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Saggezza e follia del Narrare

Teoria e pratica del contastorie

Autore: Jack Zipes

Editore: Valore Scuola – Edizioni Conoscenza

Collana: I libri di Minerva

Anno di pubblicazione: 2008

 

 

Nella sua ultima pubblicazione Jack Zipes ci introduce al progetto Neighborhood Bridges (I ponti del Vicinato). Per comprendere meglio il progetto, giunto al suo undicesimo anno e attivo nelle città di Minneapolis e St. Paul, è necessario leggere il prologo (la storia bellissima, sorprendente e commovente “Costruendo Ponti”) e i primi due capitoli nei quali Zipes racconta quali ne siano le radici culturali e lo spirito. Ispirandosi anche a Jerome Bruner, l’autore e studioso vede nell’arte e, in particolare, nell’arte di raccontare storie, una concreta possibilità di crescita grazie alla scoperta delle proprie potenzialità, della propria identità e della propria collocazione nella società, ma anche l’opportunità di dare forma ai desideri di ciascuno di un mondo più giusto. Una possibilità che diventa cruciale in una civiltà come la nostra in cui quella che viene qui definita la “qualità utopistica della narrazione” subisce una costante corruzione messa in atto dai mass media che inventano narrazioni per finalità meramente consumistiche.

Neighborhood Bridges, ideato nel 1997 ed avviato dal direttore artistico della Compagnia Teatrale per Bambini a Minneapolis e dallo stesso Zipes, comprende narrativa e teatro creativo per le scuole elementari e medie e mette insieme alunni, insegnanti, artisti, famiglie. Obiettivo è, da un lato, sviluppare nei ragazzi un senso critico sulla letteratura e trasformarli in contastorie delle loro stesse vite, e, dall'altro, creare ponti comunicativi tra comunità.

Rinnovandosi di anno in anno, è stato costruito attraverso un percorso articolato e ben pianificato nel tempo, di cui il libro descrive in modo chiaro e dettagliato le fasi di attuazione. Per questa impostazione - una sorta di guida pratica nella quale insegnanti ed educatori possono trovare spunti e suggerimenti -  e per lo spirito di cui è pervaso tutto il libro il riferimento a Gianni Rodari ed alla sua Grammatica della Fantasia (opera tradotta tra l'altro dallo stesso Zipes)  è inevitabile.

Far diventare i ragazzi contastorie di se stessi significa per Zipes attivarli in prima persona stimolando e sviluppando la loro creatività attraverso diverse tecniche (tra le quali merita di essere citato il rodariano binomio fantastico), con il fine di  renderli sempre più consapevoli di se stessi, delle proprie scelte e anche degli altri.

Ci troviamo di fronte a un tentativo - fatto di duro lavoro, e di passione - di contrastare la tendenza odierna, favorita dal mercato globale, a impedire che i ragazzi sviluppino la loro capacità critica e le loro potenzialità. Ma, soprattutto, ritroviamo nel libro e nel progetto la convinzione che la narrativa e il teatro creativo siano strumenti indispensabili per crescere. Una convinzione che, a nostro avviso, restituisce all’arte la sua vera ragion d’essere.

(Elisabetta Mincato e Tiziana Petrini)
 

     
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