Bene, un libro per i più piccoli che parla di divorzio e di “famiglia allargata”. Uno di quei libri che vengono segnalati a quegli adulti che chiedono suggerimenti per affrontare un tema difficile con i loro figli, nipoti, alunni. E, a leggerlo “Due di tutto” sembra proprio questo, quasi un’idea premeditata dell’autrice e illustratrice che decide di offrire al suo pubblico un testo e delle immagini per dare parole a chi non ne trova su un argomento spinoso.
Ma a rileggerlo il libro è molto di più. Parla di senso dell’abbandono, del dolore che scava dentro quando i punti di riferimento, quelle che si credevano certezze destinate a durare per sempre vengono meno. In questo caso, è vero, lo sbriciolarsi delle certezze è causato dalla separazione di due genitori, ma potrebbe essere benissimo il momento in cui si scopre che i grandi non sono invincibili e infallibili, oppure il venir meno di un universo caro, magari a causa di un trasloco in un’altra città o, in generale, la crisi che sempre comporta il passaggio da una condizione all’altra come processo di crescita che non finisce mai. Arianna Papini non ha cercato di mitigare le ferite dell’anima, tanto che persino un adulto sente riaprirsi antiche cicatrici. Quando Alfredo Stoppa parla di “storie che si sbuccino (…) le ginocchia”, forse è anche a questo tipo di scrittura che si riferisce, una scrittura in cui le parole non celano, non nascondono, non rendono meno straziante il dolore. Quella casa spezzata in due che le illustrazioni propongono più volte, quel bisogno di ritrovare un posto sicuro che sembra non esserci più, il linguaggio che è quasi un flusso di coscienza che oscilla tra la prima e la terza persona, il gatto, animale abitudinario per eccellenza che, solo, sembra capire; e parole diverse che diventano una: voglio una poltrona semprelastessa (…) una cosa da fare sempreuguale prima di andare a letto diventano una rappresentazione fisica del bisogno di sentirsi insieme, di negare la separazione. Perfino i capelli di Ingrid, la protagonista di questo albo illustrato, con la scriminatura in mezzo, ci dicono della rottura che avviene fuori e dentro di lei. Ma crescere, per fortuna, vuol dire anche trovare nuovi riferimenti, ricomporre in maniera diversa ciò che sembrava perduto, essere di nuovo “il contrario di uno”, come dice il titolo di un romanzo di Erri De Luca. Due di tutto, allora, è proprio questo: una narrazione per parole e immagini di ciò che significa diventare grandi, o, più semplicemente, vivere.
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