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Statte: Scrittori e Poeti
In questa pagina:
Francesco De Sabato
Gino Del Giudice
Marco Tarantino
 

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Francesco De Sabato
E' stato citato più volte nelle pagine di questo sito. Colto cittadino stattese, da alcuni anni scomparso, ha avuto il merito di essere il precursore della lotta per l'Autonomia Comunale, ma questi meriti non devono far dimenticare che è stato sopratutto un grande intellettuale e poeta; numerose i volumi di poesie pubblicate. Statte gli deve molto, ma ancora non è stata dedicata a suo nome nessuna via, piazza o circolo culturale: perché non ribattezzare la biblioteca civica Biblioteca Civica -Francesco De Sabato?
Proponiamo due sue composizioni.


Riflessione
Certe volte mi palpo e non ho carne
fra mille ricordi io sono
ricordo
evanescente di cielo.

Perciò forse alle memorie lego
ogni tempo e le cose.
Certe volte mi sento parlare:
le parole lascia tracce rare,
sopiti romori di polve
che spesso non intendo.

Somiglio al frullo bianco d'un'ala
lontana nel cielo.
Forse siam tutti soli con noi
inavvertibili.

Bontà ineliminabili
che alle soglie del nulla gridano
sè stesse.
Certe volte contemplo il mio dolore
serenamente
intessuta com'è quest'anima
di tanti fili ignoti
per cui sorrido ad ogni rivelazione.

Forse facciamo tutti così:
cerchiamo noi stessi.
Franco De Sabato

 

Statte

Sopra la rupe, al Cimitero Antico,
come il Destino,
nudo si batte ancora
col sole e con i nembi un vecchio pino.
Lassù rivedo l'ombra di mio padre
col suo bordone
sul forte viso i lunghi baffi bianchi,
coglier muto dell'ultima canzone
i versi stanchi.
Ed ora mesto i noti varchi m'apre
Capocanale;
la sua pineta amica
il seno che non sa l'arte del male.
R
itorno al grembo de l'umile terra
ove son nato
per ritrovare ancora
i baci e le carezze,
i volti e i dolci affetti
del passato.

Francesco De Sabato

 


Gino Del Giudice
Per una questione "deontologica" il curatore di questo sito non può descrivere tutti i meriti di Gino, che è una presenza costante nelle lotte stattesi e nella sua vita culturale,  come poeta è conosciuto al grande pubblico sopratutto come satirico e divertente, mentre occorre  sottolineare che le sue composizioni  in lingua denotano una sensibilità artistica non comune.
E', inoltre, un valido musicista, a lui si devono sia l'INNO DI STATTE sia le innumerevoli composizioni sulle sagre balli e tradizioni stattesi. Per un'ampia pagina sulle sue opere cliccare QUI.

"A mia madre"
Un fiume di tempo
neppure ha scalfito,
il tacito olezzo
dell'alito tuo.

E gli anni trascorsi,
nel mondo, smarriti,
han reso pietoso
il passo mio greve.

Non vago ma vivo,
accanto mi fu,
il magico abbraccio
del grembo tuo
Madre.

E gli occhi tuoi umidi
dell'ultimo dì,
fur, guida, maestri,
segreto soave, mio;
e l'arduo cammino,
lenito hai tu.

La mano protesa,
alla mia, in corsa,
terribile, audace,
tenera, attenta,
fu pronta per me,
Madre.

Ed ora che vado,
non lieto vagando,
m'avvedo che bramo,
ricevere ancora,
il caldo sussurro
dell'essere tuo,
la lieve carezza,
dell'animo tuo,
Madre
Gino Del Giudice
La vera misura di amare è "amare senza misura. (V. Hugo)

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Marco Tarantino

Marco Tarantino, nostro concittadino, giornalista e scrittore, ha pubblicato di recente un interessante libro: la prima sorsata di sfiga. Dedichiamo a lui una intera pagina. Cliccate QUI. Qui riproponiamo un suo divertente articolo che scrisse per la rivista Polis del Febbraio 1998 e che riportammo  su questo sito.



Tra banche e Uffici Postali è dura la vita per il povero utente
Amo gli uffici postali, e la dolente umanità che li popola. Non dovrei essere così generico, per la verità, a Roma o a Bari e Lecce o Taranto non ho mai ritrovato la stessa intimità che invece mi coglie quando varco la soglia dell'ufficio stattese.
File lunghe, ma immote. Personaggi di grande fissità, da questa parte del vetro e da quella. Allora, col rispetto che si deve a un rito che sia tale, e questo lo è, mi immergo e mi accodo.

L'altro giorno il concetto di fissità stava diventando un po' troppo solenne, e a occhio e croce eravamo praticamente fermi da almeno venti minuti, sicché un vecchierello intruppato, beato lui, nel centroclassifica ha ritenuto di doverci spiegare il perchè. "La fila si abblocca quando c'è uno col libbretto".
Sospettavo da un pezzo, sinceramente, che se dipendesse dall'impegno proposto dagli indefettibili bollettari come me la fila non si abbloccherebbe mai, ma perché ridurre tutto a un unico fattore? Ci sono pur sempre le fate, o gli elfi, ma generalmente le fate, dall'altra parte dello specchio, pardon, del vetro.
Comunque, come Dio vuole abbiamo preso a muoverci. Giunto il turno del vecchio, questo non ti tira fuori un autentico, ordinato, indubitabile libbretto, persino con una "b" in più? Girandosi verso di noi della zona retrocessione, ci ha anche sorriso: che uomo amabile!

Certo doveva essere ispessito dalla vita quell'altro mio coinquilino della coda, verso l'entrata, perché ha sentenziato ad alta voce:"nonno, bisognerebbe impiccarti".
E' delizioso quando volteggia l'idea di corda e sapone, all'ufficio postale. Maschere levigate da un'esistenza di ovatta compongono le colonne umane, all'ufficio postale. Privacy, e che esigenza è?

Ammetto che non mi succede di dover ritirare ne' depositare soldi; anzi, siccome agli altri succede, noi delle prime file non manchiamo mai di calcolare l'ammontare delle mazzette, in genere leggendo dalle labbra dell'impiegato, ma anche contando personalmente: un giorno di questi allestisco un'innocente scommessina, a pensarci meglio, tipo i fagioli di Raffaella, quanto ha riscosso questo disgraziato ex Ilva?
Tutti sanno tutto di tutti, per questo mi reco con cuore leggero: mi sento parte di un contesto. Quest'anno, oltretutto, dovrò dare delle spiegazioni, dato che la tassa per l'ordine dei giornalisti è aumentata di Lit.50 mila e qualche compagno di colonna potrebbe farmi notare gli importi precedenti.
Ma ci sono altri e sfaccettati modi di migliorarsi, lavorando su se stessi e/o prendendo dalla saggezza altrui. La pazienza dell'attendere il proprio turno avvicina ai fondamenti Zen, per esempio....
Sudiamo, e qualcuno, certo, sacramenta con esagerata dedizione, ma considerate anche la dolcezza di quelli che vi fanno vento col mazzo di bollette, altro che aria condizionata; oppure soffiandovi pietosamente sul volto il loro alito di ciclamino.
E' formidabile quando schioppano i primi svenuti, d'estate, all' ufficio postale.


   
Uno scrittore non sceglie i suoi argomenti, sono questi ultimi a sceglierlo.(Mario Vargas Llosa)
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Aggiornata
20-09-2006
.
Leonardo Del Giudice Web Designer
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