Come si sa, il
trasporto alunni di Statte è, da circa due mesi, bloccato.
(Fatta
eccezione per quello in convenzione, svolto dalla ditta Miccolis).
Sull'argomento molto si è scritto, molte polemiche si sono create, molte
accuse reciproche sono state scambiate, sia sulla stampa sia in
improvvisati volantinaggi. In questo dibattito è mancata però fin ora
una delle voci più importanti: quella dei cittadini-utenti. Ed è in
questa veste, che cerchiamo di fare un po' di chiarezza e semplificare i
termini del problema.
Ebbene, fino all'anno scolastico 2002-2003 il trasporto alunni veniva
effettuato dalla ditta
Ressa, la quale al di fuori dell'appalto
(previsto per circa 350 alunni) trasportava tutti gli altri che ne
facevano richiesta ad un prezzo abbastanza equo. Con l'inizio dell'anno
scolastico 2003 - 2004, è subentrato nell'appalto (per circa 130 alunni)
la ditta Miccolis.
Ovviamente fu accolta con grande sollievo la notizia che la ditta
Ressa
era disposta a continuare il servizio, (per i cittadini che non
rientravano nei 130 convenzionati con
Miccolis),
alle stesse condizioni, o quasi, dell'anno precedente e che di fatto ha
svolto regolare servizio fino alle feste natalizie quando, con una
decisione, discutibile per la mancanza di un congruo preavviso, decise
di interrompere il servizio.
(C'è qui da notare che al di
là del giudizio etico, ci troviamo di fronte ad una vera e propria
inadempienza contrattuale
che rompe arbitrariamente un rapporto con l'utente, col quale si era
stipulato un contratto di fatto
che tacitamente doveva valere per l'intero anno scolastico).
Questo fatto gettò nel
panico centinaia di famiglie: i genitori, spesso ambedue lavoratori e
che non erano in grado in alcun modo di accompagnare i figli a scuola,
trovarono un altro operatore, il signor
Russo,
che sembrava avere tutte le carte in regola per fare un regolare
servizio. In realtà, vi era stata una delibera urgente da parte del
comune tendente al rilascio di questo tipo di licenze ma l'iter
burocratico non era stato completato ed il suddetto operatore era
materialmente sprovvisto della licenza stessa.
Il coordinatore della Margherita,
De Gregorio, venuto a conoscenza di
questo, denunziò il fatto ai carabinieri, che bloccarono il servizio
dopo alcuni giorni dal suo inizio. Per di più il signor
De Gregorio
chiese ufficialmente al comune di annullare la relativa delibera
comunale, perché illegittima in quanto in contrasto con la legge
regionale 20/2000 che non prevedeva licenze provvisorie. Questo,
ovviamente ha ritardato ancora di più la soluzione del problema. Anche
se in realtà trattavasi, di
irregolarità formale non scaturita da
malafede ed adottata per risolvere un problema urgente che andava ad
incrociarsi col diritto allo studio. C'è da notare infatti, che fatte
salve alcune condizioni di sicurezza indispensabili al trasporto,
(quali: assicurazione, idonea patente del conducente ed idoneità dei
mezzi), non sarebbe crollato il mondo se il trasporto alunni, fosse
avvenuto con una licenza scaturita da una delibera, per ipotesi,
formalmente illegittima.
Valutando tutto questo, sembra che la stessa amministrazione non
ritenendo infondate i rilievi di cui sopra abbia agito in autotutela, di
fatto annullando la delibera ed apprestandosi a sostituirla con altra,
dagli imprevedibili tempi tecnici di soluzione.
Ed ora il nocciolo della questione. A Statte è urgente ed indispensabile
un servizio trasporto, non gratis o sovvenzionato per tutti, ma di cui
tutti i cittadini indigenti e non, possano usufruire. Genitori ambedue
lavoratori o con altri bambini piccolissimi oppure con altre esigenze,
con reddito che non rientra negli "aventi diritto" e che non hanno
nessuna possibilità di accompagnare i figli a scuola hanno vitale
interesse affinché venga risolto questo problema al più presto
possibile, mettendoli nella condizione di usufruire di un mezzo legale
idoneo a farlo. In effetti:
vi è bisogno di un servizio e vi sono
operatori disposti ad offrirlo senza oneri da parte del comune.
Altra considerazione da fare: aumentare o meno oltre i 130, i bambini
trasportati è un fatto di opportunità sociale e politica, su cui
l'amministrazione dovrebbe riflettere ma che non risolverebbe del tutto
il problema. L'anno scorso, nonostante i 350 bambini trasportati in
convenzione, numerosissimi genitori (che non rientravano nella
graduatoria) hanno usufruito del servizio (a pagamento e non
convenzionato col comune) offerto dal signor
Ressa.
Il cittadino è altresì consapevole che il normale iter burocratico
(credo: approvazioni regionali provinciali ecc.), possa allungare di
molto i tempi del rilascio di dette licenze. Ed è qui che chiediamo un
impegno formale al nostro primo cittadino e all'amministrazione tutta,
affinché facciano sentire nelle sedi opportune, la voce dei cittadini,
al fine di risolvere al più presto il problema. Le ragioni da far valere
sono molteplici e non trascurabili.
Ad esempio, si è obiettato che altre cittadine non hanno per niente il
servizio di scuolabus ( e si sono sentite cose più strane che per carità
di patria si preferisce non citare). Ebbene occorre ricordare che non
esiste un paese con una dispersione territoriale simile al nostro: I
nostri scarsi 15000 abitanti occupano un abitato, di superficie molto
vicina a quella di Taranto; la sicurezza per i pedoni in generale e per
i bambini in particolare è ancora molto precaria. Quindi mandare bambini
delle elementari, soli a scuola, sarebbe veramente un atto temerario.
L'altra cosa che sembra marginale, ma che in pratica riveste la sua
importanza è il traffico di auto private che questa mancanza di mezzi
pubblici comporta. Se si osserva il piazzale antistante la Scuola media
Leonardo da Vinci negli orari di uscita, si notano decine per non dire
centinaia di macchine private, che danno anch'esse il loro "contributo"
all'inquinamento ambientale.
Non sono, tutti queste, valide ragioni da far valere nelle sedi
opportune? Non sono problemi che richiedono chiarezza ed informazione
diretta e costante da parte dell'amministrazione?
L.D.
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Statte tagliata fuori dai
fondi regionali stanziati per Taranto e Statte?
Piccola
premessa: Circa un anno fa (8/2003), fu siglata un'intesa tra il
presidente della regione Fitto, i comuni di
Statte e Taranto e l'imprenditore dell'ILVA
Riva.
La regione si impegnava ad erogare la somma di circa
60 milioni di Euro per mettere in atto
azioni tendenti a diminuire l'impatto ambientale sui comuni di
Taranto e Statte, in particolare si pensava
a delle "barriere" che dovevano abbattere
le polveri più pericolose per la salute dei cittadini, provenienti
appunto dall'ILVA. Successivamente, studi più accurati (condotti anche
dall'università di Bari), dimostrarono la quasi inutilità di tali opere.
In relazione a questo stato di cose il comune di Taranto tempestivamente
aveva presentato alla regione un progetto alternativo, per l'utilizzo
dell'intera somma, come se Statte non esistesse.
(N.d.R.)
In relazione a questo stato di cose,
il
consiglio comunale di Statte (meno tempestivamente) ha votato a
grande maggioranza un documento con cui si chiedeva che anche Statte
partecipasse all'assegnazione di tali fondi da destinare alla
bonifica di numerosi siti inquinati di
Statte: discariche dismesse di S. Giovanni e Santa Teresa (utilizzate in
passato dal comune di Taranto), bonifica del sito CEMERAD e MATRA
e molto altro ancora.
Ma nel documento, ben articolato, c'era molto di più:
al ministero della salute si chiedeva uno
screening diagnostico sulla nostra popolazione;
al ministro dell'ambiente si chiedeva
l'attuazione del piano di risanamento della provincia di Taranto,
al presidente della Giunta Regionale le
azioni necessarie di screening del territorio e di concedere le
risorse per il disinquinamento dei siti citati ed il rispetto
dell'intesa del 8/1/03 (pari accesso ai fondi
stanziati per i comuni di Statte e Taranto) si dava infine
mandato al sindaco di attuare tutte le
azioni necessarie anche presso la Corte Europea di
Giustizia in un processo civile (noi diremmo anche penale) contro
affinchè "il diritto alla salubrità ambientale per
gli abitanti di Statte trovi effettivo ed adeguato riconoscimenmto".
L.D.
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A giorni la
messa in sicurezza della CEMERAD
Per i navigatori che non fossero a conoscenza di
che cosa sia la Cemerad, chiariamo che si tratta di un sito di
sostanze altamente pericolose per la salute e per l'ambiente posto
a circa un paio di chilometri a Nord dell'ospedale San Giuseppe
Moscati di Statte ed a circa un Km dal rione Vucchiaro di Statte
(che si trova oltre la statale Taranto Martina, percorrendo la strada
della masseria Grottafornara).
Si tratta dicevamo del più pericoloso sito
inquinante che vi sia nelle nostre zone, oltre ad essere uno dei più
pericolosi siti d'Italia. E' un concentrato di quello che di più malsano
possano fare gli uomini contro l'ambiente e la salute. Vi è di tutto:
sostanze radioattive, sostanze chimiche allo stato liquido e
semiliquido che rischiano di riversarsi sul suolo e sottosuolo,
inquinando per secoli il nostro ambiente. L'origine di tutto questo è
presto detto: quando non eravamo arbitri del nostro territorio, fu data
l'autorizzazione appunto alla ditta Cemerad di smaltire rifiuti
pericolosi di qualunque genere. La ditta è poi fallita lasciando questi
pericolosi residui in condizioni precarie, parte anche all'esterno in
bidoni arrugginiti, a rischio di incendio ed incustodite.
Con l'avvento della nostra autonomia si è presa
piena coscienza di questo grave pericolo e si sono attivate tutte le
necessarie azioni, per sensibilizzare le istituzioni tutte e la
magistratura, affinché si possa venire a capo del problema, che è di
vaste proporzioni, richiederebbe decine di milioni di Euro di
investimento per la sua definitiva soluzione, chiaramente al di là delle
nostre possibilità. Si sono sensibilizzate le istituzioni provinciali
regionali e nazionali, compreso il ministero dell'ambiente La
magistratura, ha preso posizione mettendo sotto sequestro il sito e
nominando "custode giudiziario" il nostro assessore all'ecologia ed
ambiente.
E' di questi giorni la notizia che stanno per realizzarsi un impianto di
telerilevamento e di messa in sicurezza dei rifiuti posti nella
recinzione ed all'esterno della stessa ditta.
"Tutto questo" - dice l'assessore all'ambiente
Orazio Marinò -"se non risolverà il
problema, almeno ci permetterà di tenere sotto controllo l'impianto
prevenendo eventuali pericoli, incendi compresi"
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