisognose di verifica cominciano ad
apparire ai nostri occhi, purificati dal perdono, il segno iniziale, il germe di
una presenza di Dio che è sempre all'opera».
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