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All'una di notte del 28 febbraio di quell'anno,
causa le continue nevicate, una enorme valanga
staccatasi dal monte Zoufplan raggiunsa il
villaggio, distruggendo alcune case e seppellendovi
ben undici persone: una bambina di 10 anni, marito e
moglie con una figlia di 22 giorni, 6 fratelli ed
una sorella tutte al di sotto dei vent'anni »»
Tratto
da:
««
Cleulis la sua chiesa e il suo popolo. Ricordi e
memorie»»
Don
Celso Morassi
L'unico
superstite di quella famiglia fu Puntel Giacomo (Sati)
a quel tempo impegnato nel servizio di leva. Essendo
rimasto senza famiglia, senza dimora e non
possedendo alcun terreno edificabile gli venne
donato un terreno in località Laipacco dove
costruirsi la casa; quella che lui costruì fu la
casa che diede origine al borgo di Laipacco.
««
Il Signor Sante Puntel (detto Sati) di Cleulis -
aggiunge che in seguito a questo fatto, una
commissione del Genio civile Austroungarico di
Udine, dopo aver eseguito un sopraluogo sul posto,
consigliò la evacuazione del villaggio e la
costruzione di nuove abitazioni in località Alzeri
presso Piano d'Arta. I clevolani rifiutarono questa
soluzione e pur di rimanere nelle loro case,
stabilirono di bandire il bosco ceduo situato a
monte dell'abitato per dotare le due frazioni di
Cleulis e Placis di una protezione contro
calamità simili a quella occorsa nel 1836.
»»
Tratto
da:
««
Il bosco bandito di Cleulis (Paluzza): fustaia di
faggio
derivata
dall'invecchiamento naturale di un ceduo matricinato»»
Paolo
Paiero - Raul Candidi - Tommasi Giovanni Caniglia
A
protezione del paese da nuove slavine si stabilì di
lasciare una grande fascia di bosco di faggio
chiamato " Bosc Bandît" che ancora oggi
ci protegge.
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