Sì, questo è proprio uno di quei libri che definiremmo Spunk, laddove abbiamo eletto Spunk a parola simbolo di quella che per noi è davvero buona letteratura per l’infanzia. In questi diciotto racconti in versi Francesca Lazzarato scrive, come dice il titolo, di animali di città, e riesce a far sentire fisicamente odori, rumori, umori. Chi ha avuto la possibilità di sentirla parlare sa che il patetico e il bamboleggiante sono quanto di più lontano da lei e dalla sua visione dei libri per ragazzi esista, e queste brevi storie ne sono una conferma. Non c’è molto da divertirsi per gli animali che vivono in città, la loro è soprattutto rassegnazione e arte di arrangiarsi; forse, il solo squarcio di sole è nei sette versi dedicati alla lucertola, ma è il muro sul quale corre a godere del contatto con l’animale e non il contrario. In queste storie troviamo il linguaggio che sorprende, il potere evocativo delle parole quando si incontrano in percorsi inusuali e non battuti nella lingua urlata e piatta del quotidiano, come i bianchi corridoi di succo zuccherino, gli odori salati di Venezia, le petroliere che filano via con un ruttino di circostanza. Le illustrazioni di Fabian Negrin sono quasi una sola cosa con il testo, grazie anche alla scelta dei colori che, seppur vivaci, sembrano evitare i toni luminosi. La prima di copertina, con un topo dentro a un cuore rosso, e la scelta di un titolo sdolcinato appaiono come una provocazione. Anche perché quel topo è l’ultimo a comparire sulla scena del libro per scrivere a una sconosciuta “mia cara” che in città il formaggio non cresce sugli alberi e che il suo “sogno americano” si è infranto.

Il libro è attualmente scaricabile in formato pdf dal sito dell’editore, ma vi assicuriamo che vale la pena tenerlo tra le mani.