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Contenuti:
- Presenti
- Omelia
- Riti di comunione e conclusione
Appendice:
- Vangelo
- Parabola della pecora perduta
- Parabola della dramma perduta
Lattuada Leonardo
Fazi Debora
Bonati Matteo
Grillo Leonardo
don Hugo
Maurizio
Martin
Imberciadori Annalisa
Un possibile sottotitolo di questo ritiro potrebbe essere: Una messa lunga 6 ore
In effetti l'incontro consiste in una messa spiegata nei dettagli fase per fase (liturgia della parola, eucaristica, comunione.....)
L'inizio è fissato per le 9.30 anche se i vari gruppi sono arrivati in ordine sparso fino alle 10.15 ed alcune persone ci hanno raggiunto a pranzo.
Subito all'inizio abbiamo aiutato padre Mauro a preparare il luogo della messa (preparazione altare, scelta dei canti ecc.). Ad aiutarci nell'animazione ci sono 2 suore suor Veronica e Suor Mary.
Alle 10.15 (dopo l'arrivo degli ultimi ritardatari) padre Mauro ha iniziato a spiegare le varie fasi della giornata percorrendo tutto il chiostro interno del monastero (fuori pioveva..).
La messa è "iniziata" alle 10.30 e subito si è capito quale fosse il programma della giornata: ripercorrere tutta la messa spiegandone i contenuti e sviscerandone i significati.
Una piccola nota: Il foglietto dei canti consisteva in una serie di 46 canti più
il libretto dei canti della parrocchia della Pianta. Di tutti questi soltanto 5
sono stati usati e la cosa curiosa è che ne sono stati cantati almeno una decina
diversi da quelli!
Ovviamente tutti accompagnati dai gesti!
Dopo una buona mezz'ora di preparazione alla messa, alle 11.00 si è dato il via
UFFICIALE alla celebrazione con il momento dell'accoglienza (con un canto
naturalmente) e, cosa molto bella, l'atto penitenziale.
Questa subito la prima novità: per dirci pentiti di non ascoltare la parola di
Dio e per mostrare che possiamo fare a meno di tutti i motivi di distrazione,
abbiamo posto in un cesto sotto l'altare i nostri "simboli di distrazione". Chi
l'orologio, chi un braccialetto.... la cosa BELLISSIMA (Se mi è permesso dirlo)
è che padre Mauro ha chiesto/preteso/estorto tutti i cellulari!
(inizio) Liturgia della parola:
Dopo la colletta, ha inizio la liturgia della parola.
Ogni lettura è stata letta da noi e per il salmo responsoriale si è fatto
(strano ma vero) un bel canto!
1° lettura: Dal libro di Giosuè (5, 9, 10-12)
2° lettura: dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (5, 17-21)
Vangelo: Luca 15,1-3, 11-32
Per quanto riguarda il vangelo, è stato letto a personaggi (come il passio tanto per capirci).
Piccolo aneddoto: per il vangelo padre Mauro ha organizzato una vera e propria processione per introdurre "La Parola" con Cristiano che doveva entrare, fare il giro della stanza con il librone aperto sulla testa. Per creare la coreografia abbiamo disposto tutte le sedie prima dell'inizio della messa. Dopo l'arrivo degli ultimi ritardatari, padre Mauro ha ricambiato disposizione delle sedie e percorso della processione almeno 3 volte e Cristiano si è dovuto accontentare di non capire assolutamente dove poteva passare. Risultato: processione ZERO, ma con molta coreografia...
Per quanto riguarda l'omelia, posso solo dire che le omelie di don Hugo sono brevissime in confronto a quella che abbiamo sentito da padre Mauro. Un'ora e mezza con un intervallo a metà! (una vera e propria partita di calcio!!)
Cosa si può spiegare in un'ora e mezzo? Beh, lasciatemi dire che padre Mauro (forse si sentiva male, forse non era al 100%...) è stato grande! anzi GRANDISSIMO!
Ha iniziato subito la parte sulle precomprensioni (come sappiamo dagli altri incontri a lui molto care) e ci ha chiesto quale titolo avremmo dato alla parabola.
1 - del padre misericordioso
2 - del figliolo prodigo
la prima si riferisce al padre che perdona il figlio e pone l'accento sull'atto
che fa il padre mentre la seconda pone l'accento sull'atto del figlio che chiede
perdono e torna dal padre.
Due chiavi di lettura diverse solo nel vedere titolo!
Poi ci ha chiesto qual'è il messaggio fondamentale che la parabola ci vuole insegnare. E qui ci ha demoliti.
Dalle risposte di alcuni di noi, si è subito capito che effettivamente ci sono delle forti precomprensioni che ci fanno apparire il messaggio della parabola diverso da quello che è.
Scartando quelle del tipo
"Il messaggio è quello di non sperperare tutti i soldi"
ci riferiamo a quelle un poco più importanti.
Il figlio minore (tanto per iniziare) era davvero pentito? o più che altro è
stato costretto a ritornare perché aveva fame?
Il figlio maggiore era migliore del fratello perché non ha chiesto i soldi
oppure era uguale e non ha avuto il coraggio di andarsene come il fratello?
I servi hanno un ruolo marginale oppure hanno un ruolo fondamentale nella
vicenda?
Il padre? Ha sbagliato ha lasciare andare il figlio? Ha sbagliato a perdonarlo senza punirlo?
Andiamo con ordine.
Un uomo aveva due figli.... significa che la parabola prende in esame due tipi
di persone. Entrambi figli di Dio quindi si presume abbiano avuto gli stessi
insegnamenti. Nonostante tutto scelgono strade diverse. Uno sceglie di
allontanarsi e il padre accetta la sua volontà. Accetta che vada anche se sa che
può perdersi. Rispetta la sua scelta.
Il figlio più giovane spende quello che aveva vivendo da dissoluto. Questo
significa che con quello che il padre gli ha dato ha potuto proseguire
nell'agiatezza, che quello che il padre gli ha dato era considerevole per vivere
anche lontano da lui.
Ma anche la più grande ricchezza prima o poi finisce e infatti quella del figlio
più giovane finisce. Arriva la carestia e si trova nel bisogno. Quando si è
lontani dal padre tutto quello che abbiamo non ci basta per superare le
difficoltà della vita.
Il giovane va a servizio di un signore che però lo tratta male e non gli fa
mangiare nemmeno le carrube dei porci.
Questa è la metafora ma che c'è dietro? Chi lascia il Padre, perde quelle
continue ricariche che la fede gli offre e non bastano i sostituti che si
trovano. Il figlio è deluso, non gli basta quello che gli viene dato e allora
ripensa a quel che aveva prima.
Lui si prepara il discorso da fare al padre, gli dirà che ha peccato, che non è
degno di essere chiamato suo figlio, di trattarlo come uno dei suoi garzoni.
Una conversione dovuta all'esigenza di cambiare, non per sincera conversione ma
per necessità.
"partì e si incamminò verso suo padre"
Il gesto di partire, di andare verso il Padre significa il riavvicinamento a Dio.
"Quando era ancora lontano il padre lo vide
é il padre che lo cerca e lo aspetta, che lo vede avvicinarsi quando era
ancora lontano.
Non lo aspetta sulla porta ma gli corre incontro, si commuove e gli si getta al
collo.
Il figlio allora inizia il suo discorso, gli dice che ha peccato e che non è più degno di essere chiamato suo figlio.
da notare che il vangelo non ricopia i 3 passi che sono stati detti prima ma solo due.
E' il padre a interromperlo e a chiamare i servi.
Qual'è allora la metafora di questo passo?
E' evidente che è il Padre che ci osserva, che accetta che noi ci allontaniamo
ma che allo stesso modo ci aspetta quando torniamo. Che ci accoglie commosso
quando lo facciamo e che ci perdona prima ancora che noi finiamo di chiedere
perdono.
Il padre è impaziente di riaverlo e vuole fare festa perché ha ritrovato il figlio.
Fino a questo punto possiamo notare una forte analogia con altre 2 parabole. Quella della pecora perduta e della dramma perduta.
Ma il vangelo va oltre e ci offre un'altro personaggio, il fratello maggiore
che rientrato dai campi sente la musica e la festa e dopo aver saputo che era
tornato il fratello non vuole entrare.
Anche in questo passo possiamo notare come neanche il fratello maggiore sia
immune dalla delusione della propria vita.
Anche lui è arrabbiato. Anche lui deluso per non aver avuto ciò che a suo
fratello ora è stato dato. Pensa all'ingiustizia che ha subito.
Anche in questo caso è il padre a fare il primo passo ed esce a pregarlo di rientrare e far festa per suo fratello. Gli dice di non arrabbiarsi perché non ha avuto quello che ora è stato dato a suo fratello perché i beni sono in comune e tutto ciò che è di uno è anche dell'altro.
Nel vangelo si ripete il motivo della festa.
Quale è l'atteggiamento del padre?
Beh, inizialmente possiamo dire che vuole le stesse cose per entrambi i figli.
Lui non vuole che i figli non lo abbandonino, vuole che i figli non si perdano!
Per far ciò è disposto a lasciarli andare per poi corrergli incontro ad
abbracciarli e a convincerli.
Quale è l'atteggiamento del figlio maggiore?
Il figlio maggiore vive in tutta passività la propria vita. Senza chiedere, gli
basta essere con il padre. Ma appena si accorge che poteva avere di più per se
si arrabbia.
Tratta il padre come una persona che gli da un letto e cibo e crede che lo debba
avere per ciò che fa per il padre.
Particolare attenzione va posta riferendoci ai servi.
Anche se sono stati nominati poche volte, si può avere un'idea di che rapporto
avessero con il padre o con i figli.
Il servo risponde "è tornato TUO fratello" un colloquio abbastanza alla pari,
i servi si mettono (o lo sono) in un certo senso alla pari con i figli del
padrone. Sono anche loro invidiosi della festa in onore al figlio più giovane.
Lo si capisce da come rispondono al quello maggiore.
Potevano dirgli semplicemente "che si fa festa perché è tornato tuo fratello
sano e salvo" invece enfatizzano i dettagli per stuzzicare l'ira del fratello.
Anche per loro il padre ha un occhio di riguardo.
Il vangelo infatti ci dice che iniziarono a far festa e si capisce tra le righe
che anche i servi erano invitati alla festa.
Se facciamo attenzione al testo possiamo notare che non c'è nessun cenno alla
madre.
In effetti il comportamento del padre è sia rigido e autoritario (come un padre)
che tenero (come una madre). Non è necessaria una madre in questa famiglia
perché il padre è tutto!
Un'altra chiave di lettura va fatta sul dinamismo che il vangelo offre.
All'inizio c'è un movimento di uscita dalla casa del Padre.
Poi c'è il ritorno con il padre che aspetta quasi sulla porta.
Poi di nuovo il figlio maggiore (che era fuori = non era nella casa del Padre)
che sta rientrando ma si rifiuta di entrare.
Il padre che esce per invitarlo.
Insieme entrano per far festa nella casa del Padre.
Una piccola conclusione la possiamo avere evidenziando come si esce spontaneamente dalla casa del Padre ma si ha timore di ritornarci ed è il Padre che corre incontro e che riaccompagna dentro.
Un'altra analisi la possiamo fare osservando gli atteggiamenti dei
personaggi.
Nel momento principale del brano (che possiamo far coincidere con la conversione
del figlio giovane) possiamo notare che il padre si commuove ma il figlio
maggiore si arrabbia.
Cosa è il Signore? questa è un'altra chiave che ci viene proposto. Qualunque
sia la risposta, ogni frase, ogni aggettivo è solo un sinonimo di AMORE. Ogni
forma di amore da quello più umano a quello più spirituale.
Dio è amore e ci
ama. Come fa una madre con il figlio. Una madre che ci ama anche quando
sbagliamo, che ci ama quando torniamo da lei.
Ultima chicca.
Osserviamo l'ultimo pezzo del vangelo.
Possiamo ammirare come l'evangelista gioca con "mio" e "tuo"
Riprendiamo quello che dice il figlio maggiore
TUO comando
MIEI amici
TUO figlio
TUOI averi
e riprendiamo quello che ha detto il padre:
Tutto ciò che è MIO è TUO
Nel mezzo dell'omelia (ore 12.30)si è pranzato con una piccola pausa di riflessione per rispondersi su alcune domande che ci sono state proposte.
ore 15.00 fine pausa, continuazione omelia (che io non ho diviso),
confessioni (per chi voleva) con don Hugo, don Gabriel, don Giorgio.
Ne frattempo almeno 5 canti urlati, strillati, ballati e improvvisati (non
c'erano nei fogli..)
Fine della liturgia della parola e inizio della liturgia eucaristica.
Passo passo padre Mauro ci ha guidati all'interno della messa attraverso
l'offertorio.
Per ognuno ci ha chiesto di offrire qualcosa (metaforicamente parlando) come
simbolo del pane o qualche relazione da offrine nel calice del vino.
Terminato l'offertorio, si è passati alla preghiera
eucaristica.
Ci ha spiegato come i sacerdoti si dividono la lettura del messale, come avviene
la preghiera della consacrazione, ci ha mostrato dove ci sono l'epiclesi e il
memoriale.
Per quanto concerne le varie intercessioni ci ha fatto intervenire per dare il
nostro appoggio (ricordo dei defunti, dei santi...)
La parte più complicata è stato il segno di pace.
Canti, gesti per animare il canto, scambiarci il segno di pace con tutti
(nessuno escluso)... 5 minuti di canto....
Per quanto riguarda la comunione è stato più rilassante perché era il sacerdote a girare....
Alla conclusione padre Mauro ci ha fatto notare come la frase
"Il signore sia con voi"
viene detta per tre volte durante la messa e serve per dare rilievo, importanza e dare la reale importanza di Dio in mezzo a noi.
Canti finali (alla fine dei quali mi sono trovato dalla parte opposta dell'altare da tanto che abbiamo ballato..)
Ritiro degli oggetti messi nel cesto questa mattina.
Piccolo aneddoto.
All'inizio della messa il cesto era pieno ma a pranzo il cesto era quasi vuoto
perché
tutti gli adolescenti si erano ripresi il cellulare..
Padre Mauro ha personalmente ritirato un lettore CD e l'ha messo nel cesto, 30
secondi dopo era stato ripreso.....
(inizio) Avvisi:
- Prossimo incontro di vicaria fissato per il giorno 30 aprile a Migliarina
CAPITALE
- Alcuni dei canti fatti durante la cerimonia sono:
- Accendi in me
- Shalom pace a te
- L'amore del signore
- Siam gente che loda al signor
e sono disponibili presso la nostra sezione canti
- Il libretto di aiuto, i 2 fogli dei canti sono disponibili nella sezione Download
Appendice:
Dal libro di Giosuè (5, 9.10-12)
In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: “Oggi ho allontanato da voi l’infamia d’Egitto”.Gli Istraeliti si accamparono dunque in Gàlgala gli Israeliti e celebrarono la pasqua al quattordici del mese, alla sera, nella steppa di Gerico. Il giorno dopo la pasqua mangiarono i prodotti della regione, azzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno. La manna cessò il giorno dopo, come essi ebbero mangiato i prodotti della terra e non ci fu più manna per gli Israeliti; in quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
Dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinzi (5,17-21)
Fratelli, se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
Dal vangelo secondo Luca (15,1-3.11-32)
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”. Allora egli disse loro questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
(inizio) Parabola della pecora perduta (lc 15, 4-7)
“Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
(inizio) Parabola della dramma perduta: (lc 15, 8-10)
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.
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