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Bambino-Albero, un binomio speciale

da Heike riprende a respirare di Helga Schneider

 

La guerra è finita e a Berlino, devastata dai bombardamenti, la vita pian piano riprende. Già la copertina del libro riesce a descrivere molto bene questo delicato passaggio: sullo sfondo di macerie e rovine, un gruppo di bambini sorridenti sono impegnati in un girotondo.

Lo scenario descritto da Helga Scheneider riesce a farci vivere attraverso Heike, una bambina di dieci anni, le devastazioni procurate dalla guerra. Devastazioni che non sono solo delle cose materiali - i riferimenti ai cumuli di corpi e alle macerie sotto le quali ormai è sepolta Berlino sono elementi costanti nel libro - ma, soprattutto, che riguardano le anime degli uomini. La morte spirituale, a volte, può essere più dura di quella fisica: a svelarcelo è la paura dell'amica di Heike, Clara, di incontrare quello che un tempo fu suo padre, reduce da un campo di concentramento, ma che ora non riconosce più, è la mamma della stessa Heike, che, incapace di reagire al dolore per aver subito violenza, sceglierà di  suicidarsi gettando la figlia nello sconforto più totale.

Eppure, in questo scenario così devastante, i lettori, attraverso le vicende di Heike, riprenderanno piano piano a respirare; sarà per l'istinto di sopravvivenza della bambina, per la sua determinazione ed il coraggio di reagire, che la renderanno forte e capace di superare le difficoltà quotidiane.
Ma soprattutto ciò che salverà  Heike da quella insidiosa e pericolosa morte spirituale che ha colpito tanti adulti sarà la sua capacità di fantasticare nonostante tutto, di ritagliarsi un mondo diverso da quello attuale, un mondo nel quale, per esempio, bambini ed alberi possono palare ed essere amici e possono confidarsi dei segreti o delle preoccupazioni. Ed ecco che tra le pagine del libro, come una luce che ci fa sognare, si rivela il rapporto speciale tra Heike ed il suo albero di mele nel giardino di casa. Quest'albero, l'unica cosa viva e rimasta in piedi (la casa di Heike infatti è distrutta ed il suo alloggio di fortuna è in una cantina), è un vero amico, la bambina infatti parla con lui, l'abbraccia, gli racconta tutto quello che le accade e l'albero le risponde e la rassicura.

Nella letteratura per l'infanzia sono moltissimi i libri che parlano di alberi e bambini, e sempre in chiave positiva, rassicurante e rasserenatrice. Non era forse Buzzati che nel suo libro Il segreto del Bosco Vecchio ci dimostrava come l'infanzia appare un'età privilegiata, in cui è possibile un rapporto - precluso agli adulti - di intesa e dialogo con una natura animata, parlante, dalle caratteristiche umane? Buzzati sottolinea come il passaggio dall'età dell'infanzia a quella adulta spesso corrisponda alla perdita della capacità di sognare e di abbandonarsi al mistero della natura, elementi questi che, in momenti difficili e pesanti come quelli incontrati da Heike, si rivelano preziosi compagni di vita. E come non ricordare un altro albero, quello del nonno di Tonino, il bambino protagonista del libro di Angela Nanetti Mio nonno era un ciliegio, che affronta il tema della morte. Tonino, infatti, dopo aver perso il caro nonno Ottaviano, si prende cura dell'albero, un bellissimo ciliegio di nome Felice, che il nonno in vita aveva tanto amato e protetto.
Anche per Heike l'albero rappresenterà un modo per superare la morte. Alla fine del libro, infatti,  la bambina, che a causa di una caduta ha perduto la memoria ed il suo passato, e nessuno, nemmeno il ricordo della amata madre riuscirà ad aiutarla, si risveglierà proprio grazie ad un albero: ...il padre sollevò la bambina e la portò davanti ad un noce, il viso rivolto contro il fusto. ... Lei all'inizio si irritò molto...poi ad un tratto alzò le braccia e le avvolse intorno al tronco e infine appoggiò la guancia contro la corteccia e disse: " E' tanto tempo che non parlo con un albero io sono Heike e ho molte cose da raccontarti....."
(Tiziana Petrini)

 

     
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