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WOODWARDIA RADICANS
 

Il Circolo Legambiente di Ricadi propone azioni concrete per la sopravvivenza della Woodwardia Radicans e la salvaguardia della Fiumara Ruffa

Woodwardia radicans
Lungo gli argini del torrente che scorre nella Valle Ruffa, nel territorio compreso fra i comuni di Drapia, Spilinga e Ricadi, è presente uno degli esseri viventi più antichi del nostro pianeta, sopravvissuto all'età dei dinosauri e giunto, grazie all'isolamento ed all'inaccessibilità dei luoghi, fino ai giorni nostri. E' su queste pareti ripide, umide e permanentemente ombreggiate che crescono più di 2000 esemplari di Woodwardia Radicans (felce bulbifera), rara felce delle Blechnacee, con distribuzione subtropicale mediterraneo-atlantica le cui fronde possono raggiungere la lunghezza di 3 metri.
La stazione della Valle Ruffa è la più importante in Italia e la più imponente finora scoperta in Europa, dove è stata individuata nella Spagna meridionale, in Grecia, in Macedonia e alcuni esemplari in piccole valli nelle prossimità delle coste del Mar Nero.
Questa specie, che si è conservata, senza apparenti mutazioni, fin dal terziario, pare sia comparsa sul pianeta circa 2/300 milioni di anni fa e risulta presente sul nostro territorio da circa 60 milioni di anni.
Il suo habitat è limitato a zone con umidità elevata e costante, senza rilevanti sbalzi termici, a temperature comprese fra 10 e 25 gradi centigradi circa durante l’arco dell’anno e scarsa illuminazione diretta.
In Italia è presente solo in piccoli insediamenti rilevati in Calabria, Sicilia e Campania. In questa ultima regione veniva raccolta, fino a qualche anno fa, a scopo ornamentale e l’areale di presenza si è ridotto alla valle delle ferriere, dove vegeta attualmente sotto protezione ambientale.
In Calabria fu individuata nel 1985 ad opera del biologo Libero Sibio, nella zona di Cinquefrondi e successivamente, nel 1989, fu scoperta nella Valle della Ruffa, grazie all’acuta osservazione di un turista tedesco, botanico per diletto, che ne notò alcune foglie secche portate da una piena estiva alla foce del Torrente Ruffa, nel Comune di Ricadi. Segnalò la loro presenza al botanico Fulvio Gioanetto (italiano di origine e di cittadinanza finlandese, presente in zona per incarico dell’ O.N.U.), il quale, assieme ad un amico del posto, il biologo Giuseppe Laria, risalì il torrente fino all’altopiano di Monte Poro e notò che in quella valle la felce cresceva rigogliosa davvero come milioni e milioni di anni fa.
Il biologo Pino Laria
 
Il biologo Giuseppe Laria
 
A seguito di questa scoperta Franco Saragò, consigliere comunale di Ricadi, informato dagli scopritori, si fece promotore di un incontro con gli amministratori della Provincia di Vibo Valentia, da poco eletti nella prima legislatura dell’ente, al fine di attivare tutti gli interventi di loro competenza per salvaguardare il sito e dichiarare l’area protetta. Accolsero l’invito l’allora Presidente Enzo Romeo e vari Assessori e Consiglieri Provinciali, tra questi il dott. Michele Iannello (Consigliere Provinciale del Territorio), che seguì la vicenda con entusiasmo e l’Assessore all’Ambiente dell’epoca Romeo Aracri, che diede il via alla realizzazione del progetto finalizzato alla salvaguardia del sito ed alla valorizzazione dell’intera fiumara. Una delegazione di amministratori della provincia, accompagnati dallo stesso Saragò, dai botanici Gioanetto e Laria e da alcuni ambientalisti del comune di Ricadi tra i quali l’architetto Emanuele Miano, si recò nell’alveo della Fiumara Ruffa per constatare l’importanza della scoperta e la bellezza del sito.
Da allora furono fatti grandi passi in avanti, venne realizzato il progetto per la salvaguardia della felce e per la valorizzazione della fiumara e l’area venne dichiarata “Sito di Interesse Comunitario”. Oggi il S. I. C. figura con il codice IT9300090 B “Fiumara di Brattirò – Valle Ruffa” per un estensione di 668 Ha.
In seguito l’Assessore Provinciale Alfonso Del Vecchio presentò alla Regione la richiesta di finanziamento del progetto, ma la Regione escluse la Provincia dai finanziamenti preferendo il COGAL nella gestione di un progetto similare.
Negli ultimi anni, nonostante l’attività degli ambientalisti del posto e dei ricercatori e gli sforzi dell’Amministrazione Provinciale, la Fiumara Ruffa ed in particolare il sito che ospita la felce, ha subito un rilevante deturpamento, in particolare a causa del taglio indiscriminato di alberi, che ha modificato sensibilmente le particolari condizioni ambientali e climatiche che consentono la sopravvivenza della Woodwardia radicans. Ciò ha causato, infatti, la scomparsa di circa il 25% delle piante presenti nel “Vallone Occhi Bianchi”. La realizzazione di strade sterrate carrabili, il proliferare di discariche abusive, lo sfruttamento non controllato delle aree circostanti, gli incendi estivi, ed in più parti, lo smottamento dei costoni, in larga misura causato dall’intervento dell’uomo, stanno completando l’opera di distruzione.
Delegazione del Circolo
Il circolo territoriale di Legambiente con sede in Santa Domenica di Ricadi, che segue la vicenda da anni, ha avviato una serie di iniziative per favorire un immediato intervento di salvaguardia della felce e del sito. Una delegazione di Legambiente, guidata dal Presidente Franco Saragò e da vari iscritti tra i quali Tonino Iannello, Osvaldo Gioffrè, Emanuele Miano ed il biologo Pino Laria hanno incontrato il neo Assessore all’Ambiente della Provincia di Vibo Valentia, Matteo Malerba, accompagnandolo sul sito, in una escursione che ha destato entusiasmo ed al tempo stesso preoccupazione per l’evidente danno rilevato.
All’Assessore Malerba, accompagnato da Francesco Staropoli di Caria, gli esponenti di Legambiente hanno manifestato le loro preoccupazioni per il rischio di estinzione a cui la felce va incontro ed hanno rassegnato le loro proposte. “Vi è la necessità - hanno dichiarato gli ambientalisti - di adeguate misure di salvaguardia e di un tempestivo intervento mirato alla riqualificazione ambientale nonché di un’adeguata vigilanza affinché non prosegua la rapida ed inesorabile azione di distruzione della felce, che di questo passo rischia di scomparire nel giro di pochi anni. E’ necessario avviare rapidamente tutte le procedure per l’istituzione dell’area protetta, indispensabile per garantire la salvaguardia dell’ambiente, la sopravvivenza della Woodwardia radicans, che nella Fiumara della Ruffa, nonostante i danni, continua ad avere l’areale più grande ed interessante d’Europa, e la salvaguardia delle varie specie vegetali ed animali assai diversificate e molto consistenti ed interessanti per le loro peculiarità. L’istituzione dell’area protetta oltre a garantire la salvaguardia dell’ambiente, consente la valorizzazione di un patrimonio dell’intero territorio con un ampia ricaduta sull’economia locale e costituirebbe un valido supporto all’offerta turistica, anche in considerazione di alcuni antichi manufatti presenti nel sito. La presenza di grotte basiliane, della torre di avvistamento, di acquedotti e degli antichi mulini, oggi in gran parte ridotti a ruderi, testimoniano il passaggio dell’uomo nel corso della storia e fanno rivivere nell’immaginazione scene di un tempo quando regnava l’equilibrio tra l’uomo e la natura”.
L’Assessore Malerba si è dimostrato estremamente sensibile al problema sollevato dal circolo Legambiente di Ricadi ed ha espresso il proprio apprezzamento per la lodevole iniziativa avviata. Ha dichiarato: “Nonostante i danni ambientali e le aggressioni che il territorio ha subito in questi ultimi anni, fortunatamente abbiamo potuto constatare che la felce continua a sopravvivere in misura rilevante. Ciò è un fatto positivo, che dimostra che alcuni tratti della fiumara sono ancora incontaminati, ma non bisogna cullarsi, anzi deve essere da ulteriore stimolo per operare tempestivamente e nel migliore dei modi al fine di preservare l’area e proteggere le piante. Finora sono stati già fatti notevoli passi in avanti, ne è la prova l’istituzione del sito d’interesse comunitario”. Accogliendo le proposte di Legambiente, ha dichiarato, inoltre: “L’impegno successivo, che intendo assumermi in prima persona, sarà l’avvio delle procedure per la costituzione dell’area protetta, che deve vedere l’immediato coinvolgimento dei sindaci dei territori interessati e le stesse associazioni ambientaliste”. Per quanto riguarda le tante discariche abusive disseminate sul territorio, ha dichiarato di farsi tempestivamente promotore di un intervento con i sindaci al fine di bonificare le aree.
Il circolo Legambiente di Ricadi, dal canto suo, ha espresso grande soddisfazione per la sensibilità dimostrata dall’Assessore Malerba e per le iniziative che intende avviare, ritenute basilari per la salvaguardia del sito ed ha offerto, inoltre, la totale disponibilità a collaborare per avviare ogni azione di supporto per la salvaguardia e la valorizzazione della Fiumara Ruffa e per la protezione della Woodwardia radicans.
Bulbo della felce

 

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