Statte: Scrittori e Poeti
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Francesco De Sabato |
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Riflessione Certe volte mi palpo e non ho carne fra mille ricordi io sono ricordo evanescente di cielo. Perciò forse alle memorie lego ogni tempo e le cose. Certe volte mi sento parlare: le parole lascia tracce rare, sopiti romori di polve che spesso non intendo. Somiglio al frullo bianco d'un'ala lontana nel cielo. Forse siam tutti soli con noi inavvertibili. Bontà ineliminabili che alle soglie del nulla gridano sè stesse. Certe volte contemplo il mio dolore serenamente intessuta com'è quest'anima di tanti fili ignoti per cui sorrido ad ogni rivelazione. Forse facciamo tutti così: cerchiamo noi stessi. Franco De Sabato |
Statte Sopra la rupe, al Cimitero Antico, come il Destino, nudo si batte ancora col sole e con i nembi un vecchio pino. Lassù rivedo l'ombra di mio padre col suo bordone sul forte viso i lunghi baffi bianchi, coglier muto dell'ultima canzone i versi stanchi. Ed ora mesto i noti varchi m'apre Capocanale; la sua pineta amica il seno che non sa l'arte del male. Ritorno al grembo de l'umile terra ove son nato per ritrovare ancora i baci e le carezze, i volti e i dolci affetti del passato. Francesco De Sabato
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Gino Del Giudice Per una questione "deontologica" il curatore di questo sito non può descrivere tutti i meriti di Gino, che è una presenza costante nelle lotte stattesi e nella sua vita culturale, come poeta è conosciuto al grande pubblico sopratutto come satirico e divertente, mentre occorre sottolineare che le sue composizioni in lingua denotano una sensibilità artistica non comune. E', inoltre, un valido musicista, a lui si devono sia l'INNO DI STATTE sia le innumerevoli composizioni sulle sagre balli e tradizioni stattesi. Per un'ampia pagina sulle sue opere cliccare QUI. |
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"A mia madre" Un fiume di tempo neppure ha scalfito, il tacito olezzo dell'alito tuo. E gli anni trascorsi, nel mondo, smarriti, han reso pietoso il passo mio greve. Non vago ma vivo, accanto mi fu, il magico abbraccio del grembo tuo Madre. E gli occhi tuoi umidi dell'ultimo dì, fur, guida, maestri, segreto soave, mio; e l'arduo cammino, lenito hai tu. La mano protesa, alla mia, in corsa, terribile, audace, tenera, attenta, fu pronta per me, Madre. Ed ora che vado, non lieto vagando, m'avvedo che bramo, ricevere ancora, il caldo sussurro dell'essere tuo, la lieve carezza, dell'animo tuo, Madre Gino Del Giudice La vera misura di amare è "amare senza misura. (V. Hugo) |
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Marco Tarantino, nostro concittadino, giornalista e scrittore, ha pubblicato di recente un interessante libro: la prima sorsata di sfiga. Dedichiamo a lui una intera pagina. Cliccate QUI. Qui riproponiamo un suo divertente articolo che scrisse per la rivista Polis del Febbraio 1998 e che riportammo su questo sito.
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Uno scrittore non sceglie i suoi argomenti, sono questi ultimi a sceglierlo.(Mario Vargas Llosa) |