logo  

 

Sito per la promozione del libro e della lettura per ragazzi

 
  
 
 
 
 
 
 
 

Dall’Atlante agli Appennini

 

Autore: Maria Attanasio

Illustratore: Francesco Chiacchio

Editore: Orecchio Acerbo

Anno di pubblicazione: 2008

Pagine: 112

 

 

Il racconto di Maria Attanasio può considerarsi una sorta di trait d’union tra generazioni: il romanzo d'avventura, le vicende imprevedibili e pericolose nelle quali è coinvolto il coraggioso giovane protagonista avvinceranno i lettori più giovani che forse guarderanno con occhi nuovi una tragedia che si consuma ogni giorno; per i più grandi, le suggestioni maggiori sono legate alle riflessioni quotidiane sulle sventure dell’emigrazione e, nell’anno del centenario della scomparsa, al ricordo del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis. D’altra parte, il titolo Dall’Atlante agli Appennini è volutamente evocativo di uno dei più bei racconti mensili, Dagli Appennini alle Ande, inseriti successivamente nel libro.
Marco e Youssef, protagonisti rispettivamente del racconto di De Amicise del racconto della Attanasio, hanno molto in comune, pur vivendo ed appartenendo ad ambienti e periodi storici differenti. Ciò che li rende così vicini, oltre al loro essere stranieri migranti, è l'amore che nutrono entrambi per la propria madre lontana e di cui hanno perso ogni traccia ma che desiderano a tutti i costi ritrovare. Per questo, a dispetto della loro giovane età - tredici anni il primo e quindici anni il secondo- decidono di intraprendere un viaggio ignoto e pericoloso (il Marco deamicisiano da Genova in America, mentre Youssef dal Marocco verso il Sud e poi il Nord dell’Italia) rinunciando a tutto ciò che dovrebbe, invece, appartenere loro di diritto (famiglia, scuola, sicurezza, amici, giochi).

Una lettura parallela di questi due testi ci riporta a quando, ragazzini, si leggeva “Cuore”:  un po’ ci si annoiava, un po’ ci si commuoveva; ma era la commozione di chi sa che sta leggendo storie che sarebbero potute accadere tanto, tanto tempo prima; il protagonista di “Dagli Appennini alle Ande” viveva dolori, pericoli, paure avvertite come ormai scongiurate, impensabili per un bambino di un secolo che sembrava aver sconfitto la necessità disperata grazie al Progresso con la P maiuscola.
Ora, invece, questo tornare a narrare di famiglie divise, di terre da cui fuggire verso altre che sono straniere, di viaggi nel “blu senza scampo”  diventa urgenza. Urgenza di dire alle generazioni che stanno crescendo delle vite che stanno dietro alle parole che tutto uniformano, anestetizzando per il semplice fatto di non distinguere. Raccontare come davvero per uno straniero lasciare la sua casa e le sue radici spesso significhi perdere parte di sé: prima di tutto il nome, quel nome che sembra troppo difficile e che si trasforma nell’equivalente italiano, se c’è. Sentirsi “abbandonato come una pietra in un pozzo”. Come possano far paura, a un bambino che non sa e che è solo, quelle che per noi sono tradizioni e consuetudini.

E qui, a dirlo, sono anche le immagini suggestive di Francesco Chiacchio: Youssef, il ragazzino che ripercorre l’esperienza del Marco deamicisiano (e che sceglie per sé proprio questo nome), davanti alla TV ad ascoltare le notizie di un naufragio uguale a quello al quale è scampato, torna a viverlo e si copre il volto davanti allo schermo che sputa fuori il mare e la nave. Con partecipazione ben diversa dalla nostra che, ormai, guardiamo senza vedere. Una maschera veneziana diventa terribile incubo, e Venezia “terrifica città d’acqua”.

Ma “(…) nel racconto anche la vita che non è prende la parola e si fa vita. (…) perché la vita è raglio d’asino senza il cunto che fa la conoscenza”. Forse, in questo momento, ciò  che più conferisce forza al racconto di Maria Attanasio sono le considerazioni di Sidi Habibi che aprono e fanno da epilogo a questo  “Dagli Appennini alle Ande” del XXI secolo, come a racchiuderlo nel cerchio della storia. Parole di buon augurio e di speranza di cui, a 100 anni dalla morte di De Amicis, troppi hanno ancora bisogno. Il mondo dimentica in fretta.

25 agosto 2008

 

 

     
      Per domande o commenti su questo sito invia e-mail a webmaster Leggere Leggerci